Denuncia e querela: differenza, termini e per quali reati servono

Isabella Policarpio

19/11/2020

25/11/2020 - 12:54

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Spesso vengono confuse tra loro, ma denuncia e querela sono differenti sotto diversi aspetti: cosa dice la legge e come scegliere tra l’una e l’altra.

Denuncia e querela: differenza, termini e per quali reati servono

La differenza tra denuncia e querela è sottile ma non trascurabile. Entrambe servono ad informare le Forze dell’ordine della commissione di un reato e dare impulso alle indagini investigative, tuttavia la denuncia può essere presentata senza limiti di tempo (e non per forza dalla vittima del reato), la querela no.

In questo approfondimento vedremo differenza e similitudini, l’elenco dei reati per i quali serve la denuncia e quelli, invece, che richiedono la querela.

Che differenza c’è tra denuncia e querela

Entrambe, come abbiamo detto, servono a comunicare alle Forze dell’ordine uno o più reati per scoprire e punire il colpevole.
La denuncia è la comunicazione formale in Polizia o ai Carabinieri di un fatto punito dal nostro ordinamento che si è subito, a cui si è assistito o di cui si è venuti a conoscenza. Quindi può sporgere una denuncia anche chi non è la vittima del reato. I reati per i quali si utilizza la denuncia e non la querela sono “procedibili d’ufficio”: significa che l’impulso a dare inizio alle indagini può anche partire spontaneamente dalle Forze dell’ordine. Per la denuncia non esistono termini e può essere presentata anche molti anni dopo la commissione del fatto (esempio classico è il ritrovamento di un cadavere).

La querela, invece, è un atto facoltativo per reati meno gravi e può essere presentata soltanto dalla persona direttamente lesa (o chi ne fa le veci, nel caso di minori). È il caso della diffamazione: soltanto la persona offesa può rivolgersi alle Forze dell’ordine e chiedere che il fatto sia perseguito penalmente. La querela può essere presentata entro 3 mesi dal compimento/scoperta del fatto, e in alcuni casi - che vedremo più avanti - entro 6 mesi.

Dunque, la querela è sempre rimessa alla facoltà della persona lesa, la denuncia invece in alcuni casi è addirittura obbligatoria. Lo prevede l’articolo 364 del Codice penale:

“Il cittadino che, avendo avuto notizia di un delitto contro la personalità dello Stato, per il quale la legge stabilisce l’ergastolo non ne fa immediatamente denuncia all’Autorità indicata nell’articolo 361, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da centotre euro a milletrentadue euro”.

Nel nostro articolo di approfondimento i reati per cui denunciare è obbligatorio.

Per quali reati serve la denuncia

La denuncia subentra in caso di reati considerati più gravi e quindi procedibili d’ufficio anche senza l’impulso della persona offesa. Ecco un elenco esemplificativo (ma non esaustivo) delle ipotesi che richiedono la denuncia:

  • maltrattamenti in famiglia;
  • minaccia grave o fatta con armi;
  • lesioni personali gravi o gravissime (con prognosi superiore a 20 giorni);
  • violenza privata;
  • estorsione;
  • furto a mano armata;
  • violenza sessuale o stalking contro minori o soggetti incapaci;
  • omicidio.

Per quali reati serve la querela

La querela è strettamente legata alla volontà della vittima di perseguire penalmente il fatto, senza di essa non ci sarebbe alcuna possibilità di punire il colpevole. I reati perseguibili a querela sono:

  • minaccia;
  • percosse e lesioni personali lievi;
  • molestia;
  • stalking e violenza sessuale, tranne i casi in cui sono commessi contro minori o soggetti o incapaci (in questi casi scatta la denuncia);
  • furto semplice.

Per questo elenco di reati, se non ci fosse l’impulso della vittima, pubblico ministero e Polizia giudiziaria non potrebbero dare inizio alle indagini investigative per cercare le prove e perseguire il o i colpevoli.

Cosa devono contenere denuncia e querela

Nonostante la differenza sul piano formale, denuncia e querela sono molto simili nell’atto pratico: entrambe vanno presentate in uno degli uffici delle Forze dell’ordine presenti sul territorio nazionale e possono essere formulate con l’aiuto degli agenti. Denuncia e querela devono sempre contenere:

  • dati anagrafici del dichiarante;
  • dati anagrafici del presunto colpevole (se noti);
  • descrizione dettagliata del fatto;
  • eventuali prove - se disponibili - come foto, video, testimonianze;
  • firma e data.

La querela deve anche indicare l’espressa volontà di perseguire penalmente il fatto (cosa che nella denuncia non serve in quanto scontata).
Sia denuncia che querela possono essere fatte in forma scritta oppure orale; in quest’ultimo caso sarà l’ufficiale incaricato a redigere il verbale e poi a chiedere di apporre la firma al dichiarante.

Termini per denuncia e querela

Per la denuncia non ci sono termini particolari, data la gravità dei fatti a cui si riferisce può essere presentata senza limiti temporali.
Invece la querela, come stabilito dal 1° comma dell’articolo 124 del Codice penale, va presentata entro 3 mesi dal giorno in cui la vittima viene a conoscenza del fatto costituente reato.
Per i reati contro la libertà personale il termine per presentare la querela è alzato a 6 mesi (è il caso del revenge porn e dello stalking). Se la persona offesa muore, con lui si estingue anche il diritto di querelare, a meno che la querela non sia stata presentata prima del decesso.

Si possono ritirare?

Trattandosi di un atto facoltativo, la legge dà la possibilità alla persona offesa di ritirare la querela, cosa impossibile per la denuncia. La querela può essere ritirata tramite:

  • remissione che è irrevocabile e non può essere soggetta a termini o condizioni;
  • rinuncia: la persona rinuncia al proprio diritto di querela manifestando la volontà di non procedere penalmente per il reato di cui è stata vittima. È irrevocabile e produce effetti su tutti coloro che hanno commesso il reato.

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# Reato

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