Cosa rischio se non faccio l’Isee?

Simone Micocci

9 Gennaio 2023 - 14:28

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L’Isee è obbligatorio? E se sì, cosa rischia chi non lo fa? Le conseguenze per la mancata presentazione della Dsu variano a seconda della prestazione che si intende richiedere.

Cosa rischio se non faccio l’Isee?

È tempo di rilascio dell’Isee 2023, ossia l’indicatore della situazione economica equivalente che costituisce il principale strumento di accesso a determinati bonus e prestazioni sociali agevolate.

Tuttavia, avere un Isee in corso di validità non è obbligatorio. Chi non vuole, quindi, può tranquillamente evitare di richiederlo, pur essendo consapevole delle conseguenze di ciò. Chi non ha un Isee aggiornato, infatti, non può accedere a quelle prestazioni dove l’attestazione è espressamente richiesta, rinunciando così alla possibilità di beneficiare di alcune agevolazioni.

Allo stesso tempo, ci sono prestazioni per le quali l’Isee è consigliato ma non obbligatorio: si pensi ad esempio all’assegno unico universale o anche al bonus nido, entrambi percepibili anche senza attestazione ma solamente per il minimo dell’importo.

Quindi, di per sé non rischia nulla chi non fa l’Isee: molto però dipende dal tipo di misura percepita, o che comunque si intende richiedere.

L’Isee non è sempre obbligatorio

Non ci sono sanzioni per chi non richiede l’Isee: a differenza di altri adempimenti, come può essere la dichiarazione dei redditi, non ci sono cittadini che per legge devono presentare la Dsu.

Diverso il caso di chi richiede la Dsu ai fini Isee ma omette alcune informazioni: in quel caso le sanzioni ci sono e a seconda dei casi possono essere anche molto severe.

Tuttavia, come visto sopra, l’Isee è quell’indicatore preso come riferimento dallo Stato per valutare se un nucleo familiare ha diritto o meno a una serie di agevolazioni: ad esempio, chi ha un Isee basso paga una retta universitaria ridotta, come pure ha possibilità di richiedere il Reddito di cittadinanza.

Senza un’attestazione aggiornata, quindi, si rinuncia a priori alla possibilità di beneficiari di una serie di prestazioni, vediamo quali.

A cosa rinuncia chi non ha l’Isee

Ci sono misure per le quali avere un Isee in corso di validità, richiesto quindi successivamente al 1° gennaio 2023 e che prende come riferimenti redditi e patrimoni aggiornati al 2021, è un requisito essenziale per potervi accedere. E non solo: per averne diritto è necessario che l’Isee risulti inferiore a una certa soglia.

Nel dettaglio, le prestazioni in oggetto sono:

  • Carta acquisti, per cui l’attestazione Isee non deve superare i 7.640,18 euro;

Per queste prestazioni, quindi, l’Isee aggiornato è obbligatorio: senza non se ne può fare domanda, e per chi già ne risulta percettore c’è il rischio che i pagamenti vengano sospesi alla scadenza dell’attestazione (vedi ad esempio il caso del Reddito di cittadinanza).

Senza Isee importo più basso per queste prestazioni

Ci sono poi delle misure per cui solamente l’importo è legato all’Isee e non il diritto in sè. Ne sono un esempio l’assegno unico per figli a carico e il bonus nido, entrambi richiedibili anche senza Isee.

La normativa, infatti, riconosce un importo minimo per queste due misure - 50 euro al mese nel caso dell’assegno unico e 136,37 euro al mese per il bonus nido - con la possibilità di aumentarlo qualora l’Isee in corso di validità risulti inferiore a determinate soglie.

Ad esempio, per l’assegno unico avere un Isee inferiore a 15.000 euro assicura il diritto al massimo dell’importo, 175 euro nel caso dei figli minori. Per il bonus nido, invece, con un Isee inferiore a 25.000 euro l’importo raddoppia, in quanto il rimborso può essere di massimo 272,72 euro.

Ecco perché, specialmente quando si ritiene di avere un Isee basso, conviene sempre richiedere l’attestazione aggiornata: d’altronde quest’anno, con il servizio Dsu precompilato presente sul sito Inps, è molto semplice e veloce richiedere l’Isee (qui una guida pratica).

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