Contrasto all’evasione: compliance e controlli per piccole e medie imprese

Nadia Pascale

24 Giugno 2022 - 18:29

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Quali sono le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate per il contrasto all’evasione fiscale di PMI? Ecco tutte le indicazioni e i comportamenti da evitare.

Contrasto all’evasione: compliance e controlli per piccole e medie imprese

L’Agenzia delle Entrate nella circolare 21/E del 2022 pone particolare attenzione alle Piccole e Medie Imprese che rappresentano la maggioranza delle attività economiche presenti in Italia. Dalla circolare emerge un approccio molto soft e amichevole nel contrasto all’evasione fiscale posta in essere dalle PMI, infatti risultano privilegiati strumenti come la compliance e il ravvedimento operoso limitando al massimo il ricorso a procedure particolarmente invasive di riscossione coattiva.

Il Fisco invita quindi le direzioni Regionali e provinciali a supportare i contribuenti nel corretto adempimento degli obblighi fiscali e promuovere l’adempimento spontaneo anche attraverso l’uso del ravvedimento operoso.

Preferenza per la compliance e per il ravvedimento operoso

Al centro della strategia prevista per combattere l’evasione fiscale delle Piccole e Medie Imprese ci sono le comunicazioni volte a invitare il contribuente a regolarizzare la posizione. Le Direzioni devono quindi effettuare i controlli prediligendo gli incroci dei dati già presenti negli archivi dell’Agenzia. Ad esempio devono essere incrociati i dati relativi alla fatturazione elettronica, esterometro e corrispettivi telematici con i dati presenti della dichiarazione Iva, annuale e periodica (Lipe). Nel momento in cui rilevano delle incongruenze è compito degli uffici invitare il contribuente a regolarizzare la posizione.

Nel quarto trimestre 2022 gli uffici dovranno provvedere anche alla comunicazione delle anomalie riscontrate nella fase di registrazione degli aiuti di Stato ricevuti dalle PMI nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato. Ricordiamo che gli adempimenti inerenti le autodichiarazioni sugli aiuti di Stato sono stati prorogati con il decreto Semplificazioni e che l’Agenzia delle Entrate dovrà provvedere entro il 31 dicembre del 2022 all’inserimento dei dati nel Registro.

Con questa comunicazione viene invitato il contribuente a verificare la correttezza dei dati inviati. Rapporto amichevole anche per quanto riguarda gli adempimenti Isa (indicatori Sintetici di Affidabilità): sarà necessario disporre una “campagna informativa” con cui i contribuenti sono portati a conoscenza di errori, omissioni, incoerenze, riscontrati nei modelli dichiarativi 2020, invitando quindi il contribuente a non commettere gli stessi errori nella compilazione dei modelli dichiarativi 2021. Tali comunicazioni dovranno essere rese disponibili agli utenti nella seconda metà del 2022 attraverso il cassetto fiscale.

Modalità di selezione dei contribuenti a elevato rischio

Sarà compito delle Direzioni regionali provvedere alla individuazione di soggetti con una maggiore pericolosità fiscale. Questa operazione dovrà essere condotta attraverso l’uso delle piattaforme di analisi avanzata dei dati e dovrà essere mirata soprattutto a far emergere le indebite percezioni di aiuti di stato, crediti di imposta e contributi.

L’Agenzia sollecita a condurre indagini soprattutto nei confronti di coloro che presentano volumi di ricavi diversi rispetto alle imprese che hanno la medesima struttura operativa. Questa appare essere un’ottima indicazione anche per i contribuenti che possono quindi sapere in anticipo se potenzialmente sono esposti a rischi di indagini e approfondimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si invitano però le Direzioni a non sprecare risorse per situazioni di evidente marginalità economica.

Controlli su indebita percezione di credito di imposta

Il credito di imposta è uno strumento che negli ultimi anni è stato molto utilizzato per aiutare le imprese. Questo consente di ottenere contributi tramite sgravi fiscali da utilizzare in compensazione con il Modello F24. Naturalmente anche in questi settori possono verificarsi delle frodi fiscali e di conseguenza l’Agenzia delle Entrate, visto che i maggiori fruitori delle agevolazioni erogate con questo strumento sono le PMI, ha esortato le Direzioni a svolgere una particolare attività di indagine su eventuali abusi.

Su questo argomento la prima precisazione è però quella di porre attenzione a coloro che mettono a disposizione consulenza alle imprese per la gestione dei vari aiuti, infatti proprio questi soggetti “appaiono specializzati nella costruzione di documentazione solo formalmente corretta al fine al fine di dimostrare la spettanza del credito”.

Queste vuol dire che saranno attenzionate soprattutto le imprese che si sono rivolte a tali consulenti che già appaiono in altre indagini. Si faccia il caso l’impresa X riceve credito di imposta e la domanda è stata presentata dal consulente Y, se si riscontrano anomalie è molto probabile che saranno controllati tutti i soggetti che hanno presentato identica domanda con la consulenza di Y.

L’Agenzia fornisce quindi un elenco degli aiuti erogati tramite credito di imposta che devono essere valutati in modo prioritario:

  • credito di imposta per ricerca e sviluppo;
  • credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno;
  • credito di imposta sisma centro-Italia;
  • credito di imposta zone economiche speciali (ZLS);
  • credito di imposta formazione 4.0;
  • credito di imposta patrimonializzazione;
  • credito di imposta per ricerca e sviluppo, misura incrementale Mezzogiorno e zone colpite dal sisma nel centro Italia;
  • credito di imposta per canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda.

Si ricorda che per gli abusi relativi al credito di imposta per ricerca e sviluppo, nel decreto legge 146 del 2021 (convertito in legge 215 del 2021) è già previsto un meccanismo di riversamento rateale per gli importi per i quali sia stato indebitamente percepito il credito di imposta. Questo particolare strumento non può però essere utilizzato con condotte palesemente fraudolente.

Le indicazioni operative dell’Agenzia non finiscono qui, infatti, si invitano gli uffici a porre particolare attenzione ai casi nei quali le somme risultino utilizzate in compensazione per il pagamento di somme iscritte a ruolo (si tratta dei casi in cui le somme sono riscosse tramite mediazione, conciliazione o comunque in seguito a indagini che hanno appurato mancati versamenti), segno che vi è una certa abitudinarietà nel comportamento lesivo degli interessi collettivi.

Infine, gli ultimi suggerimenti sulle attività di controllo riguardano l’Iva, in questo caso deve essere posta attenzione a fenomeni di sotto-fatturazione, detrazione di costi non inerenti l’attività esercitata con connessa detrazione Iva. Si tratta di costi che potrebbero essere stati sostenuti per soddisfare consumi personali e non per l’attività professionale/commerciale svolta. Questi comportamenti rappresentano un danno per la collettività e quindi devono essere tenuti sotto controllo.

I controlli dovranno essere diversificati in base alla dimensione dell’impresa. L’Agenzia sottolinea che per le imprese che hanno una struttura prossima ai Grandi Contribuenti l’attività di controllo dovrà essere strutturata con criteri utilizzati per tali soggetti e dovrà essere indirizzata a scovare sistemi di pianificazione fiscale che erodono la base imponibile.

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