Accordo Brexit: cosa prevede e cosa cambia dal 1° gennaio 2021

Mario D’Angelo - Luca Fiore

25/12/2020

25/12/2020 - 10:17

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Brexit dal 1° gennaio 2021, cosa prevede l’accordo fra Regno Unito e Unione Europea che regola i reciproci rapporti post-divorzio.

Accordo Brexit: cosa prevede e cosa cambia dal 1° gennaio 2021

Dopo ben nove mesi di negoziati, Regno Unito e Unione Europea hanno raggiunto l’accordo per regolare i rapporti post-Brexit. Molte volte, dal 2016 a oggi, è emerso lo spettro del no deal, ma alla fine le trattative sono andate a buon fine. Ma cosa prevede esattamente l’accordo sulla Brexit?

Accordo Brexit in vigore dal primo gennaio 2021

Ad annunciare il raggiungimento di un accordo, il giorno della vigilia di Natale, sono stati il premier inglese Boris Johnson e il n.1 della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Entrambi hanno scelto Twitter, il social dei cinguettii.

Si tratta di un’intesa, ha detto von der Leyen, “che segna la fine di un lungo viaggio” e che garantirà al futuro rapporto tra le due entità “fondamenta solide”. “Ci possiamo finalmente lasciare la Brexit alle spalle, l’Europa continua ad avanzare”.

Il nuovo accordo per regolare i rapporti post-Brexit entrerà in vigore il primo gennaio, garantirà il libero scambio per diversi beni e creerà una piattaforma per la cooperazione futura in ambiti quali la lotta al crimine, l’energia e la condivisione dei dati.

Dopo un iniziale ottimismo dei mercati, la sterlina è tornata a scendere. Molti investitori ritengono che l’accordo Brexit lascia il Regno Unito davanti a numerose incertezze economiche.

Accordo Brexit, cosa cambia

Il documento Brexit, finalizzato la vigilia di Natale, è composto da 2.000 pagine ed entrerà in vigore una volta approvato dalle due parti. Di seguito gli accordi principali.

  • Tariffe: l’accesso al mercato dell’Unione per il Regno Unito ne sarà esente.
  • Commercio: i produttori del Regno Unito dovranno seguire sia gli standard britannici che quelli europei.
  • Mobilità: i cittadini del Regno Unito non avranno più la libertà di vivere, lavorare, studiare, aprire un’azienda negli Stati dell’Unione. Per soggiorni superiori ai 70 giorni sarà richiesto un foglio di visa.
  • Qualifiche professionali: non ci saranno più riconoscimenti automatici per medici, infermieri, architetti, ingegneri e altri titoli professionali.
  • Aiuti di Stato: l’accordo prevede che il Regno Unito possa istituire il proprio regime di sussidi.
  • Standard ambientali e lavorativi: le due parti hanno raggiunto un accordo su standard minimi. Aggiornamenti potranno essere discussi dalle due parti.
  • Pesca: la quota comunitaria del pescato diminuirà del 25% su un periodo di 5 anni e mezzo. Londra avrebbe voluto una riduzione del 60% su tre anni.
  • Erasmus: il Regno Unito è fuori dal programma.
  • Lavoro: manager e specialisti possono rimanere fino a 3 anni, gli altri hanno bisogno di un permesso di lavoro e possono rimanere fino a 90 giorni su un periodo di 12 mesi.

Le cifre dell’accordo

Nel 2019, il Regno Unito ha venduto merci all’UE per 294 miliardi di dollari, pari al 43% del totale, mentre oltre la metà delle importazioni britanniche, per un controvalore di 374 miliardi, è arrivata dall’Unione europea.

Ovviamente, e non potrebbe essere altrimenti, all’accordo mancano parecchie voci, tra cui un’intesa sul settore dei servizi, in particolare quelli finanziari della City, e la libertà di movimento delle persone.

Il prossimo passo è rappresentato dalla ratifica da parte del parlamento di Westminster, che dovrebbe arrivare il 30 dicembre, mentre quella di Strasburgo avverrà in maniera retroattiva a gennaio.

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