Economia calda - Sei come la mia banca

Dario Colombo

11 Luglio 2022 - 16:00

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Il ruolo del sistema bancario nel sostegno della società è centrale. È quando tendiamo a dimenticarcene che le cose prendono una direzione sbagliata.

Iniziamo questa puntata di Economia Calda con un postulato: l’economia italiana è banco-centrica.
Il rapporto fra sistema economico e banche negli ultimi decenni ha vissuto di alti e bassi, il più delle volte per “colpa” della politica.
Ma, tirate le somme, anche nei momenti più critici le banche hanno dato al Paese la necessaria stabilità, un fatto che alcuni spesso non sono disposti a riconoscere.

Eppure il modo di fare banca in Italia è stato esemplare per tanti altri paesi. Soprattutto lo è stato per l’Europa. Quella stessa Europa che spesso “ci chiede” di fare qualcosa.
Nel caso delle banche, invece, ha chiesto di prendere le nostre idee, dato che ha voluto fare proprie quelle regole che il nostro sistema bancario, prendendo spunto dai propri errori, aveva introdotto negli anni.

La resilienza bancaria è nata qui

Il too big to fail , ossia quando un istituto di credito è troppo importante per l’intero sistema economico per lasciarlo fallire e che noi abbiamo sempre reso con «banca di interesse nazionale», e il bail-in (sintetizzando molto: quando una banca fallisce i risparmiatori vengono garantiti fino al limite di 100mila euro) sono due concetti di ritorno, dettati dalle due grandi leggi bancarie italiane, del 1936 e del 1993.

La prima, in particolare, è significativa, perché porta a compimento la riforma iniziata dopo lo scandalo della Banca Romana e che ha creato un meccanismo di resilienza del sistema bancario italiano, sancendo la sua funzione di primo pilastro dell’economia.

Proprio in virtù di questo ruolo centrale della banca è significativa l’intersezione della legge bancaria con quella , del 1933 istitutiva dell’IRI, l’Istituto di Ricostruzione Industriale, che ha tenuto le redini dell’Italia industriale del miracolo economico.

Due leggi che nonostante il periodo in cui sono state emanate sono perdurate (l’IRI ha cessato di esistere nel 2002), e hanno solidificato il legame banca-economia-paese.

Lo hanno fatto, va detto, anche creando quella che è stata definita la “foresta pietrificata”, ossia un intreccio di interessi e nomine, complice l’immancabile appropriazione del campo da parte del sistema politico italiano.

La riforma del sistema con il Testo Unico Bancario del 1993 arriva a sancire un percorso di trasformazione, di aggregazioni, di grandi innovazioni, che a volte nascono anche dalle ceneri.

Basti pensare che uno dei due grandi gruppi bancari nazionali, Intesa Sanpaolo, nasce dal fallimento del Banco Ambrosiano. Un fatto simbolico, che fissa anche un luogo e una data altrettanto spartiacque per il sistema bancario italiano, quel Blackfriars Bridge di Londra, dove il 18 giugno 1982 fu trovato il corpo esanime del banchiere Roberto Calvi.

Uomini, banche e società

Un sistema bancario fatto da manager visionari, intraprendenti, anche cinici quando è servito, ma comunque uomini, con passioni, pulsioni ed emozioni, assertori convinti del ruolo sociale delle banche.

Come Enrico Cuccia alla guida di Mediobanca, Giovanni Bazoli fautore della nascita di Intesa Sanpaolo, Raffaele Mattioli, protagonista di quella che fu la prima grande banca industriale italiana, la Comit, poi confluita anch’essa in Intesa.

Un sistema che ha ricoperto il ruolo di sostegno dell’economia stratificandosi, dando spazio, voce e campo ai corpi intermedi. Attitudine di cui sono esempio le casse di risparmio, capaci anche di fare formazione del piccolo risparmiatore, emancipando fasce sociali a diventare fautrici del proprio futuro.

In questo excursus una domanda si pone, prendendo spunto dalla teoria di Thaler, dei nudge, i pungoli: qual è il ruolo di stimolo dell’economia italiana che può avere oggi la banca in Italia. Come finanziare la crescita premiando chi merita?

Il piccolo Strega di Money.it

Nella nostra cinquina multidisciplinare per approfondire il tema rendiamo omaggio a un grande docente di economia delle aziende di credito come Roberto Ruozi e a grandi scrittori, perché le banche sono prevalentemente un fatto umano.

Fernando Pessoa - Il banchiere anarchico - Passigli

PG Wodehouse - I maggiordomi rapinano le banche? - Mondadori

Gianfranco Piazzesi e Sandra Bonsanti - La storia di Roberto Calvi - Longanesi

Roberto Ruozi - Economia della banca - Egea

Elena Beccalli - Credito e responsabilità sociale - Vita e Pensiero

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