Quando si può parlare di produzione artigianale?

Caterina Gastaldi

12 Settembre 2022 - 16:30

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Quando si parla di prodotti si differenzia tra quelli artigianali e quelli industriali, ma in cosa differiscono e perché si fa?

Quando si può parlare di produzione artigianale?

La differenza tra produzioni artigianali e produzioni industriali sembra semplice e chiara anche a prima vista. Quando si parla di produzioni artigianali ci si riferisce a lavori che rispettano caratteristiche molto specifiche, come la fattura a mano, pochi pezzi, o l’utilizzo di determinati macchinari. Al contrario, le produzioni industriali tendono a utilizzare macchinari particolari, e dar vita a un alto numero di prodotti identici.

Essendo due tipologie di produzione differente, a seconda della situazione possono avere a disposizione bonus e norme diverse tra di loro. Di seguito, quindi le informazioni riguardanti la produzione artigianale, come riconoscerla, e quando si ricade nell’hobbismo.

Le caratteristiche della produzione artigianale

I prodotti nati attraverso la produzione artigianale devono rispettare alcune caratteristiche per poter essere considerate tali e non ricadere nella produzione industriale o in serie. Prima di tutto, è previsto che la produzione in questione includa un numero limitato di pezzi e che questi siano fatti a mano o attraverso particolari macchinari che non rientrino nella categoria di “industriale”.

Per esempio, un falegname che vende opere di falegnameria artigianale potrà chiaramente utilizzare gli strumenti necessari per svolgere il suo lavoro. Tuttavia, questi devono avere una componente umana e permettere quindi di mantenere la caratteristica di unicità dei pezzi. Spesso si dice infatti che, nel momento in cui si acquista un prodotto di artigianato, questo sarà unico nel suo genere proprio per via del modo in cui vengono creati.

In generale, alcune caratteristiche di un prodotto artigianale sono:

  • l’unicità o comunque la tiratura limitata;
  • la presenza di caratteristiche che rendono ogni singolo pezzo unico (si pensi a una pasticceria artigianale che vende torte dello stesso tipo: pur avendo base quasi identica, avranno sempre qualche caratteristica unica);
  • i tempi di produzioni più lunghi.

Spesso inoltre sono richieste anche capacità in un campo specifico per poter dar vita a un pezzo d’artigianato.

Differenze con il prodotto industriale

Se inizialmente l’artigianato era la tipologia di produzione più diffusa, con l’avvento della rivoluzione industriale si è ridotta drasticamente.

La produzione industriale tende ad avere tempistiche più veloci, permettendo la creazione di prodotti identici, o quasi, tra di loro, e quindi più facilmente riparabili e sostituibili in caso di problemi. Fa uso di macchinari pesanti e non necessita necessariamente di persona specializzata.

In pratica prevede:

  • prodotti standardizzati per dimensioni e caratteristiche;
  • riduzione del costo della singola unità rispetto a quelli artigianali;
  • ciclo produttivo veloce;
  • elevata capacità produttiva;
  • produzione finalizzata su larga scala.

Entrambe le tipologie hanno lati positivi e negativi, se da un lato una è più a buon mercato e in grado di dare prodotti facilmente sostituibili, dall’altro i prodotti artigianali sono solitamente creati utilizzando materie prime di qualità migliore, per esempio.

Bisogna anche tenere conto dell’importanza del prodotto singolo di cui si sta parlando. Alcune tipologie di pezzi sono preferibili se fatti industrialmente, come le parti delle automobili o per le costruzioni edili. Infatti si potranno sostituire e riparare più facilmente, mantenendo prezzi contenuti.

Hobby e artigianato

Spesso quando si parla di artigianato non si fa solo riferimento alle botteghe, come sartorie o falegnami, ma anche a hobbisti di ogni genere, dal modellista, al cosplayer, dell’appassionato di apicoltura, al disegnatore.

Se è vero che non tutti gli artigiani sono hobbisti, è altrettanto vero che le creazioni fatte da appassionati possono ricadere nel campo dell’artigianato, in particolare nel momento in cui si va a trattare l’argomento “vendita dei frutti del mio hobby”.

In questo caso è necessario fare una divisione, prima di cominciare. Un hobbista, in questo caso, è colui che crea un prodotto nuovo partendo da beni già esistenti, mentre un creativo è chi dà vita a un oggetto dal nulla, potendo quindi vantare il diritto d’autore in relazione all’opera in questione. In generale, anche coloro che rientrano nella categoria dei creativi possono essere considerati artigiani.

In entrambi i casi, quando si vendono i propri prodotti in maniera saltuaria, si può utilizzare la modalità di pagamento della ritenuta d’acconto, ricadendo nel campo della prestazione occasionale. Si dovrà invece consultare un commercialista ed eventualmente aprire una partita Iva nel caso in cui l’attività diventasse più frequente.

Ma si possono vendere prodotti artigianali frutto del proprio hobby, anche se creati partendo da qualcosa protetto dal diritto d’autore, come può essere un disegno o una fan art di un personaggio proprietà di terzi? La risposta è sì, quando questo avviene per prodotti esclusivamente artigianali.

Si potrà vendere il singolo disegno originale, fatto a mano, di un personaggio altrui, ma non si potranno fare stampe in serie di questo stesso disegno e venderle a terzi senza pagare prima i diritti d’autore a chi di dovere. Bisognerà anche fare attenzione, in ogni caso, al prezzo di un singolo prodotto, che a seconda delle regole regionali non può superare una certa cifra, tra i 100 e i 250 euro di solito.

Bonus per produzioni artigianali

Anche nel caso delle produzioni artigianali, per aiutare a sostenere le singole attività in periodo più o meno di crisi o stimolarne la nascita, vengono messi a disposizione bonus richiedibili solo a chi rientra in queste categorie.

C’è da notare che all’interno dei bandi sono pubblicate anche tutte le richieste specifiche, per evitare gli eventuali dubbi relativi a chi può effettivamente richiedere e ricevere il sostegno.

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