Cosa rischia un genitore che fa tardi a scuola? Il controllo e la responsabilità sul minore

Claudio Garau

30 Dicembre 2022 - 12:32

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Di chi è la responsabilità sul minore che attende i genitori in ritardo dopo la fine delle lezioni? La risposta non è così scontata ed è opportuno conoscerla per evitare brutte sorprese.

Cosa rischia un genitore che fa tardi a scuola? Il controllo e la responsabilità sul minore

Il ruolo del genitore implica di dover rispettare una serie di obblighi e, tra essi, quello ricorrente per chi ha almeno un figlio in età scolastica, ovvero il compito di andare a prenderlo al termine delle ore di lezione. Nel corso di questo articolo ci soffermeremo sulla situazione di certo non infrequente in cui il padre o la madre ritardino il loro arrivo nell’istituto per le più svariate ragioni.

Motivi di lavoro, una lunga coda, un contrattempo e tante altre possibili ragioni possono essere alla base di un ritardo nell’assolvimento di questo fondamentale obbligo. Ebbene, cosa si rischia in questi casi? Ed inoltre, chi ha la effettiva responsabilità sull’incolumità dei figli nell’attesa che arrivino i genitori a scuola? La risposta è nelle regole di vigilanza degli alunni durante l’entrata e l’uscita da scuola. Il controllo, come vedremo, deve essere svolto tanto dai docenti quanto dal personale della scuola. I dettagli.

Responsabilità sul minore e obblighi del personale scolastico: il contesto di riferimento

In più casi il preside o la preside impongono ad alcuni professori di restare in classe o comunque nella struttura scolastica, anche dopo il termine delle lezioni, perché i genitori non si presentano a prendere i figli nell’orario di uscita da scuola. Anzi la prassi ci indica che non sono pochi i casi nei quali l’insegnante (soprattutto della scuola primaria) è tenuto ad accompagnare il minore fino all’uscita da scuola e ad aspettare l’arrivo dei genitori.

Ebbene, in base a quanto previsto da alcuni dirigenti scolastici, il professore rappresenterebbe la figura responsabile dell’incolumità dell’alunno, la quale deve assicurare la propria presenza per preservarlo da rischi. Questo nel caso in cui il genitore tardi 15 minuti, mezz’ora o anche di più. Ma in verità le cose non stanno proprio così dal punto di vista giuridico, e tra poco vedremo perché.

In base alla normativa, il controllo sugli alunni è svolto in senso ampio dal personale della scuola, dai professori e dal personale ausiliario. Ovvero l’insegnante è figura responsabile del bambino nel periodo di svolgimento delle lezioni scolastiche.

Sulla scorta di quanto previsto nel CCNL scuola, al fine di garantire l’opportuna vigilanza sugli scolari, il docente dovrebbe arrivare in aula cinque minuti prima dell’orario di inizio delle lezioni, e dovrebbe altresì assistere fisicamente all’uscita di tutti gli alunni dopo la fine delle lezioni. Ecco perché non è sbagliato affermare che il professore dell’ultima ora ha l’obbligo di sorvegliare gli stessi alunni (specialmente se molto piccoli) fino all’uscita dalla struttura scolastica, garantendosi inoltre, che tutti i genitori siano presenti al di fuori per prendere i figli.

D’altronde è un compito di cui si può comprendere facilmente il motivo: i professori sarebbero infatti direttamente responsabili nel caso in cui lasciassero un bambino ad una persona non delegata. Un caso tipico è quello del conflitto sulla genitorialità o le ipotesi di minori sottratti dal familiare che non ne aveva la custodia.

Il caso del ritardo e i contrasti di vedute tra docenti e professori

Non di rado si hanno però conflitti tra genitori e professori o tra questi ultimi e preside, aventi ad oggetto il ritardo con cui i genitori si presentano a scuola per riprendere i figli, dopo il suono dell’ultima campanella.

