C’è un effetto Fed sul petrolio?

Violetta Silvestri

2 Febbraio 2023 - 12:17

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Prezzi del petrolio oscillano all’indomani della decisione Fed sull’aumento dei tassi: c’è un impatto banca centrale sul greggio? Diversi sono i fattori che possono muovere questa materia prima.

C’è un effetto Fed sul petrolio?

I prezzi del petrolio sono più o meno stabili dopo il crollo della seduta precedente a causa dell’indebolimento del dollaro, anche se le sanzioni incombenti sui prodotti petroliferi russi aggiungono incertezza sull’offerta.

Considerando l’attesa dei mercati per la decisione della Fed - e per le parole di Powell ieri 1 febbraio - la domanda è se e fino a che punto il greggio ha risentito dell’esito della riunione del FOMC.

Un impatto c’è, ma occorre sottolineare che in questo momento così complesso e delicato per mercati ed economia globale, gli elementi influenti sulle quotazioni WTI e Brent sono diversi.

Innanzitutto, entrambi i benchmark sono crollati di oltre il 3% durante la notte, dopo che i dati del governo degli Stati Uniti hanno mostrato scorte petrolifere forti.

E la riunione Fed? Il conseguente movimento del dollaro sta lasciando segni sul prezzo del greggio. Ma anche le prossime sanzioni Ue sui prodotti petroliferi russi, la domanda della Cina e la decisione OPEC giocano un ruolo importante. Dove si dirigono i prezzi del petrolio?

Prezzi del petrolio: cosa è successo dopo la Fed

Le quotazioni del greggio viaggiano su livelli misti mentre si scrive: il Brent scende dello 0,42% a 82 dollari al barile e il WTI sale appena a 76 dollari al barile.

La decisione scontata di alzare i tassi di 25 punti base della Fed ha avuto un impatto? Il legame tra banca centrale e petrolio passa per il dollaro. La Federal Reserve, ricordiamo, ha aumentato il tasso di interesse obiettivo di un quarto di punto percentuale, ma ha continuato a promettere «aumenti continui» dei costi di indebitamento come parte della sua battaglia contro l’inflazione.

L’indice del dollaro Usa è sceso al minimo di nove mesi in reazione alle scommesse più morbide sull’aumento dei tassi. Un biglietto verde più debole rende il petrolio con un prezzo in dollari meno costoso per i detentori di altre valute, aumentando la domanda.

“Le condizioni sopravvalutate non sono di buon auspicio per le prospettive a lungo termine del dollaro”, ha affermato in una nota la società di strategia di investimento BCA Research, riferendosi a un miglioramento delle prospettive economiche globali in gran parte basate sulla riapertura della Cina dopo i severi limiti Covid.

Se, inoltre, la Federal Reserve inizia ad alleggerire la pressione sui tassi si potrebbe evitare lo scenario recessione, favorendo quindi la piena ripresa economica e quindi il consumo di greggio.

Cosa influenzerà davvero il prezzo del petrolio

In realtà, oltre alle decisioni delle banche centrali, ci sono altri elementi in grado di influire sulle quotazioni di greggio.

Innanzitutto, come sottolineato dagli esperti di BCA Research, “ci aspettiamo che il petrolio sia la merce che beneficia maggiormente di un miglioramento dello slancio economico cinese”.

I prezzi stanno aumentando anche sullo sfondo del divieto dell’Unione Europea sui prodotti raffinati russi dal 5 febbraio. I Paesi dell’Ue cercheranno un accordo venerdì su una proposta della Commissione europea per fissare limiti di prezzo sui prodotti petroliferi russi dopo aver rinviato la decisione a causa delle divisioni tra gli Stati membri.

La scorsa settimana la Commissione europea ha proposto che dal 5 febbraio l’Unione applichi un prezzo massimo di 100 dollari al barile sui prodotti petroliferi russi premium come il diesel e un tetto massimo di 45 dollari al barile sui prodotti scontati come l’olio combustibile.

Nel frattempo, un panel dell’OPEC+ ha approvato l’attuale politica di produzione del gruppo in una riunione di mercoledì 1 febbraio, lasciando invariati i tagli concordati lo scorso anno, tra le speranze di una maggiore domanda cinese e prospettive incerte per l’offerta russa.

Il cartello ha accettato di tagliare il suo obiettivo di produzione di 2 milioni di barili al giorno (bpd) - circa il 2% della domanda globale - da novembre dello scorso anno fino alla fine del 2023 per sostenere il mercato.

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