Corea del Nord: dalle minacce all’esplosione. Alta tensione con Seul

Violetta Silvestri

16/06/2020

12/10/2020 - 15:30

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La Corea del Nord inasprisce la tensione con Seul. Dalle minacce, infatti, si è passati a un primo e pericoloso fatto: l’esplosione dell’ufficio inter-coreano, simbolo della fragile comunicazione tra le due nazioni. Pyongyang vuole la guerra?

Corea del Nord: dalle minacce all’esplosione. Alta tensione con Seul

Sale la tensione tra le due Coree. Dalle minacce di Pyongyang di ritorsioni gravi su Seul, a seguito del lancio dei palloncini con messaggi contro il regime del Nord, si è passati ai fatti.

Nello specifico, ad una vera e propria esplosione, ordinata da Kim Jong-un con l’intento palese di provocare e avvertire la vicina nazione: il clima è teso, non verranno tollerate altre azioni di protesta provenienti dai rifugiati in Corea del Sud.

La distruzione dell’edifico, sede di un ufficio simbolico per i due Paesi, quello del collegamento inter-coreano, allontana la possibilità di un colloquio di pace e di un riavvicinamento tra le storiche nemiche belligeranti.

La Corea del Nord vuole la guerra contro Seul?

Esplode l’ufficio di collegamento tra le due Coree: cosa è successo

La Corea del Nord è tornata all’azione bellicosa: il 16 giugno ha fatto esplodere la sede dell’ufficio di collegamento inter-coreano.

Istituita nel 2018 nel tentativo di avviare comunicazioni pacifiche e di collaborazione tra i due Paesi, tale postazione rappresentava quasi una istituzione diplomatica tra le nazioni in eterno conflitto.

L’esplosione voluta da Kim Jong-un, quindi, assume un significato profondo: distruggere, più che un edificio, i debolissimi rapporti tra Corea del Nord e Corea del Sud.

Il leader nordcoreano non ha proprio tollerato il lancio di palloncini con messaggi contro il regime che alcune settimane fa è partito proprio dalla nazione confinante, a opera dei disertori fuggiti nel territorio sudcoreano.

A rispondere in modo minaccioso, era stata la fedele “consigliatrice” del presidente Kim, sua sorella, che aveva inviato avvertimenti poco rassicuranti.

Tagliate le comunicazioni ufficiali, era poi avanzata la minaccia da parte delle forze armate nordcoreane di tornare a occupare la zona demilitarizza lungo il famoso 38° parallelo, simbolo della tregua dal 1953.

A nulla, finora, è valso l’appello del presidente sudcoreano Moon Jae-in di tornare a dialogare.

Quale strategia dalla Corea del Nord?

L’esplosione dell’ufficio per il collegamento inter-coreano dice molto di più del fatto bellicoso che rappresenta. Racconta, infatti, di una Corea del Nord inquieta, che sta lanciando messaggi propagandistici alla sua nazione, a Seul e, naturalmente, ai nemici Stati Uniti.

Probabilmente Kim Jong-un non sta accogliendo di buon grado il legame tra Stati Uniti e Corea del Sud, in collaborazione con esercitazioni militari. E il leader nordcoreano non ha fatto mancare il suo avviso a Trump di rimanere fuori dalle vicende tra le due Coree. La Casa Bianca, infatti, aveva commentato il suo rammarico dopo l’interruzione delle comunicazioni con Seul volute da Pyongyang.

Mettere pressione sulla Corea del Sud potrebbe convincerla a cedere alle richieste di allentamento delle sanzioni USA, per le quali Seul si era detta ottimista. O ad avviare importanti progetti congiunti di tipo economico, dei quali la nazione nordcoreana avrebbe urgente bisogno.

La tensione tra le due Coree, quindi, potrebbe non essere ancora al suo apice.

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