Coronavirus USA: perché Trump non vuole più la task force di Fauci?

Violetta Silvestri

6 Maggio 2020 - 08:41

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Coronavirus USA: la task force di Fauci, addetta alle indicazioni sanitarie, potrebbe finire il suo lavoro a breve. Trump sembra intenzionato a liberarsene, proprio nel momento più delicato della pandemia. Perché?

Coronavirus USA: perché Trump non vuole più la task force di Fauci?

Coronavirus USA: Trump pare sempre più deciso a liberarsi degli ostacoli alla sua politica della totale riapertura. Come? L’ultima novità, in parte confermata da Mike Pence, racconta di una prossima liquidazione della task force sull’epidemia.

La transizione della gestione epidemia verso l’agenzia federale è in studio, secondo quanto dichiarato dal vicepresidente degli Stati Uniti. I progressi, a detta della Casa Bianca, sono ormai talmente evidenti che il lavoro del dr. Fauci - mai veramente amato dal tycoon - e degli altri esperti appare inutile.

Eppure, i decessi per coronavirus negli USA non sono affatto diminuiti in modo così evidente e alcuni Stati continuano a preoccupare per la loro curva di contagi, mentre le riaperture si diffondono.

Trump sembra sempre più convinto che l’economia riprenderà i suoi ritmi prossimamente, la normalità tornerà presto, l’emergenza sanitaria è quasi finita e, soprattutto, la Cina è l’unica responsabile del coronavirus.

Forse, la smentita di Fauci sull’origine dell’infezione nel laboratorio di Wuhan ha offerto l’ultimo assist per sbarazzarsi della task force.

Trump non ha bisogno della task force: ecco perché

Le indiscrezioni sul presunto - tutto da confermare - annullamento della task force sul coronavirus negli USA arrivano proprio quando il presidente ha ormai rivolto la sua attenzione interamente alla riapertura dell’economia della potenza americana.

Riaprire tutto e subito, anche a costo di altre vittime: questa è stata l’ultima dichiarazione di Trump.

Entro la fine della settimana, i principali funzionari economici del presidente dovrebbero svelare nuove idee per la politica fiscale e le modifiche normative con lo scopo di rafforzare l’economia americana nel terzo e quarto trimestre dell’anno.

Obiettivi chiari, quelli della Casa Bianca, che poco si conciliano con la costante preoccupazione sanitaria e con i suggerimenti di prudenza nei confronti dell’allentamento del lockdown che giungono dagli esperti della task force.

Il bilancio delle vittime del coronavirus negli USA continua a salire, avendo ormai superato la soglia dei 71.000 e il virus si sta diffondendo in nuove aree del Paese. I funzionari sanitari rimangono preoccupati per un aumento di casi in luoghi come Chicago e Des Moines, Iowa.

Ma le priorità di Trump sono altre: ripartenza, apertura di attività commerciali e produttive, ritorno dei consumi, prosperità finanziaria, accelerazione su terapie e vaccini vincenti.

All’interno della Casa Bianca, per questo, si è discusso della creazione di un gruppo nuovo e più piccolo per soppiantare la task force, focalizzato piuttosto sullo sviluppo di un vaccino e di cure.

Funzionari sanitari e altri esperti a stretto contatto con la presidenza non sarebbero proprio contenti del prossimo scioglimento della task force, vista la diffusione in corso del virus.

La strategia di Trump, però, resta ancorata - adesso più che mai - a due pilastri: l’economia e la guerra alla Cina. Non c’è spazio per emergenza sanitaria, allarme contagi, prudenza nella ripartenza. E, soprattutto, viene poco tollerato chi mette in dubbio la colpa cinese sul virus, proprio come avrebbe fatto Fauci in un’intervista.

La task force, quindi, non rientra nelle priorità. Di Trump o degli Stati Uniti?

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