Il disastro dei mercati nel primo semestre 2022

Violetta Silvestri

30 Giugno 2022 - 11:54

condividi

Si è archiviato uno dei più turbolenti semestri dei mercati finanziari. Secondo gli analisti si è palesata una tempesta quasi perfetta: cosa è successo alle azioni, obbligazioni e materie prime?

Il disastro dei mercati nel primo semestre 2022

Il primo semestre più turbolento che i mercati globali abbiano mai visto è giunto al termine.

Gli analisti di Reuters hanno messo sotto la lente i fatti salienti e le performance di azioni, obbligazioni e materie prime di questi primi sei mesi dell’anno, evidenziando la disfatta su più fronti.

Dopo lo sconvolgimento arrivato con la pandemia, la sorpresa della guerra in Ucraina ha lasciato segni in Borsa e tra gli investitori: cosa è successo nei mercati mondiali nel primo semestre 2022?

Cosa è successo nei mercati finanziari nel primo semestre 2022

Nella sua analisi, Reuters parte innanzitutto da due considerazioni. L’indice azionario mondiale MSCI a 47 Paesi ha subito il più grande calo nel periodo del primo semestre dalla sua creazione nel 1990.

Allo stesso tempo, i buoni del Tesoro statunitensi a 10 anni - il punto di riferimento dei mercati finanziari globali e il tradizionale asset chiave in tempi difficili - hanno avuto il loro primo semestre peggiore dal 1788.

L’invasione russa dell’Ucraina ha sovralimentato quella che era già un’inflazione in rapido aumento, costringendo le grandi banche centrali ad aumentare i tassi di interesse e i politici ad avvertire di nuovi ordini mondiali in costruzione.

Il risultato? Un wipeout (crollo) di $13.000 miliardi di azioni mondiali, un calo del 15,5% dello yen giapponese, la peggiore tegola sulla crescita dell’Italia dalla crisi della zona euro e quello che si preannuncia il più forte rally delle materie prime dalla prima guerra mondiale.

In più, la Russia è stata spazzata via dal sistema finanziario globale, con il declassamento del rating del credito sovrano di quel Paese (il più grande mai visto); si è verificata una diffusa carneficina delle criptovalute e della grande tecnologia ed è peggiorato il nervosismo per la recessione.

Con una Federal Reserve di orientamento falco, i rendimenti dei Treasury a 10 anni che determinano il costo dei prestiti a livello mondiale sono balzati da meno dell’1,5% all’1,8%.

I titoli del Tesoro hanno perso più del 13%, il massimo da quando la costituzione degli Stati Uniti è stata ratificata nel 1788, secondo Deutsche Bank. Le obbligazioni italiane hanno avuto un’emorragia del 25% in vista del primo rialzo dei tassi della Banca Centrale Europea in oltre un decennio; e il debito dei mercati emergenti è sceso di quasi il 20%.

Da evidenziare, inoltre, che la forza del dollaro lo ha visto aumentare del 9% rispetto a un paniere delle principali valute mondiali nel primo semestre, con u rialzo di ben il 15,5% rispetto allo yen giapponese, rimasto al livello più debole dal 1998.

L’inflazione in Turchia e i problemi politici sono costati alla lira un altro 20%. L’Egitto, tra i maggiori importatori di grano, è stato costretto a svalutare la propria valuta di oltre il 15%, mentre il rublo russo è, sulla carta, in aumento del 40%.

Materie prime verso l’anno migliore?

In questo primo semestre 2022 i riflettori non possono non accendersi sulle materie prime. Il comparto energetico, per esempio, è stato tra i più brillanti e trainanti l’inflazione.

Gli aumenti del 50% e del 60% del petrolio e del gas stanno alimentando i prezzi globali. Questo è stato il più grande guadagno del primo semestre per il greggio dal 2009. Ad esso si aggiungono salti del 20% e 30% nel grano e nel mais e alcune violente compressioni nei metalli. BofA stima che le materie prime come pacchetto siano sulla buona strada per il loro anno migliore dal 1915.

Tuttavia, l’ansia da recessione sta iniziando a guidare un’inversione di rotta. Il rame è sceso di quasi il 20% da marzo, che è il più grande calo trimestrale dal crollo della pandemia dell’inizio del 2020, e il nichel e lo zinco si sono decompressi rispettivamente del 20% e del 25%.

L’analista di materie prime BofA Michael Widmer afferma che è probabile una maggiore volatilità, in gran parte a causa dell’offerta limitata. “I prossimi sei mesi saranno particolarmente problematici”, ha avvertito.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.