Confindustria: l’Italia a un bivio. PIL giù del 10% nel 2020 e 400.000 lavoratori in meno

Violetta Silvestri

10 Ottobre 2020 - 15:23

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Le stime di Confindustria sulla ripresa economica in Italia mettono in allarme: PIL in calo del 10% e almeno 400.000 lavoratori in meno nel 2020. Lo scenario di un Paese al bivio.

Confindustria: l’Italia a un bivio. PIL giù del 10% nel 2020 e 400.000 lavoratori in meno

Le stime di Confindustria sulla crisi economica in Italia arrivano come macigni sul piano del Governo per ripartire.

Secondo il Centro studi dell’organizzazione, infatti, la contrazione del PIL e la perdita di posti di lavoro prevista per fine 2020 sono preoccupanti.

Il nostro Paese è giunto a un bivio nel quale non può più sbagliare strada: se le risorse europee non saranno ben spese il futuro sarà segnato dal declino e dal peso dell’enorme debito pubblico. Questa la visione di Confindustria, illustrata nel dettaglio di seguito.

Italia: PIL a -10% nel 2020. Il Paese indietro di 23 anni

L’Italia ha fatto un passo indietro di 23 anni secondo il report di Confindustria. Il Centro studi ha messo in evidenza che il declino del Paese scatenato dalla crisi coronavirus è profondo e le previsioni sulla crescita sono state riviste in negativo.

Il Prodotto Interno Lordo diminuirà del 10% a fine anno e vedrà una ripresa del 4,8% nel 2021, senza contare nella previsione l’impatto delle risorse europee e degli investimenti ad esse legati, ancora poco stimabili.

C’è stato un crollo e la risalita è molto difficile secondo l’organizzazione di industriali e imprenditori. Per questo, la revisione delle stime è stata leggermente al ribaasso rispetto a qualche mese fa.

L’allarme maggiore è stato lanciato sul fronte occupazione: nel solo 2020, si conteranno in stima 410.000 lavoratori in meno, con un impatto di -1,8% sulla forza lavoro.

Secondo Confindustria, il rimbalzo del PIL atteso nel 2021 non sarà comunque sufficiente a riportare un trend positivo per l’occupazione: si prevedono ancora 230.000 lavoratori in meno.

L’evidenza è che il “ricorso importante a strumenti come la Cig” sta arginando la grande crisi del lavoro. La diminuzione degli Ula - il numero di unità equivalenti a posti di lavoro a tempo pieno - è però importante, pari al 10,2% e a 2 milioni e 450 mila unità.

Risorse europee: opportunità unica per l’Italia

In questo scenario di incertezza, gli strumenti europei - Recovery Fund, MES, Sure - sono la grande e vera opportunità per la ripresa italiana.

Confindustria ha sottolineato che:

“per l’Italia l’utilizzo degli strumenti europei costituisce un bivio cruciale: se si riusciranno a utilizzare in modo appropriato le risorse e a potenziarne l’effetto, portando avanti riforme troppo a lungo rimaste ferme, allora si sarà imboccata la strada giusta per risalire la china. Altrimenti l’Italia rimarrà un Paese in declino, che non sarà in grado di ripagare il suo enorme debito pubblico

Da via dell’Astronomia il monito è chiaro: occorre un cambio di passo urgente su come vengono prese le decisioni pubbliche e progettati gli investimenti. Gualtieri ha subito commentato che la visione è condivisa e rispecchia quanto stabilità nella Nadef.

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