Mercati: ecco perché il Coronavirus non spaventa più le borse

Luca Fiore

13 Febbraio 2020 - 08:03

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A dispetto delle notizie in arrivo dall’Asia, l’umore dei mercati resta improntato all’ottimismo. Vediamo perché.

Mercati: ecco perché il Coronavirus non spaventa più le borse

Nonostante la chiusura in negativo delle borse asiatiche, spinte al ribasso dalla modifica del metodo di calcolo dei contagiati dal virus COVID-19, sia destinata a penalizzare anche l’avvio di seduta in Europa, è innegabile che le borse mondiali si stiano lentamente affrancando dalle tensioni legate al Coronavirus.

Se da un lato il continuo flusso di notizie in arrivo dalla Cina finisce inevitabilmente per alimentare il nervosismo degli operatori, i mercati finanziari sembrerebbero essersi convinti che il picco di infezione del Coronavirus sia ormai stato raggiunto nella prima settimana di febbraio.

Più in particolare, gli operatori finanziari sono orientati a pensare che, nonostante le conseguenze sull’economia reale con cui ci troveremo a che fare nei prossimi mesi (Coronavirus: quanto perderà l’economia mondiale?), le misure di contenimento adottate dalle autorità del Dragone stiano funzionando.

Coronavirus: blocco delle attività in Cina

Il conto maggiore sarà ovviamente appannaggio della Cina che, già alle prese con la guerra commerciale, si trova a dover fronteggiare il blocco quasi completo delle attività economiche.

Goldman Sachs - ha rilevato di Giuseppe Sersale di Anthilia - ha pubblicato una serie di indicatori ad alta frequenza dell’attività economica in Cina, i quali confermano un livello bassissimo di interazione”. Il consumo di carbone da parte dei generatori, continua l’esperto, “è rimasto sui livelli delle feste” e “il traffico di passeggeri e il congestionamento stradale viaggiano rispettivamente al 20% e al 75% del solito, e l’immobiliare è quasi completamente fermo”.

La crescita dell’economia cinese, già stimata in rallentamento al 5,9%, nel 2020 è ora vista, a causa proprio delle misure per contenere il Coronavirus, al 5,5%. Ovviamente una minore crescita del Pil cinese è destinata a riversarsi sul dato globale (di cui Pechino genera circa un quinto).

Coronavirus: i mercati non hanno paura

Ma, come detto, i mercati finanziari non stanno risentendo più di tanto delle notizie in arrivo da Pechino relative il Coronavirus.

I listini finanziari statunitensi continuano ad inanellare nuovi record, Francoforte ci si avvicina sempre più e con la chiusura di ieri (+0,7% a 24.861,28 punti) il nostro Ftse Mib si è riportato su livelli che non si vedevano dal 2008.

Da cosa deriva tutta questa sicurezza? La risposta, di questi tempi, è piuttosto ovvia: dalle banche centrali.

A ragione, gli operatori di mercato sono consapevoli che qualsiasi rallentamento dell’economia reale sarà contrastato da nuova liquidità e da nuove misure di stimolo. E gli ultimi provvedimenti adottati alla Bank of China non fanno che avvalorare questa tesi.

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