Che succede se gli eredi non pagano la successione?

Ilena D’Errico

18 Marzo 2023 - 23:48

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La tassa di successione è un’imposta obbligatoria, ecco cosa succede quando gli eredi non la pagano o la pagano in ritardo.

Che succede se gli eredi non pagano la successione?

Con tassa di successione ci si riferisce all’imposta di successione, che grava sugli eredi per i beni ereditati dal defunto. L’ammontare dell’imposta può essere stabilito soltanto in seguito alla dichiarazione di successione, un documento che certifica il valore fiscale dei beni ereditati. In seguito, agli eredi viene richiesto il pagamento, che deve essere corrisposto al Fisco in modo obbligatorio, perché ci sono delle conseguenze per chi non paga.

Le multe per gli eredi che non pagano la tassa di successione o la pagano in ritardo

Il pagamento della tassa di successione prevede delle scadenze e delle tempistiche molto precise, tanto che il mancato rispetto di tali termini ha conseguenze per gli eredi, anche se poi il pagamento avviene in ritardo. Nel dettaglio, entro 60 giorni dalla notifica di liquidazione della successione, gli eredi sono tenuti a saldare almeno il 20% della tassa di successione.

Ovviamente nulla vieta agli eredi di pagare fin da questa prima scadenza più del 20% dell’ammontare della tassa, l’importante è che il pagamento non sia inferiore a tale importo e che non avvenga dopo i 60 giorni dalla notifica di liquidazione. Successivamente, gli eredi dovranno procedere al pagamento della somma restante, che può avvenire anche in modo rateale.

In particolari, la rimanenza della tassa di successione può essere pagata tramite delle rate trimestrali. Di norma vengono predisposte 8 rate, perciò il pagamento completo deve avvenire circa entro 1 anno, ma se la tassa di successione supera i 20.000 euro possono essere stabilite fino a 12 rate.

Le scadenze sono vincolanti sia riguardo alle tempistiche che agli importi, in quanto per il mancato rispetto il Fisco può addebitare delle multe agli eredi inadempienti. Nel dettaglio, viene inviata agli eredi una sanzione corrispondente al 30% dell’importo totale della tassa. Gli eredi hanno comunque la facoltà di pagare una sanzione ridotta del 15%, ma soltanto se il saldo del debito avviene entro 30 giorni dalla ricezione della multa. Il “salto” di una delle rate, infatti, comporta la perdita della rateizzazione.

Cosa succede se gli eredi non pagano la tassa di successione? Il rischio di pignoramento

La tassa di successione è un’imposta obbligatoria, perciò in caso di insolvenza gli eredi riceveranno una cartella esattoriale da parte del Fisco. Di conseguenza, agli eredi saranno imposti pagamenti via via maggiori, in quanto le somme dovute aumentano sgni semestre con un interesse del 4,5%. Oltretutto, il mancato pagamento di una cartella esattoriale dà atto al Fisco di avviare una procedura esecutiva, che può comprendere il pignoramento dei beni così che la vendita possa soddisfare il creditore ed eventuali misure cautelari: le ipoteche sui beni immobili e il fermo amministrativo sui veicoli, necessari come garanzie ed esortazioni al pagamento.

Si segnala, tuttavia, che per effetto della legge delega sulla riforma fiscale, il sistema delle cartelle esattoriali è destinato a sparire, in favore di una procedura più svelta. Gli enti titolari del credito otterranno, infatti, l’autorizzazione a notificare direttamente gli accertamenti esecutivi. In altre parole, per i debitori sarà molto più difficile auspicare nella prescrizione dovuta ai lunghi tempi burocratici.

Come tutelarsi dal mancato pagamento dei coeredi

La ripartizione del pagamento della tassa di successione è valida per quanto riguarda il rapporto interno fra gli eredi. Questi ultimi, infatti, sono obbligati in via solidale; quindi, l’Agenzia delle entrate può pretendere il pagamento dell’imposta non pagata da uno solo degli eredi, senza considerazione della quota ereditaria.

L’erede in questione dovrà quindi procedere al pagamento anche per la parte dell’imposta di successione che non gli spetta propriamente, ma potrà rifarsi sui coeredi per ottenere la restituzione delle somme. Il primo passo per la costituzione in mora è senza dubbio l’invio di una comunicazione scritta ai coeredi, che può essere seguita – se insufficiente – dal ricorso giudiziale.

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