Case green, la direttiva Ue è sbagliata: i risultati del sondaggio

Giacomo Andreoli

20 Febbraio 2023 - 16:13

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I risultati del sondaggio di Money.it: per l’88% dei rispondenti la proposta di direttiva europea green sulla ristrutturazione obbligatoria delle case è sbagliata, per il 12% invece è giusta.

Case green, la direttiva Ue è sbagliata: i risultati del sondaggio

La proposta di direttiva Ue sulle cosiddette “case green” è sbagliata. Questo è il responso del sondaggio di Money.it, che è stato realizzato mentre il Parlamento europeo discute di questo possibile provvedimento che sta dividendo i Paesi membri dell’Unione europea. Tra i governi del Vecchio Continente quello italiano è contrario al provvedimento, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che sta provando a farlo modificare

Case green, sei d'accordo con l'obbligo Ue di ristrutturazione? Case green, sei d’accordo con l’obbligo Ue di ristrutturazione? Risultati sondaggio Money.it

Guardando i risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, emerge come l’88% dei rispondenti è contrario al possibile obbligo dell’Unione europea ai lavori di efficientamento energetico per raggiungere la classe E entro il 2030.

Poco più di un lettore su dieci (il 12%) pensa invece che l’obbligo imposto dall’alto sarebbe giusto e quindi ritiene adeguata questa proposta di direttiva. Il sondaggio conferma quindi la volontà dell’esecutivo di opporsi al provvedimento e cercare di modificarlo. Questo potrebbe essere fatto spostando più avanti nel tempo l’obbligo, magari accompagnandolo con sostegni ad hoc finanziato da fondi comuni, oppure eliminando del tutto.

Direttiva europea sulle case green: il sondaggio sulla durata

No alla direttiva europea sulle case green. Stando al sondaggio i lettori non sembrerebbero avere dubbi: la proposta per il passaggio di tutti gli edifici italiani alla classe energetica E entro il 2030 e alla D entro il 2033, con tempi ancora più stretti per gli edifici pubblici, sarebbe sbagliata.

La proposta di direttiva prevede comunque dei margini di flessibilità: potrebbero ad esempio essere escluse le seconde case o gli edifici storici, con i singoli Paesi chiamati ad adeguare le regole alla natura del proprio patrimonio edilizio.

La direttiva nasce per provare ad abbattere le emissioni inquinanti. Case e palazzi sono infatti responsabili di oltre un terzo delle emissioni a effetto serra dell’Unione. Oggi i nostri edifici sono divisi in classi energetiche a seconda di quanto inquinano. In Italia il 74% degli immobili ha classe inferiore alla D, il 60% inferiore alla E.

Secondo gli esperti intervistati da Money.it(Francesco Nocera e Gianpiero Evola dell’Università di Catania e Simone Franzò di Energy&Strategy), i lavori in casa potrebbero far risparmiare fino a 2000 o 3000 euro a famiglia sulla bolletta del gas ogni anno. Ma, attenzione: procedere con questi lavori costa decine di migliaia di euro e senza incentivi il gioco non vale la candela. Oggi in Italia c’è il Superbonus (con la sola detrazione in dichiarazione dei redditi in quattro anni), ma estenderlo a tutti per lo Stato costerebbe troppo. Insomma, ci vorrebbe un sostegno europeo finanziato da fondi comuni.

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