Domanda anticipo Tfs dipendenti pubblici dal 1° febbraio, come inviarla e perché bisogna fare in fretta

Simone Micocci

30 Gennaio 2023 - 11:54

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Domanda anticipo Tfs Inps, c’è la possibilità di un click day? Consigliamo di fare in fretta, ecco tutto quello che serve sapere.

Domanda anticipo Tfs dipendenti pubblici dal 1° febbraio, come inviarla e perché bisogna fare in fretta

Mercoledì 1° febbraio sarà un giorno molto importante per i dipendenti pubblici - sia se ancora in servizio che se già in pensione - in quanto sarà operativo il servizio telematico Inps per la richiesta di anticipo del Tfs.

Non sappiamo quanti saranno effettivamente i dipendenti pubblici che approfitteranno di questa conveniente possibilità - ricordiamo infatti che con l’anticipo Tfs dell’Inps è previsto un tasso d’interesse molto più basso rispetto a quello attualmente previsto dalle banche - tuttavia il sentore è che potremmo trovarci di fronte a un nuovo click day. Laddove il tasso di adesione dovesse rivelarsi elevato, infatti, c’è il rischio che le risorse a disposizione possano terminare in pochi giorni o persino in poche ore.

Ecco perché è bene farsi trovare pronti e, se interessati, cominciare a raccogliere tutte le informazioni che verranno richieste al momento dell’invio della domanda all’Inps.

Perché per l’anticipo del Tfs c’è il rischio di click day

Per l’anticipo del Tfs ai dipendenti pubblici l’Inps ha a disposizione 300 milioni di euro. Questa somma potrebbe essere incrementata in seguito, ma per il momento non ci sono certezze.

Ebbene, con 300 milioni di euro al massimo - come pronosticato dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico - si potrà arrivare a soddisfare dalle 5.000 alle 10.000 richieste (molto dipenderà ovviamente dagli importi richiesti), ragion per cui molti dipendenti pubblici interessati potrebbero restare fuori. Basti pensare che nel 2021 risultano liquidate 172.000 pensioni dalla Gestione dipendenti pubblici per rendersi conto di quanto è ampia la platea dei potenziali interessati.

Per questo motivo bisognerà fare in fretta così da evitare che la propria domanda possa essere respinta, o comunque messa in stand by, per esaurimento delle risorse; a tal proposito, ricordiamo che la precedenza verrà data tenendo conto dell’ordine cronologico, favorendo quindi coloro che hanno presentato per primi la richiesta.

Chi può presentare domanda

La domanda di anticipo Tfs e Tfr andrà presentata avvalendosi dell’apposito servizio telematico Inps, disponibile cliccando qui e successivamente su “accedi” (dopodiché bisognerà autenticarsi e seguire le istruzioni fornite dall’Istituto).

Ricordiamo che possono presentare domanda - a partire dal 1° febbraio 2023 (non è ancora chiaro da che ora sarà attivo il servizio) - coloro che:

  • hanno cessato il servizio e sono in pensione;
  • dopo la cessazione del servizio sono nuovamente impiegati.

In ogni caso, tanto gli uni quanto gli altri, devono risultare iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (il cosiddetto Fondo credito Inps), requisito essenziale senza il quale la domanda di anticipo viene respinta al mittente.

È bene sottolineare poi che l’anticipazione si può richiedere anche qualora non sia l’Inps a dover erogare il Trattamento. In tal caso, il richiedente dovrà allegare alla domanda di anticipo della liquidazione anche la certificazione Tfs ottenuta dall’Ente competente, dove dovrà essere indicato l’importo disponibile e le date di esigibilità.

Cosa indicare nella domanda

È bene avere le idee chiare al momento della domanda di erogazione anticipata del Tfs, in quanto la piattaforma vi chiederà alcune informazioni essenziali, quali:

  • importo della buonuscita per il quale si richiede il pagamento anticipato. Se ne potrà godere, infatti, dell’intero importo o solamente di una parte, decisione che spetta all’interessato. Si ricorda, però, che laddove siano presenti altre cessioni o vincoli sul Tfs, l’anticipazione potrà essere richiesta solamente per quota ancora “libera”. E nel caso in cui l’importo richiesto dovesse essere inferiore alla somma effettivamente disponibile, bisognerà specificare anche se comunque si intende richiedere il finanziamento per la parte effettivamente disponibile;
  • se il Tfs verrà corrisposto in seguito a pensionamento oppure in seguito a cessazione del servizio senza diritto a pensione e nuovo impiego con iscrizione a Gestione unitaria.

Al richiedente verrà poi chiesto di accettare che con l’importo finanziato verranno per prime rimborsate - laddove presenti - delle morosità maturate su precedenti finanziamenti ottenuti dalla Gestione unitaria (compresi gli interessi).

Cosa succede dopo la domanda

Una volta superati i primi controlli, al richiedente verrà inviata una comunicazione con cui verrà presentata la bozza di proposta contrattuale che andrà presentata all’Istituto.

Entro 30 giorni, se ancora interessati, si potrà inviare la proposta accedendo alla propria area personale MyInps; oltre questo termine la domanda si considera annullata.

A sua volta l’Inps, una volta ricevuta la proposta, effettuerà nuovi controlli e se tutto procederà senza intoppi ne darà comunicazione all’utente formalizzando il contratto di anticipazione. L’ultimo step, affinché il contratto possa produrre i propri effetti, è però la presa d’atto positiva emessa dall’Ente erogatore del Trattamento, dopo la quale non sarà più possibile recedere dal contratto.

Non è detto però che dall’Ente erogatore arrivi il via libera, perché come anticipato le risorse potrebbero non essere sufficienti. Qualora la presa d’atto dovesse essere negativa, quindi, il contratto non produrrà effetti, mentre in caso di disponibilità parziale il contratto sarà valido per la minor somma disponibile.

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