Costruzione di una piscina a casa: costi per permessi e tasse da pagare

Simone Micocci

19/10/2018

19/10/2018 - 14:28

condividi

Sul costo finale della realizzazione di una piscina influiscono anche i permessi da richiedere al Comune per il rilascio dell’autorizzazione. Non solo, in alcuni casi la costruzione di una piscina comporta anche un aumento delle imposte sulla casa.

Costruzione di una piscina a casa: costi per permessi e tasse da pagare

Se state pensando di costruire una piscina nel giardino di casa vi interesserà sapere che al prezzo dell’impianto (e per la messa in opera) bisogna aggiungere i costi da sostenere per la richiesta dei permessi.

Inoltre dovrete considerare che la costruzione di una piscina potrebbe portare ad un cambio della classe catastale del vostro immobile, il quale verrebbe considerato di lusso e quindi soggetto ad una tassazione più elevata.

Se costruite la piscina presso la prima casa, decretando ad esempio il passaggio alla categoria catastale A/1, dovrete cominciare a pagare l’IMU (Imposta Municipale Unica) e la TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili). Per le prime abitazioni di proprietà, infatti, sono previste alcune agevolazioni fiscali come appunto quelle che esonerano dal pagamento di IMU e TASI; queste però vengono meno quando l’immobile è classe A/1, A/8 o A/9, ossia se è di lusso.

È bene precisare, però, che la costruzione di una piscina a casa non implica automaticamente il passaggio di classe dell’abitazione; affinché ciò avvenga, infatti, devono sussistere determinate condizioni che analizzeremo nel prosieguo dell’articolo.

Prima di tutto, però, vediamo quali sono i permessi da chiedere per la costruzione della piscina analizzando i relativi costi, così da farsi un’idea di quanto può costarvi tutta questa operazione.

Permessi per costruire la piscina a casa

La realizzazione della piscina in Italia non rientra tra le attività di edilizia libera; quindi prima di dare avvio ai lavori dovete per forza rivolgervi al Comune in cui è situato l’immobile e chiedere le informazioni relative al rilascio dei permessi.

Ogni Comune è autorizzato ad adottare delle regole differenti in tema di permessi edilizi; quindi prima di prendere qualsiasi decisione in merito vi consigliamo di andare all’ufficio comunale - magari supportati da un geometra o da un architetto - per verificare quali sono le norme del piano regolatore e l’eventuale presenza di vincoli paesaggistici da rispettare.

Solitamente i permessi necessari per la costruzione di una piscina sono due:

  • la SCIA, ossia la segnalazione certificata di inizio attività;
  • permesso a costruire.

Per quanto riguarda i costi di questi due permessi è impossibile fare una valutazione generica visto che i prezzi variano in base al Comune, il quale è libero di decidere quali tariffe applicare in base alla tipologia di intervento. Solitamente, comunque, per il rilascio di una SCIA sono necessari dai 250€ ai 1.000€.

Quanto appena detto vale anche per il permesso a costruire, per il quale le tariffe variano in base alla località e alla tipologia dei lavori da effettuare; solitamente comunque il prezzo è espresso in euro per metri quadrati e si aggira a circa 80-100€ per metro quadrato.

Lavori per la costruzione della piscina: quale aliquota IVA?

Sui costi da sostenere per la messa in opera della piscina si applicano le aliquote IVA agevolate previste per la realizzazione degli immobili qualificabili - oggettivamente e soggettivamente - come “prima casa”.

Di conseguenza, in base alla vostra situazione si applicano le seguenti aliquote:

  • IVA al 4%: se la piscina viene costruita contestualmente alla prima casa, ossia all’interno del permesso a costruire originario;
  • IVA al 10%: se la piscina viene costruita successivamente alla costruzione della prima casa, ma viene comunque inclusa in un progetto di ristrutturazione edilizia;
  • IVA al 22%; per tutti gli altri casi.

È bene ricordare che queste agevolazioni non si applicano quando l’immobile è accatastato nelle categorie A/1, A/8 o A/9; in questo caso, infatti, l’aliquota è sempre del 22%.

Nuove tasse per la costruzione di una piscina

Come anticipato la costruzione di una piscina fa insorgere delle nuove tasse solo quando questa comporta il passaggio di classe dell’abitazione ad A/1 (immobile di lusso).

Nel dettaglio, questo avviene quando la piscina è di almeno 80 metri quadrati di superficie; per le piscine più piccole, quindi, la categoria catastale dell’immobile resta invariata.

Ma c’è da fare una precisazione. Per essere considerato di lusso, infatti, l’immobile può avere anche una piscina di qualunque dimensione, purché ne frattempo sussistano almeno altre 3 caratteristiche di quelle elencate di seguito:

  • sia più grande di 160 mq (esclusi terrazzi, balconi e cantine);
  • terrazze di superficie superiore ai 65 mq;
  • presenza di ascensori nell’immobile;
  • scale di servizio (non previste per legge);
  • scale rivestite di materiale pregiato;
  • altezza libera del piano superiore maggiore di 3,30m;
  • posta di ingresso agli appartamenti da scala interna in materiale pregiato;
  • campo da tennis con superficie superiore a 650 mq
  • infissi con particolari caratteristiche;
  • pareti con con particolari caratteristiche
  • soffitti con particolari caratteristiche
  • pavimenti con con particolari caratteristiche.

Se non sussistono almeno tre di queste condizioni e la piscina ha una dimensione inferiore agli 80 mq, quindi, l’immobile non cambia classe catastale.

Prima di concludere, però, ricordiamo che la piscina dopo essere stata costruita va comunque accatastata e ciò comporta un aumento della rendita catastale, ossia il valore fiscale che viene utilizzato per il calcolo dell’IMU (quando prevista), dell’imposta su donazioni e successioni, sull’imposta ipotecaria e su quella catastale.

La piscina, quindi, comportando un incremento della rendita catastale influisce sull’aumento delle varie tasse previste sulla casa.

Argomenti

# IMU
# Tasi

Iscriviti a Money.it