Esonero contributi 2021, che fine ha fatto il decreto attuativo? Scadenza del 30 giugno a rischio caos

Anna Maria D’Andrea

08/06/2021

02/12/2022 - 15:01

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Esonero contributi INPS 2021, partite IVA in attesa del decreto attuativo. Il provvedimento firmato il 7 maggio dal Ministero del Lavoro non è ancora approdato in Gazzetta Ufficiale. Intanto si avvicina la scadenza del 30 giugno, termine per il pagamento degli acconti, e in mancanza di regole ufficiali si rischia il caos.

Esonero contributi 2021, che fine ha fatto il decreto attuativo? Scadenza del 30 giugno a rischio caos

Esonero contributi INPS 2021, decreto attuativo in ritardo: manca ancora il provvedimento definitivo sull’anno bianco per le partite IVA, e con l’avvicinarsi della scadenza del 30 giugno si rischia il caos.

La proroga per il versamento dei contributi INPS al 20 agosto 2021 non basta per sopperire al ritardo del decreto sull’esonero introdotto dalla Legge di Bilancio, se si considera l’ormai imminente scadenza per pagare gli acconti fissata al 30 giugno.

Il problema riguarda i lavoratori non obbligati a pagare i contributi sul minimale così come gli iscritti alla Gestione Separata INPS, per i quali l’importo dell’esonero dei contributi è calcolato sugli acconti dovuti per il 2021.

L’agevolazione introdotta dalla Legge di Bilancio 2021, in favore di autonomi e professionisti con reddito fino a 50.000 euro e in caso di calo di fatturato pari almeno al 33%, resta al palo.

Esonero contributi 2021, che fine ha fatto il decreto attuativo? Scadenza del 30 giugno a rischio caos

Era il 7 maggio quando il Ministro del Lavoro annunciava di aver firmato il decreto sull’esonero dei contributi per i titolari di partita IVA. Pochi giorni dopo è arrivato l’ok del MEF, ma ancora oggi non c’è traccia del testo definitivo.

Sono due gli ulteriori passaggi previsti: in primis, il decreto attuativo deve superare il vaglio della Corte dei Conti e successivamente è attesa l’autorizzazione della Commissione Europea, trattandosi di un aiuto di Stato.

Non è chiaro se i due ulteriori passaggi preventivi alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale siano stati superati o meno. Quel che è certo è che il ritardo è evidente, considerando che il testo del decreto sull’esonero dei contributi era atteso entro i primi giorni del mese di marzo 2021.

I tempi lunghi, causati essenzialmente dalla crisi di Governo, hanno portato alla proroga del versamento della prima rata dei contributi INPS dovuti dai lavoratori autonomi e da artigiani e commercianti, rinviata dal 17 maggio al 20 agosto 2021.

Il problema è tuttavia tutt’altro che archiviato, considerando che è in arrivo la scadenza del 30 giugno 2021, termine per pagare gli acconti delle imposte sui redditi e dei contributi INPS.

Esonero contributi INPS e acconti in scadenza il 30 giugno 2021: iscritti alla Gestione Separata nel limbo

Non per tutti i beneficiari l’esonero contributivo si calcola sulle rate dei contributi minimi.

Per i lavoratori non obbligati al contributo minimale, così come per gli iscritti alla Gestione Separata INPS, l’esonero si calcola sull’importo dovuto a titolo di acconto, entro la scadenza del 31 dicembre 2021. Questo è quanto previsto dal decreto attuativo (nella versione ad oggi disponibile) all’articolo 2, comma 3.

Sostanzialmente, nelle due casistiche sopra esposte è previsto che l’ammontare dell’esonero contributivo spettante sia calcolato in relazione all’importo dovuto entro le scadenze del 30 giugno e del 30 novembre, termine per pagare primo e secondo acconto delle imposte sui redditi e dei contributi.

L’accesso all’agevolazione è inoltre subordinato alla presentazione di apposita domanda all’INPS, entro il termine del 31 luglio 2021, che comunicherà al richiedente l’ammontare di esonero riconosciuto.

Insomma, una serie di passaggi che restano ad oggi bloccati.

A tutela di chi si troverà nella condizione di dover pagare l’acconto dei contributi INPS entro il 30 giugno 2021, viene tuttavia prevista la possibilità di richiedere la compensazione o il rimborso delle somme già versate, entro la scadenza del 30 novembre 2021.

Una misura che salva chi, nell’attesa che venga definito l’intero iter attuativo dell’agevolazione, si troverà nella condizione di dover pagare pur avendo teoricamente diritto all’anno bianco contributivo.

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