Cosa rischiano le famiglie italiane con lo stop al gas russo

Giorgia Bonamoneta

31 Agosto 2022 - 18:38

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Inverno difficile per famiglie e imprese. Ecco cosa si rischia con lo stop al gas russo secondo le associazioni di categoria.

Cosa rischiano le famiglie italiane con lo stop al gas russo

Dall’inizio della guerra in Ucraina è scattato l’allarme per le imprese e le famiglie in Italia. Già lo scorso febbraio si preannunciavano rischi concreti per via dello stop al gas russo. Oggi quei rischi sono reali, concreti. Sono diverse le preoccupazioni delle famiglie e delle imprese italiane, preoccupazioni che il Governo sta cercando di tamponare, contrastando il caro bollette e rafforzando i sostegni all’impresa. Un lavoro parziale, che lascerà spazio dopo il 25 settembre di costruire una strategia diversa, se necessario.

A preoccupare non sono soltanto le bollette verso il +500%, ma anche la spesa delle imprese. Confcommercio ha lanciato l’allarme: solo il terziario spenderà 33 miliardi in energia nel 2022. Il rischio per le imprese è non riuscire a rimanere in piedi, mettendo a rischio circa 370.000 posti di lavoro.

Aumento delle bollette e perdita dell’occupazione segnano una preoccupante perdita di capacità di acquisto, che inevitabilmente avrà un impatto negativo sull’economia. Garantire posti di lavoro e contenere il costo delle bollette è essenziale per mettere al sicuro imprese e famiglie. Un settore molto esposto alla crisi del gas e alle sue conseguenze è quello del turismo. Non solo perché il turismo è la prima spesa che le famiglie eliminano in caso di crisi economica, ma anche perché i costi dei trasporti e degli esercizi nella stagione invernale, tra riscaldamento e beni alimentari, sono destinati ad aumentare, restringendo ancora di più la platea.

Rischio bollette al +500%: aumenta il costo dell’energia

È del 23 agosto 2022 l’allarme di Arte, Associazione dei reseller e trader dell’energia, che avvertiva di un inevitabile aumento delle bollette fino al +500% rispetto al periodo pre Covid. Famiglie e imprese rischiano di rimanere impantanate nel costo dell’energia, con una spesa che solo per il settore terziario sarà di 33 miliardi di euro per il 2022, il doppio rispetto al 2019. Per le famiglie gli aumenti del costo di luce e gas sono calcolati dal +100% nel migliore dei casi, al peggiore degli scenari al + 500%.

In numeri si traduce in 2.242€ per l’elettricità e 3.461€ per il gas, compreso quanto già pagato fino a oggi. In totale sono oltre 5.700€ a famiglia solo per luce e gas, senza calcolare gli aumenti del costo dei trasporti e della spesa al supermercato.

La corsa dell’inflazione mette a rischio gli acquisti dei prossimi anni, infatti è stato calcolato che sarà di circa 34 miliardi di euro la perdita nei prossimi due anni. Inflazione e caro bollette segnano una tendenza, che senza un’inversione, porterà in due anni a spendere oltre 1.300€ in meno per ogni famiglia. Confesercenti si è detta preoccupata per lo scenario desolante che non si vedeva da almeno 35 anni.

Oltre 100 mila aziende a rischio chiusura

Oltre le famiglie, a soffrire di più saranno le imprese. Le aziende stanno già limitando la produzione a causa del costo dell’energia e le piccole imprese sono costrette ad aumentare i prezzi per pagare le spese. Per scongiurare lo scenario peggiore c’è bisogno di una riduzione volontaria della domanda del gas, di una riduzione della spesa e allo stesso tempo di una riduzione del costo.

Il rischio concreto, spiega Confcommercio, è che tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023 potrebbero chiudere 120.000 aziende. Un allarme che, nello scenario peggiore, rischia di lasciare a casa 370.000 persone. Un danno non indifferente e che renderebbe difficile la vita anche alle altre imprese, soprattutto quelle dei settori come turismo e ristorazione, spese che facilmente vengono eliminate nei momento di crisi. Il minor capacità di acquisto rischia di portare un periodo di profonda stagnazione.

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