Si tratta specialmente di quei casi in cui i genitori di un certo alunno si presentano in ritardo più volte, e magari anche dopo diverso tempo dalla fine delle lezioni. Secondo la tesi di non pochi genitori, l’insegnante è obbligato a restare a scuola col bambino fino a quanto il familiare, o un delegato, non si presenti a scuola per riprendere il figlio. Da parte loro, invece i professori ritengono che non sia ammissibile il comportamento di chi fa frequenti ritardi, portando ad una ingiustificata estensione del loro orario di lavoro.

Per quanto riguarda invece i dirigenti scolastici, l’orientamento non è univoco ed infatti abbiamo chi è d’accordo con la posizione degli insegnanti e chi, invece, indica che i professori dell’ultima ora di lezione, e specialmente nel caso di bambini molto piccoli, debbano aspettare comunque l’arrivo del genitore - e ciò anche quando l’attesa si prolunghi per molto tempo.

Responsabilità e controllo sul minore: il ruolo del personale scolastico

Come accennato in apertura, può succedere che il genitore di un alunno non sia presente dopo la fine dell’orario scolastico giornaliero. Davvero la responsabilità del controllo deve ricadere sul professore? Ebbene, l’insegnante - e in particolare quello delle primarie - non è tenuto ad aspettare con l’alunno l’arrivo del genitore, ma deve piuttosto avvisare il preside scolastico (o chi ne fa le veci) della mancanza dei genitori del bambino. Questo è il suo obbligo di servizio.

Dopo questo passaggio essenziale, lo scolaro sarà affidato in custodia momentanea ai collaboratori scolastici, ovvero i bidelli. Questi saranno tenuti a custodire l’alunno in attesa, anche facendo ricorso a straordinario e comunque mettendo in pratica gli accorgimenti di comunicazione con la famiglia, con il preside (o collaboratore vicario). Detta sorveglianza varrà fino a quando non venga provveduto in merito e i bambini prelevati in sicurezza. Quindi è più corretto affermare che è il personale della scuola ad essere tenuto a sorvegliare il minore, fino all’arrivo del familiare o del genitore per il prelievo dalla struttura.

Anzi un regolamento d’istituto ben scritto prevede, con chiarezza e nel rispetto delle regole vigenti, la situazione della mancanza del genitore all’uscita di scuola e il meccanismo con il quale i bambini saranno custoditi dalla scuola. E la previsione non potrà che essere nei termini appena visti.

Che succede però nel caso in cui il ritardo si prolunghi per diverse ore? Ebbene, in casi come questo, la scuola è autorizzata ad avvisare la polizia, la quale adotterà le misure del caso. Le forze dell’ordine potranno dunque fare le opportune indagini sul perché del comportamento del genitore, che ha costretto a scuola il figlio anche dopo molto tempo dal suono della campanella.

Conclusioni

Sintetizzando quanto abbiamo visto finora, a ben vedere la situazione non è così incerta come si potrebbe pensare all’apparenza. Questo perché, se il genitore o un delegato non è presente all’uscita, l’insegnante:

  • in verità non ha obbligo di servizio di aspettare l’arrivo del genitore;
  • dovrà però segnalare al preside o alla preside la mancanza del familiare;
  • dovrà anche “consegnare” lo scolaro alla vigilanza dei collaboratori scolastici.

Perciò l’effettivo rispetto delle regole di sorveglianza determinerà che il bidello sarà tenuto a controllare l’alunno nell’attesa, senza poter compiere le proprie ordinarie mansioni. Sarà inoltre compito del personale scolastico contattare i genitori o i delegati della famiglia, per garantire che l’alunno resti meno tempo possibile a scuola dopo la fine delle lezioni.

Nel caso in cui il ritardo sia ripetuto e non episodico, oppure nella situazione in cui il non arrivo dei genitori si protragga per ore, la scuola potrà certamente avvisare le forze dell’ordine, perché siano svolte indagini sugli episodi di abbandono temporaneo del minore.

In altre parole, non sussiste un obbligo di legge o di codice civile che richiede al professore di restare a scuola anche dopo la fine delle lezioni, per aspettare i genitori ritardatari e consegnare i figli. Il compito del controllo sugli alunni è della scuola come struttura, la quale si avvarrà appunto dei bidelli che dedicheranno il loro tempo a fare sorveglianza, invece che ad altri compiti.

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