“Escluso lockdown per i non vaccinati, non è sul tavolo”: l’intervista al sottosegretario alla Salute Costa

Stefano Rizzuti

29/12/2021

29/12/2021 - 15:01

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Intervistato da Money.it il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, spiega che l’ipotesi del lockdown non è sul tavolo (neanche per i no vax) e chiede di calmierare i prezzi delle mascherine Ffp2.

“Escluso lockdown per i non vaccinati, non è sul tavolo”: l’intervista al sottosegretario alla Salute Costa

Al momento non ci sono le condizioni per pensare a un lockdown generalizzato né, tantomeno, si sta discutendo di lockdown per i non vaccinati. A spiegarlo, in un’intervista a Money.it, è il sottosegretario alla Salute ed esponente di Noi con l’Italia, Andrea Costa.

Costa sottolinea che non si sta discutendo neanche di obbligo vaccinale generalizzato, ma solamente per alcune categorie lavorative e ribadisce che la strada da seguire resta quella del vaccino e non dei tamponi. Il sottosegretario inoltre avanza l’ipotesi di “calmierare i prezzi delle mascherine Ffp2” che dovranno essere utilizzate anche dai vaccinati.

La situazione in Italia con la variante Omicron

Dopo le restrizioni del decreto Festività crede che serviranno nuove chiusure e divieti nelle prossime settimane con la predominanza della variante Omicron?

L’avanzamento della campagna vaccinale, la spinta sulla somministrazione della terza dose e le misure e gli strumenti che abbiamo predisposto come Governo - penso, tra le altre, al super green pass - ci stanno permettendo di affrontare la situazione in maniera più favorevole rispetto ad altri Paesi europei. L’azione dell’esecutivo è guidata da scelte graduali e ragionate in grado di anticipare le mutazioni del quadro pandemico senza inseguirle. In questa direzione vanno letti i provvedimenti previsti nell’ultimo decreto. Al momento sappiamo che la variante Omicron è caratterizzata da una forte contagiosità e che secondo molte evidenze scientifiche causerebbe sintomi più lievi della Delta.

Ciò che occorre tenere sotto controllo sono dunque i ricoveri in area medica e in terapia intensiva e soprattutto i decessi. Al momento l’alto numero dei contagi non sta incidendo sulla pressione degli ospedali come accadeva invece un anno fa, quando ancora la campagna vaccinale non era entrata nel vivo. Basti pensare che ad oggi i ricoverati in area medica sono un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, così come i pazienti in terapia intensiva e quelli deceduti sono la metà. Occorre poi sottolineare che l’80% dei ricoverati e i tre quarti dei decessi sono non vaccinati.

Escluso il lockdown anche per i no vax

L’Italia potrebbe tornare in lockdown nei prossimi mesi?

La pandemia è dinamica e questi due anni di emergenza ci hanno insegnato che fare previsioni è complicato. Al momento non sussistono le condizioni per far tornare il Paese in lockdown. Ricordiamo che quasi l’80% della popolazione è vaccinata, il 30% ha già avuto la terza dose. Continua poi a crescere il numero delle prime dosi ed è costante il ritmo delle somministrazioni giornaliere: da giorni oltre le 500mila. Infine, abbiamo previsto misure tali che ci permettono di controllare e gestire la recrudescenza del virus, scongiurando nuove chiusure.

E l’idea di un lockdown per i non vaccinati è realmente sul tavolo? Potrebbe arrivare presto seguendo l’esempio della Germania con la speranza di ottenere gli stessi risultati?

No, al momento la misura non è sul tavolo.

Le regole per Capodanno

A Capodanno discoteche chiuse e niente feste in piazza: non temete che questo possa comportare maggiori assembramenti nelle abitazioni e nei ristoranti?

Ci affidiamo al senso di responsabilità degli italiani, lo stesso che in questi due anni non è mancato e che ci ha permesso di raggiungere importanti risultati nella gestione della pandemia. Chiaramente condanniamo con forza qualsiasi forma di abusivismo e pericolose situazioni di aggregazione. Vorrei però fare una riflessione sulle discoteche. In base al quadro epidemiologico, abbiamo preso una decisione difficile e sofferta. Sappiamo bene quanto il settore abbia accusato la crisi, essendo stato l’ultimo a riaprire. Ed è anche per questo motivo che come Governo dovremo sostenerlo economicamente prevedendo ristori.

Quali sono i consigli che dà ai cittadini in vista dei festeggiamenti del Capodanno? Serve sottoporsi a un tampone prima di incontrare amici e parenti?

Le misure che abbiamo adottato in queste ultime settimane mi sembrano adeguate rispetto all’attuale quadro epidemiologico. Invito dunque i cittadini a rispettarle, insieme alle basilari regole per il contrasto e il contenimento del virus, che sono oramai entrate nella nostra quotidianità. Chiaramente poi sta alla sensibilità di ciascuno valutare le singole situazioni (presenza di persone fragili, anziani, non vaccinati, etc).

Capodanno, rischio caos tamponi

Prima di Capodanno potrebbe ripresentarsi lo stesso caos tamponi già visto a Natale: avete previsto di intervenire in qualche modo per evitarlo?

Comprendiamo i disagi dei cittadini, ma il sistema sta reggendo, proprio come accaduto quando ci fu un aumento di richieste di tamponi per ottenere il green pass. Ricordiamo che stiamo facendo sei volte più dei tamponi dello scorso anno. Detto questo, la via maestra scelta dal Governo per uscire dalla pandemia è da sempre stata il vaccino e non il tampone. Il test non ti protegge dal contagio o dalla forma grave della malattia ma serve a cercare in un determinato momento la presenza o meno del virus.

Obbligo vaccinale per i lavoratori?

Lei sarebbe favorevole all’obbligo vaccinale per tutti? Pensa che alla fine il governo lo introdurrà?

Al momento non si sta discutendo della misura generalizzata. Ci sono però riflessioni in corso sull’estensione dell’obbligo per alcune categorie lavorative. L’obbligo vaccinale per il Governo non è mai stato un tabù e sarà una valutazione che saremo pronti a fare se la situazione lo richiederà. Il nostro Paese è stato il primo a prevederlo per il personale sanitario, per chi lavora nelle Rsa e, dal 15 dicembre, per le forze dell’ordine e il personale scolastico. Ci siamo, insomma, già assunti questa responsabilità. Detto questo, confidiamo di sensibilizzare coloro che ancora non si sono vaccinati, il cui numero gradualmente si sta riducendo. Come dimostrano i dati sulle prime dosi, in crescita del 15% nell’ultima settimana.

Le nuove regole per la quarantena

Serve davvero cambiare le regole per la quarantena nonostante la presenza di Omicron? Si può eliminare la quarantena per chi ha la terza dose?

Oggi si riunisce il Cts proprio per valutare l’eventuale riduzione della quarantena. Occorre precisare che il nostro Paese presenta già una diversificazione di tempistiche per chi è vaccinato e per chi non lo è qualora entri in contatto con un positivo: rispettivamente 7 e 10 giorni. A queste categorie, però, se ne deve aggiungere un’ultima: il soggetto vaccinato con tre dosi. Vista la situazione attuale, un’ulteriore differenziazione va quindi fatta. Ritengo ragionevole, dunque, prevedere, almeno per chi ha il richiamo una quarantena inferiore ai sette giorni. Del resto non saremmo credibili nell’invitare a fare la dose aggiuntiva se non fossimo convinti che il booster dia una maggiore protezione.

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