Quando eredita il coniuge separato o divorziato?

Ilena D’Errico

22 Settembre 2023 - 00:01

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Eredità, ecco quando spetta anche al coniuge separato e quali sono invece i diritti del coniuge divorziato in merito alla successione e all’assegno divorzile.

Quando eredita il coniuge separato o divorziato?

La libertà testamentaria è fortemente tutelata dal nostro ordinamento, ma per assurdo incontra alcuni limiti invalicabili. In alcuni casi, infatti, anche il coniuge separato ha diritto all’eredità e raramente c’è modo di escluderlo. Non solo, anche se con il divorzio si perdono i diritti successori, l’ex coniuge può comunque vantare alcune pretese economiche, spesso a discapito delle volontà del defunto ma del tutto in linea con la legge. Ecco quando eredita il coniuge separato e cosa spetta all’ex coniuge divorziato.

Quando eredita il coniuge separato

La separazione segna legalmente la rottura della coppia e del matrimonio, con una valenza simbolica e la preparazione al divorzio. Non bisogna però dimenticare che si tratta di una fase istituita dall’ordinamento con natura transitoria. La separazione, infatti, è pensata per risolversi in una conciliazione oppure nel divorzio e non per durare.

Non è certo vietato restare separati, ma oltre alla decadenza di alcuni doveri coniugali non si beneficia di alcun effetto. Di fatto, anche dopo la separazione resta in piedi lo status di coniuge. Ecco perché il coniuge separato vanta i medesimi diritti successori del coniuge sposato e dunque è un erede legittimario: ha diritto a una quota ereditaria che non può esser ridotta o negata.

L’unica ipotesi in cui il coniuge separato non eredita è quella in cui ha ricevuto l’addebito della separazione, anche se parziale, oppure se è stato dichiarato indegno da una sentenza. Le cause di indegnità sono specifiche e fortunatamente rare (per esempio includono il tentato omicidio del coniuge e la violazione della libertà testamentaria), mentre la cosiddetta separazione per colpa è la causa più comune di esclusione dall’eredità.

Al di fuori di queste ipotesi, il coniuge separato ha sempre diritto all’eredità nella stessa misura garantita al coniuge superstite. Il coniuge a cui è stata addebitata la separazione (anche se è stata addebitata a entrambi) non ha invece diritti successori, a meno che non sia presente nel testamento. Una magra consolazione, dato che se percepiva l’assegno alimentare quest’ultimo dovrà essere pagato dagli eredi, tenendo conto dell’entità del patrimonio ereditario.

Nell’ipotesi di separazione senza addebito, invece, può esserci anche un assegno di mantenimento a beneficio del coniuge superstite. In questo caso, con la successione il debito passa agli eredi come l’assegno alimentare, anche se spesso il diritto a ricevere il beneficio decade proprio in virtù dell’eredità ricevuta.

Quando spetta l’eredità al coniuge divorziato

Dopo il divorzio il matrimonio è terminato per legge, almeno quanto agli effetti civili, e vengono meno i diritti successori. Di conseguenza, il coniuge divorziato non ha diritto all’eredità, a meno che non sia nominato dal testamento come erede e comunque nei limiti della quota disponibile.

Rileva, invece, che il coniuge divorziato beneficiario di un assegno divorzile ha diritto a ricevere il pagamento da parte degli eredi, se rientra ancora nei requisiti ed entro le possibilità garantite dal patrimonio ereditario. Ciò è possibile soltanto se l’ex coniuge versa in stato di bisogno – senza colpa – e non si è risposato.

Reversibilità e Tfr dopo separazione e divorzio

La separazione e il divorzio cambiano anche i diritti dei coniugi in merito alla reversibilità e al Tfr maturati dal defunto. In particolare, il coniuge separato non ha alcun diritto al Tfr, mentre il coniuge divorziato conserva il diritto a riceverne una percentuale del 40%, purché:

  • Percepisse assegno divorzile periodico (non erogato una tantum);
  • non si sia risposato;
  • limitatamente agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio.

Riguardo alla pensione di reversibilità, infine, sia il coniuge separato che quello divorziato ne hanno diritto. Quest’ultimo eventualmente in condivisione con il (nuovo) coniuge superstite e solo al rispetto dei seguenti requisiti:

  • Percezione dell’assegno divorzile periodico;
  • nessun nuovo matrimonio;
  • relativamente al rapporto di lavoro anteriore alla sentenza di divorzio.

Analogamente per il coniuge separato, a meno che abbia ricevuto l’addebito della separazione. In quest’ultimo caso la reversibilità spetta solo nell’ipotesi in cui avesse diritto all’assegno alimentare. Reversibilità e Tfr restano comunque indipendenti dall’eredità.

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