Bonus e agevolazioni per le imprese con il governo Meloni: dai premi per chi assume al cuneo fiscale

Rosaria Imparato

28/10/2022

27/12/2022 - 14:49

condividi

Il governo Meloni prevede una serie bonus e agevolazioni per le imprese, come il taglio del cuneo fiscale, i premi per chi assume e per la produttività e l’aumento dei fringe benefit.

Bonus e agevolazioni per le imprese con il governo Meloni: dai premi per chi assume al cuneo fiscale

Nel piano di governo di Meloni le imprese hanno un ruolo fondamentale. È anche vero che sono soprattutto le piccole e medie imprese a costituire la spina dorsale dell’economia italiana. Il primo passo è alleggerire la pressione fiscale, ma nel programma dell’esecutivo ci sono anche premi per la produttività, esenzioni per chi assume, e maggiori investimenti nei fringe benefit e nel welfare aziendale.

Meloni ha anche parlato del taglio di 5 punti del cuneo fiscale. La presidente del Consiglio ha detto nel suo discorso: “Anche per questo sarà necessario mantenere e rafforzare le misure nazionali a supporto di famiglie e imprese, sia sul versante delle bollette, sia su quello del carburante, un impegno finanziario imponente che drenerà gran parte delle risorse reperibili e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio.” Alcune misure di sostegno a famiglie e imprese si vedranno già nel prossimo decreto, per altre bisognerà aspettare la legge di bilancio, e altre ancora verranno nel corso dei prossimi mesi.

Taglio del cuneo fiscale per le imprese

Uno degli interventi più importanti è sicuramente il taglio del cuneo fiscale. Nel suo discorso, Meloni ha detto che si tratta di una misura prioritaria e non rinviabile: «L’eccessivo carico fiscale sul lavoro è uno dei principali ostacoli alla creazione di nuova occupazione e alla competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali».

L’obiettivo, ha continuato Meloni, è intervenire gradualmente per arrivare a un taglio di almeno cinque punti del cuneo in favore di imprese e lavoratori «per alleggerire il carico fiscale delle prime e aumentare le buste paga dei secondi».

Confindustria chiede una riduzione strutturale del cuneo fiscale contributivo con un intervento di 16 miliardi, due terzi a vantaggio dei lavoratori, un terzo imprese, che porterebbe una mensilità in più in busta paga per redditi fino a 35mila euro.

Deduzione del 120% per chi assume

Per spingere poi le imprese ad assumere, Meloni nel suo discorso ha detto che Fratelli d’Italia «ha in mente un meccanismo fiscale che premi le attività ad alta densità di lavoro», ovvero una superdeduzione del 120% del costo del lavoro per le imprese che creano maggiore occupazione rispetto al massimo conseguito nel triennio precedente, che sale al 150% in caso di assunzione di categorie svantaggiate.

Di base, si può sintetizzare come «Più assumi, meno paghi», ma -specifica Meloni- «ovviamente questo non deve far venire meno il necessario sostegno all’innovazione tecnologica».

Meno tasse sui premi di produttività

Un altro intervento che Meloni ha intenzione di fare riguarda la riduzione delle imposte sui premi di produttività, con:

  • l’esenzione dei fringe benefit;
  • il potenziamento del welfare aziendale.

L’obiettivo è contrastare la perdita del potere d’acquisto delle buste paga dei lavoratori contro l’inflazione che continua a salire. Per raggiungere questo obiettivo si punta anche ad allungare l’elenco dei beni primari venduti con Iva al 5%.

Tregua fiscale per le imprese con lo stralcio delle cartelle

Il piano del governo Meloni prevede da un lato bonus e agevolazioni, e dall’altro lo stralcio di una parte dei debiti contratti.

Secondo le ultime novità. la tregua fiscale di Meloni due strade:

  • per le cartelle iscritte a ruolo sotto i mille euro è previsto lo stralcio, quindi la cancellazione del debito;
  • per i debiti di importo superiore, per ora la soglia è fissata a 2.500 euro, è previsto uno sconto dell’80%.

In pratica, per le cartelle con debiti iscritti a ruolo di importo superiore a mille euro e fino a 2.500 euro, si verserebbe solo il 20% di quanto dovuto, e il restante 80% verrebbe cancellato. Per gli importi sopra la soglia dei 2.500 euro, il debitore dovrebbe pagare l’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi, con rateizzazione automatica in 10 anni.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO