Si può dividere il conto al ristorante? Cosa dice la legge

Giorgia Bonamoneta

28/08/2022

29/08/2022 - 12:55

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Il ristoratore può impedire ai commensali di pagare separatamente il conto? Ecco cosa dice la legge.

Si può dividere il conto al ristorante? Cosa dice la legge

Per i commensali di una tavolata numerosa, al termine della cena al ristorante si presenta il problema della divisione del conto. Mentre nel gruppo si può scegliere se «dividere il conto alla romana» oppure decidere che ognuno debba pagare la propria parte, il problema maggiore può essere quello di convincere il ristoratore a fare i conti separati.

Un ristoratore si può rifiutare di separare i conti? La risposta è . In generale, tenendo conto di un corretto comportamento, un ristoratore non può rifiutarsi di dividere il conto dei propri clienti solo perché hanno condiviso lo stesso tavolo. La legge non detta nessuna norma in proposito, ma in generale si può rispondere che il menu, avendo prodotto e prezzo ben visibili e la scelta di quel particolare prodotto funziona come la sottoscrizione di un contratto.

Si può quindi immaginare ogni menù come un contratto e ogni cliente come firmatario di quel contratto al momento della richiesta del piatto o dei piatti. Per questo anche i conti possono essere separati per il numero di contratti stipulati al momento della comanda. L’interpretazione è quindi a favore del consumatore.

Dividere il conto: il ristorante si può rifiutare di separare i pagamenti

In alcune attività di ristorazione, all’ingresso o in cassa, è presente un cartello che indica come in quel locale non si facciano conti separati. Può quindi capitare, in più di un’occasione, di cenare in un’attività che al momento del conto non accetti di separare i pagamenti per tutti i clienti che hanno pranzato o cenato allo stesso tavolo.

Per molti ristoratori o dipendenti di bar, pub e pizzerie, la difficoltà nel separare i conti risiederebbe nel fare tanti tipi diversi di pagamenti. Per questo in molti casi i ristoratori e le altre attività per il consumo di cibi e bevande tentano di bloccare la separazione dei conti.

Ma cosa dice la legge? La legge non dice nulla in proposito. Si può però cercare una risposta nel codice dei contratti. Infatti, se si può intendere il menù come una proposta di contratto e la richiesta al cameriere di un piatto specifico come la firma di tale contratto, se ci sono 5, 10 o 20 persone a un tavolo è come sottoscrivere 5, 10 o 20 contratti. Questi, secondo tale interpretazione, andrebbero pagati in conti separati se richiesto dai clienti. Il galateo spesso definisce la separazione del conto alla romana come un comportamento più adeguato in caso di cene di lavoro, tra colleghi o persone che si conoscono da poco, mentre definisce il pagamento offerto come corretto in caso di comitive di amici stretti. Il discorso cambia all’aumentare di tali amici, poiché il conto di una tavolata di 20 persone può superare cifre piuttosto alte. In questo caso è normale chiedere conti separati, anche secondo il galateo.

Rifiutarsi di separare gli scontrini: un problema tutto italiano

Il problema della divisione dei conti da parte del ristoratore è tutto italiano. In altri Paesi è buona usanza e del tutto normale chiedere ai clienti se preferiscono un conto separato o di gruppo. In alcuni casi, come in Germania, il conto viene automaticamente diviso dal cameriere al momento della comanda. Anche in Francia e nel Regno Unito si è soliti chiedere ai clienti se preferiscano separare o meno il conto. Per questo spesso in Italia tale comportamento da parte del ristoratore è definito “malcostume”, cioè un comportamento errato e che allontana fisicamente il cliente dal ritornare nello stesso luogo, anche se ha gradito la cena.

Bisogna però fare presente che tale malcostume tutto italiano si sta pian piano eliminando. Sempre meno di frequente si leggono cartelli con scritto “Qui non si dividono i conti”.

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