La Cina si prepara per la guerra? Le scorte di grano potrebbero essere un indizio

Luna Luciano

11/06/2022

11/06/2022 - 10:38

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La Cina custodisce oltre 140 milioni di tonnellate di grano: molto più di quanto ne manchi sul mercato a causa dell’invasione russa in Ucraina. Ma perché? Qual è la vera strategia di Pechino?

La Cina si prepara per la guerra? Le scorte di grano potrebbero essere un indizio

Mentre si protrae da oltre 100 giorni la guerra tra Russia e Ucraina, aumentano le preoccupazioni nel resto del mondo per la “guerra del grano”, ossia la minaccia russa alle forniture alimentari.

L’Ucraina, come risaputo, è un produttore chiave di grano, mais e olio di girasole e si teme che i bombardamenti sui campi di coltivazione e il blocco dei porti possano causare una vera emergenza alimentare globale. Eppure, la Cina, nonostante sia un grande importatore di grano, non risente realmente della crisi attuale, anzi potrebbe trarne vantaggio. Pechino ha infatti accumulato oltre 140 milioni di tonnellate di grano nei propri silos. Si tratta della più grande scorta di grano, un risultato che certamente non si ottiene in pochi mesi.

La Cina ha iniziato ad accumulare grano da anni, prima quindi dell’invasione russa dell’Ucraina, un dato questo che se da una parte potrebbe essere rassicurante, dall’altro resta un vero “mistero” - come suggerisce un articolo del Corriere della Sera. Ci si interroga infatti sul perché il gigante asiatico abbia accumulato delle così grandi riserve di grano, si ipotizza che il Paese si prepari per la guerra, ma non è esattamente così. È opportuno quindi approfondire la questione, cercando di capire qual è la vera strategia della Cina.

Riserve di grano, siamo davvero di fronte a un’emergenza alimentare?

Da tempo ci si preoccupa della guerra in Ucraina e ora il mondo non può non preoccuparsi anche della minaccia alle forniture di grano, si teme infatti una vera emergenza alimentare globale, eppure i dati mostrano un’altra situazione. Stando ai dati ufficiali forniti dal U.S. Foreign Agricultural Service, le riserve di grano custodite nei silos cinesi per un totale di 140 milioni di tonnellate, un dato rassicurante, se confrontato con la quantità di grano che manca sui mercati mondiali a causa del conflitto russo-ucraino: circa 50-60 milioni di tonnellate.

La Cina possiede quindi più scorte di grano di tutto il resto del mondo: la coalizioone Usa-Ue-Canada-Australia ha raggiunto circa 40 milioni di tonnellate di riserva; l’Asia meridionale, inclusa l’India, ne possiede meno della coalizione occidentale; mentre l’area del Medio Oriente e Nordafrica ha riserve pari a circa la metà dell’Occidente. Secondo i calcoli il mondo possiede circa 280 milioni di tonnellate di grano: una scorta sufficiente per affrontare il ricatto della Russia che sequestra le esportazioni ucraine.

Come ha voluto ricordare l’esperto di studi sulla cultura cinese, il sinologo Francesco Sisci, come nel caso dell’energia fossile, il mondo non si trova davanti a una vera penuria di grano, non c’è un timore che le scorte finiscano prima di dicembre. È quindi giusto preoccuparsi, ma il sinologo invita a non cedere al “panico”. Secondo l’esperto, infatti, l’energia fossile così come il grano sono diventate armi psicologiche, prima che reali.

Perché la Cina ha accumulato delle così grandi riserve di grano? Si prepara davvero per la guerra?

Se i dati sono quindi rassicuranti rispetto a una possibile crisi alimentare, dall’altra rimane di certo il “mistero” sul perché la Cina, importatore netto di grano, abbia accumulato delle così grandi riserve di grano, pari a 140 milioni di tonnellate. E se si è ipotizzato che la Cina si prepari per una guerra, le cose non stanno esattamente così. Ancora una volta la spiegazione più logica è stata fornita dal sinologo Francesco Sisci, durante un’intervista all’Adnkronos.

La Cina avrebbe iniziato ad accumulare riserve di grano perché ha capito che, come l’energia fossile, i cereali possono essere usati come “leva strategica militare”, iniziando a mettere da parte delle scorte nei propri silos. Non bisogna dimenticare il quadro in cui si inserisce questo dato; infatti, la leadership a Pechino è ossessionata dal problema dell’autosufficienza alimentare, motore della propria espansione, cercando di accumulare risorse all’estero in Africa e America latina e non solo.

È questo il motivo per cui la Cina ha accumulato queste grandi risorse di grano, ma come ricorda l’articolo del Corriere della Sera, le riserve di grano, a differenza di quelle di petrolio, non possono essere custodite all’infinito, essendo deperibili. Quello che è certo è che la vendita graduale sui mercati potrebbe calmierare i prezzi, oltre che far fronte alla minaccia russa sulle scorte di grano. Non resta solo che domandarsi se e quando la Cina lo farà.

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