Bce: la lotta tra falchi e colombe è in corso, cosa accadrà?

Violetta Silvestri

6 Febbraio 2023 - 14:21

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Dopo il rialzo dei tassi di altri 50 punti base, la Bce è già attesa per i prossimi interventi. La Banca centrale europea sta diventando la protagonista dei mercati. Falchi e colombe sono in lotta?

Bce: la lotta tra falchi e colombe è in corso, cosa accadrà?

Bce ancora in primo piano a pochi giorni dalla riunione del 2 febbraio.

L’Eurotower sta già attirando le attenzioni di mercati e analisti in vista dell’incontro di marzo, soprattutto perché si palesa un confronto serrato tra falchi e colombe sulle prossime mosse riguardanti il costo del denaro.

Lagarde e il suo board hanno alzato i tassi di interesse di un secondo mezzo punto consecutivo la scorsa settimana, promettendo - in un tono assai probabile, ma non sicuro - di ripetere quella mossa il mese prossimo, mantenendo una posizione dura contro il più forte aumento dei prezzi dal l’introduzione dell’euro.

Con la crescita economica dell’Eurozona che si è quasi arrestata verso la fine dello scorso anno e l’inflazione in calo rispetto ai massimi storici, ci si stava chiedendo se fosse più appropriato un ritmo di inasprimento più lento. Tuttavia, anche se l’inflazione della zona euro è rallentata più del previsto sulla scia del calo dei costi dell’energia, permangono pressioni sui prezzi di fondo, ha affermato la scorsa settimana il presidente della Bce Christine Lagarde.

Un abbassamento della guardia è fuori discussione nel breve periodo: cosa farà la Bce? Si preannuncia una lotta tra falchi e colombe. Alcune previsioni.

Bce in bilico tra falchi e colombe? Cosa può accadere

Secondo il membro del Consiglio direttivo Robert Holzmann, la Banca centrale europea dovrebbe combattere attivamente l’inflazione finché le persone non percepiranno la stabilità dei prezzi nella loro vita quotidiana.

“Il rischio di una stretta eccessiva sembra sminuito dal rischio di fare troppo poco”, ha detto Holzmann a una conferenza lunedì 6 febbraio a Budapest. “La politica monetaria deve continuare a mostrare i denti fino a quando non vedremo una convergenza credibile al nostro obiettivo di inflazione”.

Parlando separatamente, il capo della banca centrale slovena Bostjan Vasle ha affermato che gli aumenti dei tassi sono “tutt’altro che finiti”. Il suo omologo lettone, Martins Kazaks, ha dichiarato che solo una significativa sorpresa dei dati può fermare il previsto aumento di mezzo punto di marzo.

Holzmann ha affermato che i provvedimenti tempestivi della Bce hanno contribuito a mantenere le aspettative di inflazione vicine all’obiettivo, ma le persone continuano a sentire l’impatto di una crescita dei prezzi troppo rapida nella loro vita quotidiana.

“Una debole azione di politica monetaria rischia di disancorare tali aspettative e renderebbe gli sforzi successivi per domare i prezzi più lunghi e costosi”, ha aggiunto.

L’altra faccia della medaglia è che tale inasprimento porti a una contrazione economica, con consumi e investimenti in rallentamento. Per questo potrebbe acuirsi il dibattito in Bce, con le colombe a premere per rialzi cauti e una maggiore attenzione sull’impatto verso la crescita.

Le previsioni sulle mosse Bce

La Banca centrale europea è una delle più osservate in questo momento. Per questo, cominciano a diffondersi ipotesi su come proseguirà da marzo in poi il cammino della politica monetaria in Eurozona.

Secondo Morgan Stanely: “ci sono solo pochissimi dati rilasciati da qui fino alla riunione di marzo che potrebbero spingere la Bce ad allontanarsi dall’aumento dei tassi di 50 punti base indicato. Una serie di PMI piuttosto deboli, o una significativa sorpresa al ribasso sul lato dell’inflazione core, potrebbe potenzialmente spostare l’ago, ma nessuno dei due è in linea con il nostro scenario di base.”

Credit Suisse ha messo in guardia che la reazione accomodante del mercato alla riunione del 2 febbraio - euro più debole, rendimenti sovrani più bassi e spread periferici più stretti - sembra prematura, poiché né la guida sui tassi della banca centrale né gli sviluppi dell’inflazione di fondo suggeriscono che la fine del ciclo di rialzi sia vicina.

Gli esperti ING hanno osservato: “Finché l’inflazione core rimarrà ostinatamente alta e le previsioni su di essa rimarranno al di sopra del 2%, la Bce continuerà ad aumentare i tassi. La crescente probabilità che una recessione venga evitata nella prima metà dell’anno dà anche alle aziende più potere di determinazione dei prezzi, dimostrando che le aspettative sui prezzi di vendita rimangono elevate.”

Berenberg ha sottolineato che finora le colombe nel Consiglio direttivo della Bce sono andate avanti con l’aumento dei tassi in territorio restrittivo. Ma poiché l’inflazione sembra destinata a diminuire, prevediamo che si oppongano a ulteriori importanti aumenti dei tassi nel secondo trimestre.

Commerzbank ha previsto che:

“È probabile che le numerose colombe nel Consiglio direttivo utilizzino un ulteriore calo del tasso di inflazione a maggio come argomento per ridurre il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse a 25 punti base. Il tasso sui depositi sarebbe allora del 3,25%, ma non basterà a riportare l’inflazione al 2% nel medio termine. Continuiamo invece a ritenere necessario un tasso sui depositi di circa il 4%.”

Anche UniCredit ha previsto ancora una certa aggressività: Lagarde è sembrata meno aggressiva rispetto a dicembre, riflettendo la valutazione secondo cui i rischi di inflazione, pur rimanendo inclinati verso l’alto, sono diventati più equilibrati con il brusco calo dell’inflazione energetica. Tuttavia, è probabile che la forte attenzione all’inflazione di fondo, che non è ancora cambiata, manterrà il Consiglio direttivo in una modalità di inasprimento oltre marzo.”

ABN Amro ha evidenziato di aspettarsi che il tasso sui depositi raggiunga il picco del 3%, il che implica che l’aumento di 50 punti base del tasso a marzo sarebbe l’ultimo e che i tassi rimarranno invariati per un po’. “Riteniamo che nei prossimi mesi dovrebbe diventare chiaro che il PIL della zona euro subirà una moderata contrazione durante la maggior parte del 2023, con l’impatto dell’inasprimento monetario. Ciò significa anche che le condizioni del mercato del lavoro sono destinate a deteriorarsi nel corso dell’anno, il che dovrebbe contribuire a ridurre la crescita salariale nella seconda metà dell’anno e nel 2024. Inoltre, l’inflazione potrebbe scendere molto più rapidamente di quanto previsto dalla BCE nelle sue previsioni di dicembre. Nel frattempo, abbiamo delineato un pivot entro la fine dell’anno, con tagli dei tassi a partire dal quarto trimestre.”

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