Cos’è la crisi dei sottomarini: cosa sta succedendo tra Francia, USA e Australia

Andrea Pastore

17/09/2021

18/09/2021 - 15:53

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C’è tensione per la cosiddetta crisi dei sottomarini: la Francia reagisce all’accordo USA-Australia e richiama i propri ambasciatori.

Cos’è la crisi dei sottomarini: cosa sta succedendo tra Francia, USA e Australia

La Francia ha richiamato i propri ambasciatori in USA e Australia: ecco la reazione di Macron alla “crisi dei sottomarini”.

Stati Uniti, Australia e Regno Unito hanno annunciato una nuova storica partnership per la sicurezza nell’area indo-pacifica in chiave anticinese denominata AUKUS, iniziali delle rispettive potenze che ne fanno parte.

La decisione è stata presa dopo le rivendicazioni di Pechino sull’isola separatista di Taiwan, oltre che per il clima che sa decisamente di nuova Guerra Fredda. La partnership sembra una rivisitazione della vecchia alleanza denominata UKUSA, elaborata agli inizi del secondo dopoguerra con lo scopo di raccogliere informazioni tramite segnali elettronici, la cosiddetta SIGINT: Signal Intelligence.

Joe Biden ha affermato, senza mai citare la Cina, che “rafforzerà la cooperazione nelle tecnologie di difesa avanzate e migliorerà la nostra capacità di affrontare le minacce del XXI secolo”. In collegamento virtuale presenti anche il Primo Ministro inglese Boris Johnson e l’omonimo australiano Scott Morrison.

L’alleanza prevede anche il sostegno a Canberra per la produzione di sottomarini a propulsione nucleare che, a detta di Biden, non saranno armi nucleari ma avranno soltanto il sistema propulsivo alimentato da reattori nucleari.

Questa vicenda, oltre alle dure reazioni di Pechino, ha fatto innervosire un altro attore geopolitico che da sempre è alfiere degli Stati Uniti: la Francia non ha mandato giù una dichiarazione di Morrison in occasione del summit tra i paesi membri della nuova alleanza.

Perché si parla di crisi dei sottomarini

Il Primo Ministro australiano Scott Morrison ha annunciato che non chiuderà l’accordo con la Repubblica francese per la fornitura di 90 miliardi di dollari australiani (circa 50 miliardi in euro) in sottomarini. Verranno costruiti in territorio australiano con il supporto tecnologico e scientifico di Stati Uniti ed Inghilterra.

Continua Morrison dicendo che “la decisione che abbiamo preso di non continuare con il sottomarino Attack Class e di percorrere questa strada non è un voltafaccia ma una necessità”. Tale necessità verrà inizialmente garantita dall’acquisto di missili Tomahawk statunitensi a lungo raggio, come concordato nel patto siglato tra le potenze anglosassoni.

Australia: “La Francia rimane alleata”

Morrison chiarisce, anche per rassicurare gli animi della République, che la Francia rimane un partner di primaria importanza nell’area del Pacifico per continuare il contenimento della Repubblica Popolare Cinese.

Morrison continua affermando di riconoscere il duro colpo inferto ai rapporti commerciali tra l’Australia e la Francia: “Condividiamo una profonda passione per la nostra famiglia nel Pacifico ed un profondo impegno nei loro confronti; non vedo l’ora di incontrarci una volta superata quella che è ovviamente una decisione molto difficile e deludente per la Francia”. Per giustificare la propria posizione, il Primo Ministro australiano parla d’interesse nazionale e afferma che “la Francia avrebbe fatto lo stesso”.

Reazioni d’oltralpe

La decisione australiana di acquisire tecnologie per sottomarini a propulsione nucleare per via inglese e americana ha deluso il governo francese e la Naval Group, gruppo di punta nella costruzione di mezzi navali e sistemi di difesa.

Si tratta di una decisione contraria alla lettera e allo spirito della cooperazione che ha prevalso tra Francia e Australia, basata su un rapporto di fiducia politica come sullo sviluppo di una base industriale e tecnologica di difesa di altissimo livello in Australia”, ha denunciato il ministero degli Affari Esteri in un comunicato stampa.

Questa decisione mette in secondo piano una potenza come quella francese nella conduzione della nuova Guerra Fredda che vede come avversario principale la Cina.

Oltretutto, essendo il governo francese uno dei maggiori azionisti della Naval Group, c’è anche un riscontro tutto economico e non solo geopolitico: la Francia perderà 50 miliardi di euro d’introiti a seguito della decisione del Premier Morrison.

Questa vicenda si innesta in un quadro già complicato per le potenze occidentali, specie dopo il ritiro delle truppe statunitensi in Afghanistan e dopo il cosiddetto accordo sulla Nuova Via della Seta. Accordo promosso dalla Cina che ha visto la Francia tra i primi firmatari.

Anche se non direttamente coinvolta nella creazione della Silk Belt Road, la Francia ha siglato accordi commerciali con la Cina per miliardi di euro: che la decisione australiana di sospendere la commessa di sottomarini francesi sia stata una ripercussione decisa dagli anglosassoni?

Crisi diplomatica tra Francia, Washington e Canberra

Dopo le dichiarazioni del Ministro degli esteri si è passati subito ai fatti: la Francia ha richiamato i propri ambasciatori negli Stati Uniti ed Australia come rappresaglia alla decisione australiana di sospendere la commessa dei sottomarini nucleari francesi. La decisione è stata presa da Emmanuel Macron: “Su richiesta del presidente della Repubblica, ho deciso di richiamare immediatamente i nostri due ambasciatori negli Stati Uniti e in Australia a Parigi per consultazione”, ha affermato il Ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian.

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