Chi ha eletto il Partito Democratico: dal virologo Crisanti al figlio di De Luca, i nomi per Camera e Senato

Giorgia Bonamoneta

26/09/2022

27/09/2022 - 10:33

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Dentro e fuori, ecco chi ha eletto il Partito Democratico. Tutti i nomi di Camera e Senato.

Chi ha eletto il Partito Democratico: dal virologo Crisanti al figlio di De Luca, i nomi per Camera e Senato

Alle elezioni politiche del 25 settembre hanno prevalso i nomi del centrodestra. In tutta Italia il centrodestra ha conquistato le Regioni, tranne in Campania dove a vincere è stato il Movimento 5 Stelle con il 34% totale dei voti. E il Partito Democratico? Fratelli d’Italia si è confermato come primo partito d’Italia con il 26% delle preferenze degli italiani, un risultato aspettato, ma decisamente superiore alle aspettative delle scorse elezioni quando raggiunse appena il 4%. Un crollo importante invece per la Lega, che è passata dal 17% del 2018 - alle europee prese il 33% - all’attuale 8,7%. Il Partito Democratico ha raggiunto invece il 19%, appena poco di più rispetto al risultato delle precedenti elezioni del 2018, quando ottenne il 18,7% di consensi.

Il Terzo polo ha ottenuto il 7,8%, mentre l’alleanza Verdi e Sinistra Italiana il 3,6% dei consensi e superano lo sbarramento; al contrario +Europa, Noi Moderati, Italiaexit, Unione popolare e Impegno civico non ce la fanno. Con questi risultati c’è chi è dentro e chi è fuori, anche con delle sorprese. Per esempio Simone Pillon è fuori dal Parlamento, così come Vittorio Sgarbi ed Emma Bonino. Chi è stato eletto invece per il Partito Democratico?

Tra i nomi di chi è stato eletto troviamo Piero de Luca, il figlio del presidente della regione Campania, ma anche Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova.

Chi è stato eletto alla Camera e al Senato: i nomi del Partito Democratico

Il Partito Democratico, il secondo partito d’Italia, non emerge con forza in nessuna Regione. La cartina italiana è totalmente in blu, il colore associato al centrodestra, e una sola Regione ha visto primeggiare il Movimento 5 Stelle, ovvero la Campania. In ogni caso il centrosinistra si è aggiudicato circa il 26% delle preferenze degli elettori, con una netta maggioranza del Partito Democratico (19%) sugli altri partiti all’interno della coalizione.

Questo si traduce in, su 400 seggi tra Camera e Senato, 80 seggi ottenuti dalla coalizione di centrosinistra: 68 nel proporzionale e 12 nell’uninominale.

Alla Camera per il centrosinistra troviamo, quindi i nomi degli eletti, che sono:

  • Bonelli Angelo;
  • Ciani Paolo;
  • Della Vedova Benedetto;
  • De Maria Andrea;
  • Fossi Emiliano;
  • Gianassi Federico;
  • Magi Riccardo;
  • Malavasi Ilenia;
  • Merola Virginio;
  • Morassut Roberto;
  • Pastorino Luca;
  • Tabacci Bruno.

Al Senato, nei collegi uninominali, per il centrosinistra troviamo invece i nomi di:

  • Casini Pier Ferdinando;
  • Cucchi Ilaria;
  • Giorgis Andrea;
  • Misiani Antonio;
  • Patton Pietro;
  • Rando Vincenza;
  • Spagnolli Luigi.

I risultati della sinistra: la sconfitta a livello nazionale?

I risultati della sinistra parlano di un fallimento della campagna elettorale su tutto il territorio italiano. Il centrodestra ha prevalso in tutta Italia, tranne in Campania dove il Momento 5 Stelle ha superato la coalizione di destra; mentre la sinistra in queste elezioni ha perso importanti roccaforti rosse come la Toscana e l’Emilia-Romagna, dove però ha vinto con alcuni collegi per esempio a Modena con Vincenza Rando, a Bologna con Pier Ferdinando Casini e a Firenze con Ilaria Cucchi.

In alcuni colleghi di altre città il Pd ha ottenuto risultati positivi, come per esempio a Genova, Torino, Milano e Roma. Non stupisce che, secondo Youtrend, nelle città dove ci sono un maggiore numero di stranieri siano cresciuti i voti per Fratelli d’Italia e sono diminuiti invece quelli per il Movimento 5 Stelle, così come si legge che nelle città dove ci sono più laureati, sempre secondo tale fonte, sono maggiori i numeri a favore del Partito Democratico e del Terzo polo.

In tutto questo quadro, che può essere vittorioso o deludente a seconda degli schieramenti, un dato che da ogni parte lo si guarda è fortemente negativo è quello dell’astensionismo, con quasi il 36%. A conti fatti, il partito più votato d’Italia è quello dell’astensione, che quest’anno ha fatto toccare la quota minima storica dell’affluenza con il 63,91%, ben 9 punti in meno rispetto alle elezioni già poco partecipate (72,93%) del 2018.

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