Divieto di fumo all’aperto: “rischio diffusione virus a 8 metri di distanza”. L’allarme in Spagna

Laura Pellegrini

22/04/2021

03/08/2021 - 17:48

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Il divieto di fumo all’aperto potrebbe essere esteso ad altre regioni della Spagna. Si pensa che fumare costituisca un rischio di diffusione del Covid fino a 8 metri di distanza, ma cosa dicono gli studi?

Divieto di fumo all’aperto: “rischio diffusione virus a 8 metri di distanza”. L’allarme in Spagna

Fumare all’aperto, sulle terrazze o i dehors, senza mantenere una distanza interpersonale potrebbe contribuire alla diffusione del virus fino a 8 metri. Per questo motivo il ministero della Salute spagnolo ha intrapreso un braccio di ferro contro i Tar locali affinché venga introdotto il divieto di fumo all’aperto dove la distanza tra le persone è ridotta.

Attualmente, sono sei le amministrazioni della Spagna che hanno vietato di fumare all’aperto: Isole Baleari, Isole Canarie, Cantabria, Comunità Valenciana, Asturie e Aragona. Ma l’obiettivo è quello di estendere i divieti anche ad altre zone a rischio.

La domanda che sorge spontanea però è la seguente: chi fuma all’aperto diffonde più facilmente il Covid? Vediamo cosa dicono gli studi, come (e se) si può trasmettere il virus attraverso il fumo di sigaretta.

Covid, fumare all’aperto aumenta il rischio di contagio?

Numerosi studi evidenziano che i fumatori non solo hanno più possibilità di contagio ”, nonostante in un primo momento si pensasse che la nicotina fosse in grado di proteggere dal Covid, “ma su di loro l’impatto del Covid-19 è molto più grave, con un rischio di morte più che doppio”, ha spiegato Carlos Jiménez, presidente della Società spagnola di pneumologia e chirurgia toracica.

Non solo: pare che fumare all’aperto aumenti la trasmissione del Covid fino a 8 metri di distanza. “Quando una persona inala ed esala fumo, se è contaminata col Covid, la carica virale che espelle è molto maggiore”, ha proseguito l’esperto.

Per tale motivo, in Spagna, si pensa all’introduzione di un divieto di fumo all’aperto nei luoghi dove non è possibile rispettare la distanza sociale.

Divieto di fumare all’aperto: posizioni a confronto

Ma la discussione sull’estensione del divieto di fumo all’aperto nei luoghi affollati è molto accesa in Spagna. Sul fronte di coloro che sostengono tale divieto e lo ritengono necessario per contenere la diffusione del Covid, si avanza l’ipotesi per la quale la nuvola di fumo derivante da sigaretta elettronica o tradizionale, sarebbe in grado di propagarsi a maggiore distanza, vanificando gli effetti del distanziamento tra i tavoli di un locale all’aperto.

José Luis Díaz-Maroto Muñoz, responsabile comunicazione Grupo de Tabaquismo de Semergen, ribadisce come “il fumo veicola l’aerosol che trasmette il virus almeno a 8 metri di distanza. Per questo è importante non fumare all’aperto quando si hanno persone vicine ”.

La distanza di un metro e mezzo o due metri che intercorre tra i tavolini di un bar o di un ristorante è sufficiente per limitare il contagio tra persone che parlano, ma “non va bene se si fuma un sigaretta”, conclude l’esperto.

Dall’altro lato, però, ci sono anche gli oppositori al divieto, come Isabel Díaz Ayuso, presidente della Comunità di Madrid, che ritiene impensabile “continuare ad aggiungere divieti” sulla popolazione. Così facendo, prosegue Ayuso su Twitter, “si approfitta della pandemia per legiferare su questioni che non hanno nulla a che vedere con la sicurezza sanitaria”.

Ma qual è allora la verità: fumare all’aperto costituisce un maggiore rischio di trasmissione del virus oppure no?

Cosa dicono gli studi scientifici

Nello studio pubblicato su The Lancet viene affermato qualcosa di diverso da quello che è stato veicolato dall’associazione spagnola favorevole all’introduzione del divieto.

Tale studio, infatti, rivela un rischio di trasmissione del Covid legato all’inalazione di “aerosol prodotti quando una persona infetta espira, parla, grida, canta, starnutisce o tossisce”, ma non fa alcun accenno al fumo della sigaretta. Lo studio sottolinea anche l’importanza di introdurre “misure per evitare l’inalazione di aerosol infettivi, compresa la ventilazione, la filtrazione dell’aria”.

La ricerca prosegue elencando 10 diversi casi in cui è possibile infettarsi e con quali modalità, ma non fa mai riferimento al rischio di contrarre l’infezione a causa del fumo della sigaretta.

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