Errore graduatoria concorso pubblico: quando spetta il risarcimento e come richiederlo

Claudio Garau

02/02/2023

02/02/2023 - 14:53

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La graduatoria di un concorso pubblico non sempre viene redatta con correttezza e, talvolta, compaiono irregolarità che penalizzano uno o più candidati. Quali contromosse adottare?

Errore graduatoria concorso pubblico: quando spetta il risarcimento e come richiederlo

I concorsi pubblici sono costituiti da prove spesso molto complesse e in cui essere preparati è fondamentale per avere chance di un buon piazzamento in graduatoria finale. Proprio quest’ultima rappresenta lo strumento chiave per le assunzioni di coloro che si cimentano nella selezione e questo -com’è noto - perché sono i vincitori del concorso ad essere chiamati per l’assunzione. Essi sono quelli che hanno la posizione migliore nella graduatoria citata.

Ebbene, se ad ogni candidato sono richieste competenze, capacità e tutte quelle attitudini che servono a ricoprire determinate mansioni nel pubblico impiego, è altrettanto vero che chi partecipa alle prove auspica che tutto, in fase di valutazione delle prove e redazione delle graduatorie, fili liscio. Purtroppo però non sempre è così e non sono così infrequenti i casi degli errori in graduatoria, che vanno a compromettere le possibilità di assunzione di chi, invece, avrebbe tutte le carte in regola per vincere un concorso pubblico ed essere assunto, magari anche con un contratto a tempo indeterminato.

Nel corso di questo articolo, affronteremo proprio la situazione in cui l’esito di un concorso pubblico risulta di fatto falsato per un errore in graduatoria: quali sono le conseguenze in questi casi? Spetta un risarcimento danni? Di quali contromosse può giovarsi un candidato escluso o collocato in posizione inferiore? Vediamolo insieme nel corso di questo articolo.

Concorsi pubblici e tutela dei candidati: il principio di imparzialità in Costituzione

Quanto accennato in apertura è certamente una situazione spiacevole. Si tratta appunto del caso di chi partecipa ad un concorso pubblico e, dopo una lunga preparazione, si rende conto di essere stato escluso dalla selezione, vanificando le speranze riposte. Ma è anche quella situazione nella quale, accedendo agli atti del concorso - è un diritto del candidato - il partecipante escluso scopre un evidente o grossolano errore nella graduatoria del concorso pubblico: in dette circostanze, è consequenziale pensare di contestare l’esito della selezione, onde ottenere il posto ingiustamente non assegnato, oppure almeno conseguire un risarcimento danni per l’accaduto.

Chiaramente sono situazioni in cui il privato cittadino ha tutto il diritto di tutelarsi e, tra poco, vedremo in che modo. Questo perché la Costituzione stabilisce un principio a fondamentale tutela di colui che si cimenta nel concorso pubblico, ovvero il principio di imparzialità della PA. Esso è contenuto nella Costituzione e sancisce che agli impieghi pubblici si accede soltanto tramite concorsi pubblici, salvo i casi fissati dalla legge.

In particolare, dal principio in oggetto discende che:

  • sono di riferimento i soli criteri di selezione fissati dalla legge e dal bando di concorso;
  • vanno sempre evitati favoritismi o raccomandazioni nello svolgimento delle procedure concorsuali;
  • debbono essere bloccati in partenza i tentativi di condizionamento, mirati a far conseguire indebitamente un’assunzione nel settore pubblico.

Chiaro che sono dunque vietate anche le preferenze arbitrarie e, dunque, tutti quegli “scavalcamenti” in graduatoria concorsi pubblici che di fatto premiano chi magari non avrebbe diritto al posto, a discapito di un altro che, invece, avrebbe tutte le carte in regola per firmare il contratto di lavoro. Ma proprio da quanto abbiamo detto sopra deriva che il candidato può tutelarsi, facendo ricorso nelle opportune sedi.

I rimedi amministrativi per il candidato che ha subìto l’errore in graduatoria

Nel caso in cui il candidato scopra un evidente errore in graduatoria o comunque una irregolarità, non deve dimenticare che un rimedio utile è il ricorso amministrativo. Questo però è possibile se non sono ancora scaduti i termini utili per impugnare la graduatoria.

