Bollette, che fine ha fatto il tetto al prezzo del gas? Per l’Italia non ci sono buone notizie

Alessandro Cipolla

14 Novembre 2022 - 13:40

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Il 24 novembre l’Ue deciderà sul tetto al prezzo del gas ma, nonostante i trionfalismi di Draghi, per l’Italia potrebbe esserci una beffa: come affronterà Meloni il caro-bollette?

Bollette, che fine ha fatto il tetto al prezzo del gas? Per l’Italia non ci sono buone notizie

La decisione comune dell’Ue ci rende tutti più forti. C’è voluta molta energia per arrivare a queste conclusioni, mostrano che l’Unione europea è unita, pronta a intervenire con misure efficaci per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese”.

Così lo scorso 21 ottobre si è espresso, sottolineando una certa soddisfazione, Mario Draghi al termine del vertice speciale Ue sull’energia dove l’ex presidente del Consiglio, nella sua ultima uscita da capo del governo, ha annunciato un accordo sul tetto al prezzo del gas.

Il pacchetto approvato - ha rimarcato Draghi - accoglie tutte le proposte dell’Italia: la creazione di un corridoio per i prezzi del gas, il disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell’elettricità, la necessità di avere strumenti comuni per affrontare e mitigare l’effetto del rincaro dei prezzi dell’energia su imprese e famiglie”.

Queste proposte per Mario Draghi presto si andranno a tradurre in “bollette più basse”, ma già in precedenza Money.it ha spiegato che in verità nessuna decisione in merito al tetto al prezzo del gas è stata presa a Bruxelles.

Al termine del vertice infatti sul gas non è stato deciso nulla, con i leader che si sono limitati solo a invitare Consiglio e Commissione a presentare con urgenza decisioni concrete in merito ad alcuni temi.

La data da segnare con il circoletto rosso per quanto riguarda il tetto al prezzo del gas così è quella del 24 novembre, quando si terrà un nuovo Consiglio europeo straordinario; un accordo però tra i 27 Stati ancora non c’è, tanto che Giorgia Meloni già starebbe pensando a un piano B per cercare di abbassare le bollette degli italiani.

Tetto al prezzo del gas: cosa deciderà l’Ue?

A dieci giorni dal Consiglio europeo straordinario che dovrà definire, una volta per tutte si spera, quale sarà la strategia dell’Ue per affrontare questa crisi energetica, “soltanto” un anno dopo che si è palesata, ancora a Bruxelles un accordo tra i 27 Paesi non sembrerebbe essere all’orizzonte.

Il tema più divisivo è senza dubbio quello del tetto al prezzo del gas, con Italia, Belgio, Grecia e Polonia, che avrebbero minacciato di non votare l’intero pacchetto di provvedimenti senza una proposta dettagliata, ancora mancante, in merito al tetto al prezzo del gas.

Di fronte a questa minaccia, la Commissione avrebbe promesso di redigere una proposta entro il 24 novembre ma, stando a quanto riporta Reuters, le possibilità che questa bozza “sia pronta per l’approvazione sono scarse, secondo le fonti che hanno partecipato o sono informate sulle discussioni a porte chiuse di oggi”.

In sostanza, specie adesso che i rapporti con la Francia sono ai minimi storici dopo le tensioni sui migranti, non sarà facile per l’Italia e gli altri tre Paesi riuscire a convincere gli altri Stati membri, capitanati dalla Germania, che sono contrari visto che la misura secondo loro potrebbe scoraggiare i fornitori e di ridurre gli incentivi a diminuire il consumo di gas.

Cosa farà Meloni per le bollette?

Nonostante i toni trionfalistici usati da Mario Draghi lo scorso 21 ottobre, allo stato delle cose appare molto difficile che l’Unione europea possa decidere di adottare un tetto al prezzo del gas nelle modalità richieste dall’Italia.

Questo Giorgia Meloni lo sa bene e, per cercare di abbassare le bollette degli italiani, il governo già starebbe pensando a delle soluzioni alternative visto che da Bruxelles il prossimo 24 novembre potrebbero non arrivare buone notizie per l’Italia.

La prima opzione sul tavolo del governo così sarebbe quella di acquisire dei terawattora aggiuntivi, che poi dovrebbero essere destinati alle famiglie più in difficoltà; questa soluzione però costerebbe circa 5 miliardi, soldi che attualmente non sono in cassa.

La seconda strategia sarebbe quella di sganciare il prezzo del gas da quello dell’energia, una decisione che l’Italia si aspetta venga presa da Bruxelles ma, se l’Ue dovesse continuare a nicchiare a riguardo, a quel punto il nostro governo potrebbe prendere in autonomia.

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