Covid, qual è il rischio di contagio all’aperto? Lo studio

Laura Pellegrini

07/04/2021

24/08/2021 - 09:56

condividi

Il rischio di contagio da Covid-19 all’aperto è molto basso: secondo i risultati di una ricerca irlandese, con le dovute precauzioni è raro contrarre l’infezione.

Covid, qual è il rischio di contagio all’aperto? Lo studio

La bella stagione in arrivo spinge le persone a trascorrere più tempo fuori dalla propria abitazione, per godere della luce del sole e delle giornate più lunghe: ma qual è il rischio di contagio da Covid-19 all’aperto?

La questione è stata sollevata diverse volte nel corso di quest’anno di pandemia e finalmente possiamo affermare, secondo quanto scoperto da una ricerca irlandese, che il rischio di trasmissione del virus all’aperto si limita a un caso ogni 1.000 positivi.

Ecco cosa hanno scoperto gli esperti irlandesi sul rischio di contagio all’aperto e come si possono prevenire le occasioni di contatto con le altre persone.

Covid, rischio di contagio all’aperto: lo studio irlandese

Uno studio irlandese ha scoperto che il contagio all’aperto è limitato allo 0,1% dei casi. Secondo i dati riportati dall’Health Protection Surveillance Center (HPSC), l’autorità che registra i bollettini irlandesi, ci sono stati 232.164 casi di Covid-19 in Irlanda fino al 24 marzo 2021, dei quali solo 262 sono risultati dalla trasmissione dell’infezione all’aperto.

Lo studio ha focalizzato l’attenzione sui “luoghi che sono principalmente associati ad attività all’aperto, ovvero sport all’aria aperta e cantieri edili”.

Ma la possibilità di contagio anche negli spazi aperti non è da escludere categoricamente: il 20% dei casi rilevati deriva da un punto di trasmissione non noto. Inoltre, sono stati individuati 21 focolai nei cantieri edili con 124 casi e 20 focolai associati ad attività sportive e fitness in cui ci sono stati 131 casi. Numeri ridotti, ma non trascurabili.

Contagi all’aria aperta: cosa dicono gli altri studi

Molti studi internazionali hanno confermato che la trasmissione del Covid all’aperto è molto più bassa rispetto a quanto avvenga nei luoghi chiusi.

Uno studio realizzato in Cina, per esempio, ha rivelato che su un totale 1.245 persone positive al Covid-19, in soli 3 casi il contagio era avvenuto all’aperto tra persone che stavano conversando senza mascherina. Anche stando all’esterno, infatti, rimanere a contatto con altre persone (potenzialmente contagiose) per lungo tempo e senza protezione adeguate, aumenta il rischio di trasmissione.

Secondo una ricerca dell’Università della California, invece, la possibilità di contrarre il Covid-19 in uno spazio al chiuso è 19 volte maggiore che non all’aperto.

Risultati simili anche dall’Università di Canterbury, dove il professor Mike Weed ha studiato 27.000 casi sulla base di 6.000 diversi dati, arrivando a concludere come le riunioni o gli eventi all’aperto siano sicuri qualora vengano rispettate tutte le precauzioni legate al caso.

Il rischio di contagio all’aperto è basso “se le persone si mantengono a distanza fisica, evitano conversazioni ravvicinate e fanno molta attenzione che i luoghi condivisi siano molto ben ventilati. E che indossino mascherine ”, ha spiegato il professor Orla Hegarty, assistente presso la scuola di architettura dell’University College di Dublino.

La bella stagione aiuta a contrastare il Covid?

La bella stagione incide sul rischio di contagio da Covid-19 ed è per tale motivo che in estate le restrizioni si possono allentare e i contagi diminuiscono. Esistono dei fattori ambientali tali da contrastare la diffusione del coronavirus all’aperto.

Il motivo principale è che all’aria aperta avviene la rarefazione delle goccioline sospese nell’aria che potrebbero contenere il virus. Per essere contagiati, infatti, non basta entrare a contatto con una singola particella virale che il sistema immunitario sarebbe capace di distruggere, ma con una carica più consistente.

Oltre alla rarefazione delle particelle di virus all’aria aperta, si aggiunge - soprattutto nel periodo estivo - la registrazione di temperature elevate e gradevoli che contribuiscono a far evaporare rapidamente le goccioline e l’azione dei raggi UV del sole sembra essere efficace contro il coronavirus.

Un altro fattore favorevole è il vento, che aiuta a disperdere le goccioline e a ridurne la concentrazione, abbassando di conseguenza il rischio di contrarre l’infezione quando ci si trova all’aperto.

Argomenti

Iscriviti a Money.it