Bonus 200 e 150 euro, il datore di lavoro può trattenerli dalla busta paga: ecco quando e perché

Simone Micocci

6 Dicembre 2022 - 12:47

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Il datore di lavoro può pretendere la restituzione dei bonus da 200 e 150 euro? Solamente in alcune circostanze, ecco quando.

Bonus 200 e 150 euro, il datore di lavoro può trattenerli dalla busta paga: ecco quando e perché

I bonus 200 e 150 euro possono essere trattenuti dalla busta paga? Molti lettori ci hanno posto questa domanda dopo aver letto il nostro approfondimento riguardo alla possibilità che presto l’Inps possa pretendere la restituzione dei bonus da 200 e da 150 euro visto il superamento della soglia reddituale prevista per godere dell’indennità.

A tal proposito, i lavoratori dipendenti si chiedono se questo rischio esista anche per loro, ossia se ci sono delle possibilità che il bonus 200 e 150 euro anticipato dal datore di lavoro possa essere poi decurtato dalle successive buste paga.

Facciamo chiarezza.

Differenze tra pensionati e lavoratori dipendenti

Va detto che ci sono molte differenze quando i bonus suddetti spettano al pensionato rispetto al lavoratore dipendente. Nel caso di chi sta in pensione, infatti, la normativa stabilisce che per avere diritto all’indennità in oggetto bisogna aver percepito nel 2021 un reddito inferiore a 35 mila euro, 20 mila nel caso del bonus da 150 euro.

Tuttavia, al momento del pagamento l’Inps potrebbe non disporre dei dati reddituali definitivi, visto che questi saranno comunicati in un successivo momento tramite dichiarazione dei redditi o modello Red. Ecco perché inizialmente il bonus è stato erogato in via provvisoria, con la possibilità di un controllo ex post una volta raccolti i dati reddituali definitivi. E laddove le soglie dovessero essere superate, l’Inps provvederà a trattenere gli importi indebitamente erogati dai successivi cedolini.

Diverso il caso del lavoratore dipendente, dove è possibile verificare fin da subito se viene soddisfatto il requisito economico. Questo perché:

  • per il bonus 200 euro erogato a luglio viene stabilito che almeno uno degli stipendi precedenti (pagati nel 2022) debba avere un imponibile lordo previdenziale inferiore a 2.692 euro;
  • per il bonus 150 euro erogato a novembre si guarda invece direttamente alla busta paga di novembre. Nel dettaglio, l’indennità spetta laddove l’imponibile lordo risulti inferiore a 1.584 euro.

Commettere errori, erogando il bonus 200 o 150 euro a chi non ne soddisfa il requisito economico, è dunque impossibile. Ma questo non significa che il dipendente sia al riparo da eventuali richieste di restituzione.

Bonus 200 e 150 euro in busta paga: quando vanno restituiti

Ebbene sì: il datore di lavoro può trattenere l’importo erogato con i suddetti bonus laddove sia stato indebitamente percepito dal dipendente.

Come si legge nella circolare n. 73/2022 dell’Inps, infatti, il bonus può essere erogato solamente da un datore di lavoro, anche nel caso di più rapporti di lavoro in essere. Il datore di lavoro che anticipa l’indennità è colui a cui il dipendente ha consegnato l’apposita autocertificazione.

L’erogazione dell’indennità, tanto da 200 che da 150 euro, genera un credito in favore del datore di lavoro che potrà essere compensato in sede di denuncia contributiva mensile. Per questo motivo, qualora per il medesimo lavoratore dipendente dovesse risultare che le indennità in oggetto sono state compensate su UniEmens da più datori di lavoro, allora l’Istituto comunicherà ai diretti interessati la “quota parte dell’indebita compensazione effettuata”, la quale dovrà essere restituita all’Inps.

Successivamente il datore di lavoro potrà rifarsi verso il dipendente, trattenendo dalla busta paga l’importo indebitamente percepito. La restituzione avviene in parti uguali tra i vari datori di lavoro da cui è stato erogato il bonus: ad esempio, quando percepiti 200 euro da due datori di lavoro, verranno trattenuti 100 euro ciascuno dalle prime buste paga utili. Quindi, su 400 euro percepiti, solamente 200 euro andranno restituiti.

Lo stesso vale per i 150 euro, dove la trattenuta sarebbe di 75 euro per ogni busta paga qualora il bonus risulti pagato da due datori di lavoro.

Stessa procedura quando il bonus 200 euro è stato percepito in busta paga e per altro titolo, ad esempio perché richiesto in qualità di lavoratore autonomo (per chi ha una seconda attività). Anche in questo caso l’Inps ne chiederà la restituzione al datore di lavoro, il quale poi si rifarà direttamente sul dipendente.

Ricapitolando

Laddove ne vengono soddisfatti i requisiti economici, i quali si possono verificare già al momento dell’erogazione, i bonus da 200 e 150 euro spettano al lavoratore dipendente che non deve temerne la restituzione.

L’unico caso in cui la trattenuta è possibile è quando sono stati percepiti più di 200 o 150 euro: allora sì che il datore di lavoro potrà decurtare dalla prima busta paga utile l’importo indebitamente percepito.

Per il resto tali importi sono “inattaccabili”, visto che la normativa stabilisce anche che non possono essere soggette a pignoramento.

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