Come pagheremo il canone Rai dal 2023: diventa tassa sulla casa o entra nel 730?

Stefano Rizzuti

19/04/2022

03/10/2022 - 09:27

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Dal 2023 il canone Rai dovrebbe uscire dalla bolletta elettrica, ma come dovremo pagarlo? Vediamo le ipotesi allo studio del governo, dalla tassa sulla casa al modello 730.

Come pagheremo il canone Rai dal 2023: diventa tassa sulla casa o entra nel 730?

Il canone Rai uscirà presto dalla bolletta elettrica. Gli italiani, dal 2023, non dovrebbero più versare il canone attraverso le bollette della luce, così come richiesto dall’Ue. Ma entro gennaio il governo Draghi dovrà decidere quale sarà la nuova modalità di pagamento.

Il problema principale riguarda l’evasione: con l’arrivo del canone in bolletta il tasso d’evasione è nettamente sceso e ritornare al vecchio sistema rischia di comportare un ammanco da centinaia di milioni di euro per le casse della Rai.

Cosa succederà dal 2023? Le ipotesi al vaglio sono tante e la Repubblica le mette in rassegna prendendo ispirazione dai modelli degli altri Paesi. Una delle ipotesi è di far diventare il canone una tassa sulla casa, come avviene in Francia, o sull’automobile, sulla scorta di quanto fa Israele.

Oppure si potrebbe puntare sulla riscossione dell’imposta attraverso il recupero crediti, come fa il Regno Unito. O, ancora, si potrebbe eliminare il canone e ricalibrare la cifra spettante alla Rai attraverso la pressione fiscale generale. Ma quale strada seguirà il governo?

Il canone Rai in bolletta

Dal luglio del 2016 il canone Rai per uso privato viene pagato attraverso la rateizzazione mensile nella bolletta dell’energia elettrica. Chiunque sia intestatario di un’utenza di energia elettrica in un’abitazione paga il canone.

La cifra è di 90 euro l’anno per ogni famiglia anagrafica: non c’è alcun legame tra la cifra e il numero di televisori posseduti. Il pagamento avviene attraverso dieci rate mensili da 9 euro ciascuna: l’importo viene inserito nelle bollette elettriche da gennaio a ottobre.

Può essere esonerato dal pagamento chi non possiede un televisore o un apparecchio per ricevere il segnale televisivo, ma anche chi è ha più di 75 anni e ha un reddito inferiore a 8mila euro. Con il passaggio del canone in bolletta il numero dei paganti è passato da 15 milioni a circa 22 milioni di persone: il tasso d’evasione, secondo i dati Rai, è sceso prima al 5% poi e ora addirittura al 3%.

Canone Rai, cosa cambia dal 2023

L’Ue ha più volte chiesto all’Italia di eliminare dalle bollette quelli che definisce come oneri impropri. Tra questi ci sarebbe anche il canone Rai. Il governo Draghi sembra andare in questa direzione, tanto da aver accolto un ordine del giorno che impegna l’esecutivo stesso a eliminare il canone Rai dalla bolletta elettrica del 2023.

Il nuovo canone Rai: pagamento come tassa o nel 730?

Ciò che l’esecutivo deve decidere è come far pagare il canone Rai dal 2023. La difficoltà è quella di trovare un sistema che non faccia riemergere il fenomeno dell’evasione sul canone radiotelevisivo. Quindi sicuramente non si tornerà al modello precedente al pagamento in bolletta, quando si chiedeva di pagare spontaneamente il canone.

Nel 2014, infatti, l’evasione era altissima, pari al 27%: parliamo, ogni anno, di oltre 500 milioni di euro persi dalla Rai. Per questo si stanno valutando altre opzioni. Per esempio si potrebbe pensare di seguire il modello francese: qui il canone è una tassa aggiuntiva sulla prima casa e ogni anno tra il 15 e il 25 novembre si pagano 138 euro.

Se in Italia si seguisse una strada simile, comunque, qualche differenza ci sarebbe. Considerando che la decisione verrà presa dal governo con la Legge di bilancio, quindi a ridosso delle elezioni del 2023, sembra difficile ipotizzare l’introduzione di una tassa sulla casa. Più facile che in Italia il canone diventi una voce del 730.

Un’altra ipotesi potrebbe ricalcare il modello utilizzato in Spagna, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia. Il canone di fatto non esiste, ma lo Stato decide di assegnare al servizio pubblico una parte delle risorse provenienti delle tasse generali. Vorrebbe dire non sapere quanto si paga esattamente di canone. E così facendo si permetterebbe anche di evitare l’evasione del canone speciale per uffici pubblici, aziende, ristoranti e hotel.

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