Busta paga 2022: gli aumenti in base al reddito con le novità sull’IRPEF

Rosaria Imparato

29/11/2021

02/12/2022 - 15:08

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Con l’IRPEF a quattro aliquote sono previsti aumenti in busta paga nel 2022: vediamo per quali redditi, secondo le ultime novità.

Busta paga 2022: gli aumenti in base al reddito con le novità sull’IRPEF

Le novità sul taglio dell’IRPEF con la riforma fiscale 2022 influenzano anche le busta paga. Ma a chi andranno gli aumenti? In base alle ultime stime, saranno i redditi più alti a beneficiarne maggiormente. Sono tanti gli elementi da prendere in considerazione: non solo il passaggio da cinque a quattro aliquote IRPEF, ma anche l’assegno unico a partire da marzo 2022. A cambiare diciture e importi finali in busta paga saranno poi le detrazioni, che dovrebbero assorbire il bonus 100 euro (l’ex bonus Renzi).

In totale, la Legge di Bilancio 2022 ha stanziato 8 miliardi per la riforma fiscale, con l’obiettivo di alleggerire le tasse tagliando sia l’IRPEF che l’IRAP. Il testo della manovra, attualmente in lettura al Senato, non scende nel dettaglio sulle modalità di attuazione di questo taglio delle tasse.

La scorsa settimana i partiti hanno trovato un accordo su come procedere, e si inizia quindi a delineare un piano d’azione per intervenire sull’imposta sul reddito delle persone fisiche. Dal punto di vista pratico, saranno soprattutto i dipendenti a vedere i risultati di questo accordo direttamente in busta paga: vediamo come cambia in base alle fasce di reddito.

Busta paga 2022: come cambia con le novità sull’IRPEF?

Per capire come cambia le busta paga è bene sapere come cambia l’IRPEF. L’accordo trovato dai partiti si basa su due elementi:

  • il passaggio da 5 a 4 aliquote IRPEF;
  • la rimodulazione delle detrazioni.

Nella tabella di seguito facciamo un confronto tra aliquote e scaglioni in vigore nel 2021 e come dovrebbe cambiare l’IRPEF nel 2022:

SCAGLIONI IRPEF 2021REDDITO ALIQUOTE IRPEF 2021SCAGLIONI IRPEF 2022REDDITOALIQUOTE IRPEF 2022
1° scaglione 0-15 mila euro 23% 1° scaglione fino a 15mila euro 23%
2° scaglione 15.001 euro-28 mila euro 27% 2° scaglione da 15.000 a 28mila euro 25%
3° scaglione 28.001 euro-55 mila euro 38% 3° scaglione da 28.000 a 50mila euro 35%
4° scaglione 55.001 euro-75 mila euro 41% 4° scaglione oltre i 50mila euro 43%
5° scaglione oltre 75 mila euro 43% - - -

Il taglio dell’IRPEF si completa con la rimodulazione delle detrazioni, che assorbe anche il bonus IRPEF, l’ex bonus Renzi che viene percepito per intero dai dipendenti con reddito fino a 28mila euro annui.

Secondo le prime stime, a beneficiare maggiormente del passaggio a un’IRPEF con quattro aliquote sono i redditi medio/alti, un a partire da 40mila euro.

L’ex vice ministro delle Finanze del governo Renzi (e commercialista di professione) Enrico Zanetti prevede che la nuova IRPEF “determinerà un risparmio massimo di 920 euro ai contribuenti con reddito imponibile lordo di 50 mila euro”. Sotto quella soglia di reddito, spiega Zanetti, le cui parole sono state riprese da Today.it, “i risparmi saranno inferiori e crescenti; sopra saranno inferiori e decrescenti fino a stabilizzarsi a 270 euro a partire da 75 mila euro di reddito imponibile lordo in poi”.

Busta paga 2022, gli aumenti per ogni fascia di reddito con la riforma IRPEF

A cambiare in modo radicale, secondo le prime proiezioni, sono le buste paga dei lavoratori dipendenti con redditi dai 40mila euro: 620 euro in meno all’anno si traducono con 51 euro in più nello stipendio mensile.

Dai 50mila euro in su, la busta paga dovrebbe appesantirsi di circa 80 euro al mese, per un totale di oltre 900 euro (netti) all’anno.

Oltre i 60mila euro, gli sgravi fiscali si attestano a 570 euro netti. È bene però specificare che in questo momento non è possibile calcolare precisamente il risparmio derivante dal taglio dell’IRPEF, e quindi l’aumento in busta paga, perché il Ministero dell’Economia ancora non ha fatto sapere come verranno riordinate le detrazioni.

Un altro tassello importante è costituito dall’assegno unico, che modificherà le detrazioni per i figli a carico e assorbirà gli assegni familiari, e il cui importo finale dipenderà dall’ISEE.

Confindustria non si dice d’accordo con questa impostazione, proprio per gli “effetti impercettibili” sui redditi delle famiglie italiane. Landini, segretario della CGIL, è in attesa di una convocazione per discutere della spartizione degli 8 miliardi di euro: per loro, dovrebbero andare tutti ai lavoratori dipendenti e pensionati, senza pensare al taglio dell’IRAP.

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