Crisanti: “Io Ministro? Ci penserei”, e attacca Sileri

Mario D’Angelo

03/02/2021

26/08/2021 - 15:01

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Crisanti, negli ultimi mesi molto critico verso la gestione della pandemia, non esclude un incarico al Ministero della Salute.

Crisanti: “Io Ministro? Ci penserei”, e attacca Sileri

Io ministro? Ci penserei” risponde Andrea Crisanti a chi gli chiede su un eventuale incarico di governo con Mario Draghi. Il direttore di microbiologia all’Università di Padova, in quest’ultimo anno, ha parlato spesso della strategia italiana di gestione della pandemia, senza accuse troppo dirette. Nel corso di un’intervista di oggi, tuttavia, il virologo critica duramente le ultime mosse dell’ormai ex viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri.

Crisanti: Ministro? Ci penserei

Se farei il ministro? Nemmeno io ho mai pensato a questa eventualità. Se me lo dovessero chiedere comincerei a pensarci su”, ha detto oggi Crisanti all’agenzia di stampa Ansa in risposta alla possibilità di lavorare al dicastero della Salute. Nel corso della prima ondata di coronavirus, il virologo è stato parte del comitato scientifico del Veneto.

Oggi, nel corso di un intervista all’agenzia Dire, Crisanti ha attaccato duramente alcuni aspetti della gestione della pandemia da parte del Ministero e della cabina di regia. Il primo è quello dei dati, a partire dall’attuale metodo di misura dell’Rt che “calcolato in questa maniera è una presa in giro”. Il motivo è che “è retrospettivo, perché risale ad almeno 7 giorni prima”.

Sulla questione Crisanti aveva fatto una proposta mesi fa, “ma le Regioni si sono opposte in tutti i modi. Rt attuale è pertanto diverso da quello reale, mentre l’incidenza restituirebbe il dato corrente e corretto”.

Crisanti contro Sileri

Ma la critica maggiore arriva nei confronti della vera e propria gestione della pandemia, che rischia di non portare all’immunità di gregge nemmeno con l’arrivo dei vaccini: “Ad oggi non esiste una soluzione, certamente il vaccino aiuta ma dobbiamo pensare che con le varianti, un vaccino che ha un’efficacia del 60% e la nostra capacità di vaccinare in ragione delle dosi e dei tempi a disposizione, non raggiungeremo un’immunità di gregge perché ci attesteremmo ad una protezione della popolazione inferiore al 40%”.

Secondo il calcolo di Crisanti, per raggiungere il 50% sarebbe necessaria l’immunizzazione del 90% della popolazione. Il professore ha ricordato l’esempio di Israele, uno dei Paesi con il più alto tasso di vaccinazioni al mondo, che è in lockdown da mesi proprio per limitare la diffusione del virus e delle sue varianti.

L’attacco più duro Crisanti lo lancia contro il consorzio per la genotipizzazione e fenotipizzazione di SARS-CoV-2, fortemente voluto dall’ormai ex viceministro Sileri. Secondo Crisanti, il programma doveva partire dal basso facendo “un bando trasparente e che premiasse i migliori gruppi italiani”.

In esso, invece, svolgerà un ruolo centrale l’Istituto Superiore di Sanità, che però non ha “la competenza informatica e scientifica specifica. [...] In questo modo è complicato, se non impossibile, riuscire a restituire una capacità progettuale al consorzio”.

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