Il cambiamento climatico colpirà banche e imprese: allarme BCE

Violetta Silvestri

22 Settembre 2021 - 14:50

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La BCE lancia l’ennesimo monito sul tema del cambiamento climatico: senza politiche verdi e sostenibili banche e imprese dell’Eurozona crolleranno. Le previsioni in uno studio.

Il cambiamento climatico colpirà banche e imprese: allarme BCE

La BCE non ha usato mezzi termini: in mancanza di una politica incisiva contro il cambiamento climatico la finanza e l’economia dell’Eurozona ne risentiranno.

Imprese e banche sono state avvisate: “saranno gravemente colpite se i problemi del cambiamento climatico non verranno affrontati”, si legge nel report dello stress test eseguito a Francoforte.

Cosa ha stimato la BCE sull’impatto climatico a livello economico? Un disastro per l’Europa, i dettagli.

BCE: senza politiche ambientali PIL UE a rischio

Secondo la Banca Centrale Europea, la mancata introduzione di politiche per mitigare i cambiamenti climatici potrebbe ridurre significativamente la produzione economica europea entro la fine del secolo.

Se non viene emanata alcuna regolamentazione e di conseguenza i disastri naturali diventano più frequenti e gravi, il PIL della regione potrebbe diminuire del 10% entro il 2100, rispetto a uno scenario in cui i governi agiscono, ha affermato l’istituzione con sede a Francoforte nei risultati del suo primo test di stress climatico a livello di economia.

L’esercizio ha testato l’impatto del cambiamento climatico su oltre quattro milioni di imprese in tutto il mondo e 1.600 banche dell’area dell’euro in tre diversi scenari di politica climatica.

I risultati mostrano che le imprese e le banche beneficiano chiaramente dell’adozione precoce di politiche green per favorire la transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio.

Banche avvisate: insolvenza prestiti cresce con minaccia climatica

Stando ai risultati del test BCE, le banche dell’area dell’euro potrebbero essere gravemente colpite in uno scenario in cui il cambiamento climatico non viene affrontato.

Le perdite attese sui portafogli di prestiti alle imprese dovrebbero aumentare significativamente nel tempo, spinte da un rischio fisico sempre crescente, con il potenziale di diventare critiche nei prossimi 30 anni.

Queste alcune significative valutazioni al riguardo:

  • il portafoglio medio di prestiti alle imprese di una banca dell’area dell’euro ha l’8% in più di probabilità di insolvenza nel 2050 in uno scenario in cui il cambiamento climatico non è affrontato rispetto a una transizione ordinata;
  • i portafogli più vulnerabili al rischio climatico hanno il 30% in più di probabilità di insolvenza nel 2050 rispetto al 2020 in uno scenario senza transizione;
  • Le banche più grandi detengono oltre il 50% in più di esposizioni verso società altamente vulnerabili al rischio climatico rispetto a istituti di credito più piccoli

Interessante anche il focus geografico: la BCE ha evidenziato che banche in Europa meridionale, con sede in Grecia, Cipro, Portogallo, Spagna e Malta sono significativamente più esposte alle società che affrontano rischi fisici elevati.

In realtà, in Europa, i rischi fisici sono distribuiti in modo non uniforme, con le regioni settentrionali più soggette a inondazioni e le regioni nel Sud più esposte a ondate di calore e incendi.

Infine, da Francoforte si è sottolineato che il 10% dei portafogli più inquinanti finanzia quasi il 65% delle emissioni totali e il 4% delle banche finanzia circa il 45% di tutte le emissioni.

Costi v. benefici nella transizione secondo la BCE

Soprattutto sul lungo periodo, quindi, i vantaggi di una riconversione alle energie rinnovabili sono superiori ai costi.

Questo quanto ribadito dalla BCE. Di certo gli ostacoli non mancano, come il costo dell’introduzione di politiche per ridurre le emissioni di CO2, in particolare per alcune industrie ad alte emissioni.

Ad esempio, le industrie ad alta intensità di carbonio, come l’estrazione mineraria o l’elettricità, dovrebbero sostenere oneri considerevoli per ridurre le emissioni di CO2, il che aumenterebbe la loro probabilità di default nel breve e medio termine.

Tuttavia la transizione verso un’economia più verde è un’opportunità d’oro. L’esercizio mostra che i vantaggi di un’azione tempestiva superano i costi iniziali a medio e lungo termine, anche a causa di guadagni di efficienza energetica per le imprese e prezzi energetici complessivamente più bassi.

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