Detrazione figli a carico non conviventi nel 730-2023

Patrizia Del Pidio

01/03/2023

01/03/2023 - 09:00

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La stagione della dichiarazione dei redditi si avvicina e con essa il momento di presentare il modello 730/2023. E’ possibile far valere le detrazioni per figli a carico se non sono conviventi?

Detrazione figli a carico non conviventi nel 730-2023

A marzo 2021 è stato introdotto l’assegno unico per i figli a carico e con esso sono state cancellate le detrazioni per i figli beneficiari di questa misura. Questa novità, però, ha generato molta confusione anche per quel che riguarda la possibilità di poter fruire ancora delle detrazioni per figli a carico che non hanno diritto all’assegno unico perchè magari di età superiore ai 21 anni.

Dal 31 maggio 2023 sarà possibile modificare, accettare ed inviare la dichiarazione preompilata predisposta dall’Agenzia delle Entrate per il 2023, e relativa al periodo di imposta 2022. O di presentare il modello ordinario non precompilato.

Nel dettaglio, però, vediamo come dovrà comportarsi il contribuente per la detrazione per i figli a carico non conviventi. Tenendo presente, in questo frangente, che i figli a carico non conviventi non sono soltanto quelli che, ormai compiuta la maggiore età, hanno lasciato la casa dei genitori per vivere la propria vita, che stanno seguendo studi universitari lontano da casa o che cercano la propria indipendenza.

Va tenuto conto che ci sono anche figli a carico non conviventi a seguito di una separazione o un divorzio e che, quindi, convivono con l’altro genitore e farà parte, quindi, solo del nucleo familiare di un genitore e non dell’altro.

Come funzionano le detrazioni per i figli a carico

Anche nel 730/2023 sarà possibile ottenere le detrazioni per figli a carico. Queste permettono di portare in detrazione dalle imposte sul reddito delle persone fisiche (Irpef) una percentuale delle spese sostenute in favore dei figli. Inoltre, è ancora possibile portare in detrazione le spettanze indicate nell’articolo 12 del Tuir (Testo Unico Imposte sul Reddito).

Naturalmente questo comporta una riduzione delle imposte da versare e proprio per questo è bene porre attenzione.
Va ricordato che le detrazioni per i figli a carico spettano in misura pari al 50% a ciascun genitore, non possono essere ripartite in quote diverse, ma è possibile che ad avvalersi delle stesse sia un solo genitore, individuato dall’articolo 12 del Tuir in quello che ha un reddito complessivo più elevato.

In caso di genitori separati, l’articolo 12 stabilisce che se, l’affidamento è congiunto, i genitori devono avvalersi delle detrazioni al 50%. Nel caso in cui uno dei genitori non abbia redditi sufficienti ad avvalersi delle detrazioni spettanti, le stesse possono essere usufruite dall’altro genitore che però deve liquidare le spettanze all’altro genitore. L’articolo 12 del Tuir parifica, giustamente, figli legittimi, figli naturali riconosciuti, figli adottivi e affidati.

Quando un figlio non è più a carico dei genitori 2023?

Ora che è stato chiarito come funzionano le detrazioni figli a carico nel modello 730/2023, è necessario fare un passo ulteriore e capire quando un figlio non è più a carico dei genitori e di conseguenza non è possibile usufruire per lo stesso dei benefici delle detrazioni.

Un figlio è a carico quando è minore di età, in alcuni casi anche i figli maggiori di età sono fiscalmente a carico dei genitori e di conseguenza per loro è possibile avvalersi delle detrazioni Irpef. Ma solo se si rispettano determinati requisiti reddituali.

Non sono più a carico i figli di età inferiore a 24 anni che hanno un reddito superiore a 4.000 €. Per i figli di età superiore a 24 anni il limite è più basso e non sono più considerati a carico nel caso in cui abbiano un reddito superiore a 2.840,51 € al lordo degli oneri deducibili (gli oneri deducibili sono le spese che possono essere portate in deduzione che di conseguenza vanno a ridurre il reddito imponibile, il limite reddituale deve quindi essere considerato senza prima scalare le deduzioni).