In ogni caso, quel che deve essere ben chiaro è che per il partecipante che ha subito l’errore, il rimedio c’è. In particolare, gli errori nella formazione delle graduatorie concorsi pubblici possono essere materiali e dunque non intenzionali perché dovuti ad una banale svista o disattenzione. In questo caso è possibile sfruttare i citati rimedi amministrativi per la loro correzione, in modo da evitare danni come una mancata assunzione cui invece si avrebbe diritto.

Vi sono anche però casi piuttosto gravi di vizi della graduatoria, che emergono da comportamenti dolosi dei candidati che hanno fatto dichiarazioni non veritiere o hanno allegato documenti falsi alla domanda di partecipazione al concorso pubblico. A volte si scoprono irregolarità tali da coinvolgere più membri della commissione d’esame che, evidentemente per un tornaconto personale, fanno finta di non vedere le irregolarità nella procedura dei concorsi pubblici, come anche nella graduatoria, e non fanno nulla per correggerle.

Attenzione poi a quanto segue: le irregolarità, falsità ed errori in graduatoria possono ovviamente venir fuori anche dopo la conclusione del concorso pubblico e, quindi, anche quando la graduatoria è divenuta definitiva. In questo caso, essa non è più contestabile con i rimedi dei reclami alla Pubblica Amministrazione, che ha redatto il bando, e dei cd. ricorsi amministrativi in via giurisdizionale da farsi al Tar - Tribunale amministrativo regionale. Tuttavia, ci si può ancora tutelare nel modo di cui ora diremo.

Richiesta risarcimento danni in sede civile e responsabilità della PA

Nel caso non vi sia più il tempo di sfruttare i rimedi amministrativi suddetti, il candidato ingiustamente penalizzato non deve per forza arrendersi. Infatti, in queste circostanze, ferma restando la cd. dichiarazione di decadenza per chi è stato assunto e ha già preso servizio in modo illegittimo, per i partecipanti danneggiati perché ingiustamente posti fuori graduatoria (o collocati in posizione più bassa di quella cui avrebbero avuto diritto) resta la facoltà di agire in tribunale in sede civile. E questo è possibile senza limiti di tempo.

Detta azione giudiziaria permetterà al partecipante di conseguire il risarcimento dei danni causati dalle condotte illegali, perché hanno avuto la finalità di alterare la graduatoria del concorso pubblico. Senza scendere in tecnicismi, chiariamo però che in questo caso la PA risponde nei confronti del candidato leso, per la cosiddetta responsabilità extracontrattuale della Pubblica Amministrazione - di cui all’art. 2043 del Codice Civile. Essa infatti contempla anche l’ipotesi del fatto illecito commesso dai pubblici funzionari.

L’interessato ad ottenere il risarcimento danni dovrà dunque provare il collegamento tra la condotta illecita (l’effettiva alterazione della graduatoria del concorso pubblico) e il danno patito (la mancata assunzione o la peggiore posizione in graduatoria). Si tratta del cosiddetto nesso di causalità, il quale può contemplare sia un’azione lesiva che un’omissione lesiva da parte della PA, la quale ha agito attraverso i membri della commissione, così formando la graduatoria risultata errata, alterata e irregolare.

Quali danni possono essere risarciti?

Lo ha recentemente rimarcato la Cassazione: chi non è stato assunto oppure è stato superato ingiustamente da un altro partecipante, per un errore in graduatoria di concorso pubblico, può comunque giovarsi del risarcimento danni, anche morali ed esistenziali, causati dalla PA.

Più nel dettaglio chi contesta la graduatoria perché la ritiene errata, potrà citare in giudizio presso il tribunale civile la PA e richiedere danni sia patrimoniali che non patrimoniali. Tra questi ultimi sono compresi altresì il danno alla carriera ed il danno da perdita di chance. Mentre il danno patrimoniale potrà essere liquidato dal giudice, tenuto conto dell’attribuzione del posto di lavoro ad un diverso concorrente.

Concludendo, è chiaro dunque che per il candidato che si senta ingiustamente leso quanto agli esiti del concorso pubblico, i rimedi non mancano. Si tratta di quelli appena esposti e, perciò, è sempre raccomandabile rivolgersi quanto prima ad un legale, per tutelare i propri diritti in caso di graduatoria falsa, irregolare o truccata.

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