Carbone, rinnovabili e rigassificatori: cosa ha deciso di fare il governo per rinunciare al gas russo

Stefano Rizzuti

3 Maggio 2022 - 12:14

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Il nuovo decreto Energia varato dal governo prevede incentivi per le rinnovabili, stanziamenti per gli impianti di rigassificazione e aumento della produzione del carbone per sostituire il gas russo.

Carbone, rinnovabili e rigassificatori: cosa ha deciso di fare il governo per rinunciare al gas russo

Aiuti a famiglie e imprese, ma anche una serie di misure per provare a rendere l’Italia quanto più possibile indipendente dalle forniture di gas russo: il decreto Energia varato dal Consiglio dei ministri punta su rinnovabili e rigassificatori, così come sull’incremento della produzione a carbone, per rimpiazzare le forniture di Mosca.

In conferenza stampa il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dice chiaramente che “la strategia del governo è quella di affrancarsi il più rapidamente possibile” dal gas russo e definisce quello fatto in questi mesi, per raggiungere l’obiettivo, come un progetto “straordinario”.

Il presidente del Consiglio annuncia le liberalizzazioni previste nel settore delle rinnovabili, con quelle che definisce come delle semplificazioni necessarie per dare una risposta immediata alla crisi energetica. Su cosa punta, quindi, l’Italia per provare a rimpiazzare il Cremlino e il suo gas?

I nuovi impianti di rigassificazione

Tra le norme approvate dal Consiglio dei ministri con il decreto Aiuti ci sono quelle che prevedono la realizzazione di nuova capacità di rigassificazione. L’Italia punta su opere che possano aumentare la capacità di rigassificazione nazionale e la realizzazione di nuove unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione: tutti questi interventi vengono considerati di pubblica utilità, indifferibili e urgenti.

Per realizzare queste opere con urgenza verranno nominati uno o più commissari straordinari. Secondo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, la norma sui rigassificatori è “cruciale” all’interno del piano italiano e sarà necessaria per trovare sorgenti di gas utili a rimpiazzare i 29 miliardi di metri cubi importati dalla Russia.

L’aumento delle fonti rinnovabili per sostituire il gas russo

Un’altra norma inserita nel decreto riguarda la produzione di energia e le semplificazioni. In particolare si individuano altre aree idonee per l’installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e vengono inoltre semplificate le procedure per la realizzazione degli impianti.

Ancora, vengono introdurre misure per potenziare la produzione di energia rinnovabile per il settore agricolo e per semplificare le procedure di autorizzazione per l’ammodernamento delle linee elettriche già presenti. Cingolani sottolinea in conferenza stampa come il piano di risparmio del governo porterà un aumento di 0,7 miliardi di metri cubi grazie alle rinnovabili a cui aggiungere ulteriori 2 miliardi grazie all’abbassamento delle temperature nella Pa.

Questo piano, spiega il ministro, consentirà di avere mezzo miliardo di risparmio già quest’anno per poi arrivare, anche grazie alle rinnovabili, a sette miliardi aggiuntivi nel 2025. Inoltre vengono previste semplificazioni anche per l’installazione di nuovo impianti rinnovabili in aree come quelle militari.

L’Italia punta ancora sul carbone: potenziata produzione

Il decreto Aiuta prevede anche misure per incrementare temporaneamente la produzione da fonti fossili. Si tratta di norme transitorie, come precisa Cingolani, per provare a risparmiare qualche miliardo di metri cubi proveniente dalla Russia.

Verranno continuate a utilizzare le quattro centrali a carbone attualmente in funzione per “altri 18 mesi, massimo due anni, senza aprire centrali già spente”. Queste quattro centrali saranno in funzione al 100% in deroga alle regole sulle emissioni nazionali, ma rispettando gli standard europei.

L’indipendenza dell’Italia dal gas russo

Le misure introdotte dal governo hanno l’obiettivo di avvicinare il momento in cui l’Italia potrà essere indipendente dalle forniture di gas dalla Russia. Cingolani sottolinea che gli accordi siglati finora permetteranno di avere 2 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas quest’anno e arrivare fino a 12 miliardi nel 2024-2025.

A questo va aggiunto un miliardo e mezzo di Gnl per questo semestre (per poi arrivare a 13 miliardi nel 2025): per il gas naturale liquefatto servirà però aumentare la capacità di rigassificazione, come previsto dal dl Aiuti.

In particolare all’inizio del prossimo anno dovrebbe arrivare l’installazione di un primo rigassificatore galleggiante (non una struttura permanente, sottolinea il ministro), mentre un secondo dovrebbe arrivare a fine 2023. Questo - conclude Cingolani - “ci consentirà nella metà del 2024 di essere virtualmente indipendenti dall’import di gas russo”.

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