I figli che rientrano in tali categorie possono essere a carico anche se non sono conviventi con i genitori, qualsiasi sia la loro età. Invece, per i figli che superano tali limiti non spetta la detrazione anche se vivono insieme ai genitori.

Alcune questioni sui figli a carico non conviventi possono essere però spinose da risolvere, ecco perché è intervenuta l’Agenzia delle Entrate che, con la circolare 95/E/2000 al punto 3.1.4, ha risolto il dubbio inerente il figlio sposato. Anche una volta coniugato il figlio può rimanere a carico dei genitori, specifica l’AdE, sottolineando che questi viene attratto al reddito del genitore e di conseguenza spettano le detrazioni per figlio a carico nel caso in cui abbia un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro.

La circolare in commento precisa inoltre che le detrazioni spettano anche per il genero/nuora e nipote che non maturano individualmente un reddito complessivo superiore a 2.840,51 €. In questo caso vi sono però delle condizioni, cioè devono essere conviventi con il nonno/suocero o, se non conviventi, sia stabilito un assegno alimentare a carico del nonno in loro favore.

Quanto spetta di detrazione?

L’articolo 12 del Tuir è stato modificato dall’introduzione dell’assegno unico e alcune delle detrazioni previste fino allo scorso anno per l’anno di imposta 2022 spariscono. Rimangono ferme le detrazioni pari a :

  • 950 € per ciascun figlio;

Tali detrazioni spettano in proporzione anche al reddito. In particolare lo stesso articolo 12 del Tuir stabilisce che le detrazioni spettano per la parte corrispondente a 95.000 € di reddito diminuito del reddito complessivo maturato in rapporto a 95.000 €. In presenza di più di un figlio l’importo di 95.000 euro viene aumentato di 15.000 €.

Scompaiono dal 1 marzo 2022, invece, le detrazioni:

  • di 1.220 € per i figli di età inferiore a 3 anni;
  • in caso di figlio portatore di handicap (articolo 3 legge 104 del 1992) tali spettanze sono aumentare di 400 € e di conseguenza 1.620 € per i figli con handicap con meno di 3 anni e 1.350 per figli di età superiore a 3 anni;
  • in caso di più di tre figli a carico tali spettanze sono aumentate di 200 € per ogni figlio;
  • in presenza di almeno 4 figli vi è un’ulteriore detrazione di 1.200 €.

Queste detrazioni saranno riconosciute solo per i mesi di gennaio e febbraio 2022. La circolare 4/E dell’Agenzia delle Entrate del 18 febbraio 2022, però, chiarisce che, essendo l’assegno unico entrato in vigore dal 1 marzo 2022, per il riconoscimento delle detrazioni abolite a partire da marzo, nei primi 2 mesi dell’anno di terrà conto anche dei figli nati da marzo a dicembre 2022.

Le altre detrazioni per figli a carico

Per le altre detrazioni occorre tenere in considerazione le singole norme, ad esempio per le spese mediche e sanitarie spetta una detrazione pari al 19% degli importi spesi con una franchigia di 129,11 euro.

Per le spese di istruzione ad esempio tasse di iscrizione all’università, TFA, canoni di locazione per fuori sede, la detrazione è al 19%, senza tetto per le università statali e con tetto per università telematiche e private. Il tetto massimo dipende dall’area disciplinare e dall’ubicazione territoriale dell’università.

Cosa cambia con l’assegno unico

C’è, infine, un altro dettaglio che dal punto di vista operativo dovrà essere tenuto in considerazione nella dichiarazione 730/2023, riferita ai redditi 2022: le detrazioni dell’articolo 12 del Tuir verranno meno per la platea di beneficiari dell’assegno unico e quindi per i figli a carico fino a 21 anni di età, mentre non verranno meno per gli altri figli a carico, conviventi o meno.

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