Facebook, Zuckerberg risponde alla ‘talpa’: “accuse illogiche”

Mauro Speranza

6 Ottobre 2021 - 08:53

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Contro la ex dipendente di Facebook, Frances Haugen, scende in campo il suo fondatore, Mark Zuckerberg, definendo non razionali le accuse lanciate contro il social network,

Facebook, Zuckerberg risponde alla ‘talpa’: “accuse illogiche”

Sono giorni difficili per Facebook, tra il blackout di lunedì e le accuse arrivate dall’ex dirigente della società, Frances Haugen, convocata dal Senato statunitense per parlare della vicenda.

Haugen ha definito il business della società come concentrato solo sul profitto, incurante delle necessità degli utenti, bisognosi di verità.
A difendere l’onore del social network è sceso in campo lo stesso fondatore, Mark Zuckerberg, accusando la talpa di aver elaborato una serie di accuse non razionali.

Zuckerberg e le accuse illogiche a Facebook

Nel pieno della tempesta, Zuckerberg ha inviato una lettera ai suoi dipendenti nella quale definiva “illogiche” le accuse della ex dipendente.
Facciamo soldi con le inserzioni e gli inserzionisti continuamente ci dicono che non vogliono che i loro annunci siano vicino a contenuti dannosi o furiosi”, spiegava il fondatore di Facebook.

Zuckerberg ha aggiunto di non conoscere alcuna società tech che vuole “realizzare prodotti che rendano le persone arrabbiate o depresse. Morale, business e incentivi sui prodotti puntano tutti nella direzione opposta”.
Il personale della società “si preoccupa profondamente di questioni come la sicurezza, il benessere e la salute mentale e pertanto, è difficile per noi assistere a una rappresentazione errata del nostro lavoro e delle nostre motivazioni, penso che molti di voi non riconoscano la falsa immagine della società che è stata dipinta”, scriveva nella lettera Zuckerberg.

Haugen interviene al Senato USA

Frances Haugen è stata convocata ieri al Senato statunitense e nel corso dell’audizione sono stati affrontati diversi temi relativi a Facebook: dalla democrazia americana al rispetto del disagio mostrato dalle adolescenti che usano il social network.
L’ex dirigente, assunta per controllare la disinformazione elettorale, ha spiegato che “quasi nessuno al di fuori di Facebook sa quello che succede all’interno. La società è l’unica in grado di dire come gestisce la personalizzazione e il tracciamento dell’utente”.

Gli attacchi al social, sempre più forti, hanno insistito sulla manipolazione svolta da Facebook che “ripetutamente ha ingannato il pubblico, nascondendosi dietro mura che impediscono a ricercatori e regulators di comprendere le vere dinamiche del sistema. Dobbiamo semplicemente credere a quanto afferma e hanno ripetutamente dimostrato che non meritano la nostra cieca fiducia”.

A questo punto, Haugen ha chiesto un intervento congressuale, senza il quale Zuckerberg “continuerà ad anteporre i suoi astronomici profitti alle persone, pertanto è necessario un intervento contro una società diventata pericolosa, che non intende auto riformarsi perché preferisce che il pubblico non sappia quello che accade al suo interno”.
Altrimenti, ha concluso, “non ci sarebbe stato bisogno di un whistleblower”, un segnalatore di illeciti, ruolo per il quale era stata assunta.

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