Coronavirus, Salvini e il nazionalismo a due facce: l’ultima provocazione

Violetta Silvestri

03/03/2020

12/06/2020 - 22:05

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Il coronavirus ancora protagonista della scena politica italiana. Dinanzi all’emergenza della crisi economica, Salvini lancia le sue proposte in aspra polemica con il Governo e in nome del nazionalismo. Che, però, appare a due facce.

Coronavirus, Salvini e il nazionalismo a due facce: l’ultima provocazione

Il coronavirus continua a monopolizzare la scena politica in Italia. Governo, istituzioni e leader partitici di maggioranza e opposizione sono in continuo fermento, ta decreti, proposte e, naturalmente, polemiche.

Matteo Salvini non ha mai nascosto il suo tono aspro e critico nei confronti di Conte e dell’esecutivo, senza lasciare grande spazio a una tregua che altri, sebbene all’opposizione, stanno comunque praticando.

Al contrario, la voce del leader della Lega si sta facendo sempre più minacciosa e l’ultimo monito contro la maggioranza è arrivato parlando del decreto approvato in Consiglio dei ministri per affrontare l’emergenza economica del virus.

O le proposte di Salvini saranno accettate e si cambia, o in Parlamento il voto della Lega non ci sarà. Questa la sintesi della strategia combattiva del Carroccio. Ricatto, provocazione, ostinata opposizione? Il senatore leghista continua a etichettare il suo atteggiamento come responsabilità verso il suo Paese.

Il nazionalismo di Salvini ai tempi del coronavirus, però, appare sempre più a due facce.

Coronavirus: perché il nazionalismo di Salvini non è unità nazionale

Matteo Salvini è sempre apparso come uno dei politici più nazionalisti e patriottici. Difendere i confini dello Stato e il suo popolo (Prima gli italiani) sono le sue priorità, che gli costeranno addirittura un processo (per il caso Gregoretti).

Dinanzi all’emergenza del coronavirus, però, la sua responsabilità per aiutare la nazione a rialzarsi e ad affrontare una crisi non più solo sanitaria, ma anche - e soprattutto - economica non si sta traducendo in un atteggiamento conciliante con le istituzioni del Paese.

L’ultima provocazione in questo senso è arrivata proprio oggi, 3 marzo. Dopo aver incontrato le associazioni di categoria dei produttori per fare il punto sulle perdite in termini di profitto e proporre soluzion concrete per evitare la crisi, Salvini ha tuonato, nuovamente, contro il Governo:

“Se il decreto arriva così in Parlamento, sicuramente non votiamo una cosa che non serve al Paese.”

Una vera opposizione, quindi, quella del leader della Lega, che non intende riconoscere il momento delicato del Paese e unirsi agli altri partiti di minoranza - quale Fratelli d’Italia - che, seppure con distinguo, voteranno a favore in Aula.

Salvini continua a ripetere che quanto stabilito da Conte è una vera elemosina, poiché servono almeno 50 miliardi. In nome del suo nazionalismo, quindi, continuerà a fare battaglia contro l’esecutivo. L’Italia sarà divisa anche in questo momento.

Quale nazionalismo propone Salvini ai tempi del coronavirus?

Nonostante la sua avversione nei confronti del Governo, la responsabilità di Salvini è ai massimi livelli in questo momento così cruciale per le sorti del Paese.

Il nazionalismo salviniano targato coronavirus si traduce in costanti proclami a sostegno del Made in Italy, dei viaggi nel Bel Paese, dei medici italiani, delle forze dell’ordine, dei sindaci e Governatori (soprattutto se leghisti, come Zaia e Fontana).

Non mancano nemmno gli appelli contro i porti aperti, con discutibili parallelismi tra frontiere chiuse con la Cina e mari aperti. I suoi canali social sono ricchi di interventi diretti al popolo italiano nei quali si prendono di mira migranti, Unione Europea per il suo silenzio e il poco sostegno all’economia nazionale, Conte e ministri per l’incapacità di agire.

L’urgenza, secondo Salvini, è far ripartire tutta l’Italia, non solo il Nord, sostenendo imprese e commercianti. Il suo piano è pronto e parla chiaro contro tasse e a favore si sussidi finanziari.

Per ripartire dal coronavirus, nella ricetta leghista, l’unità nazionale nelle istituzioni non serve. Il voto contrario all’ultimo decreto - se ci sarà come annunciato - lo dimostra. Il nazionalismo salvinano ai tempi del virus in Italia si alimenta di posizioni - che anche fossero giuste - appaiono intransigenti e, quindi, suscitano dubbi sulla vera utilità per il Paese.

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