Bank of England alza i tassi di 50 pb: inflazione vista in calo e recessione in arrivo

Violetta Silvestri

22 Settembre 2022 - 15:01

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La Banca d’Inghilterra si accoda alle altre e aumenta ancora il tasso di interesse di 50 pb, deludendo chi stimava un rialzo maggiore. L’inflazione può scendere, ma la recessione è già arrivata.

Bank of England alza i tassi di 50 pb: inflazione vista in calo e recessione in arrivo

La Banca d’Inghilterra ha realizzato un secondo aumento consecutivo dei tassi di interesse di mezzo punto nella sua battaglia per ridurre l’inflazione. Si è mossa, quindi, nel solco delle altre grandi banche centrali mondiali anche quella del Regno Unito, pur non decidendo per l’intervento ancora più aggressivo di 75 punti base.

La sterlina, che inizialmente si è indebolita quando la BoE si è trattenuta dal seguire la Federal Reserve nel rialzo di tre quarti di punto, in seguito ha recuperato un po’ di terreno perso e ora (14.35 italiane) è in rialzo dello 0,47% a $ 1,1311. C’è da sottolineare, comunque, che a $ 1,13, la valuta inglese è ancora scambiata vicino al livello più basso dal 1985 rispetto al biglietto verde.

Bank of England ha portato il tasso di interesse al 2,25%, aprendo la prospettiva di un ulteriore grande aumento a novembre per riportare l’inflazione sotto controllo. La mossa ha spinto il tasso di riferimento della BoE al livello più alto dall’inizio della crisi finanziaria globale nel 2008.

Bank of England alza i tassi, ma i prezzi possono scendere

Bank of England ha alzato il suo tasso di riferimento al 2,25% dall’1,75% e ha affermato che continuerà “a rispondere con forza, se necessario” all’inflazione, nonostante l’economia stia entrando in recessione.

La BoE ha spiegato che ora si aspetta che il Pil del Regno Unito diminuisca dello 0,1% nel terzo trimestre dell’anno, rispetto alla previsione di agosto di una crescita dello 0,4%. Ciò segnerebbe un secondo trimestre consecutivo di declino, cementando i timori che l’economia stia cadendo in recessione, nel gergo chiamata “tecnica”.

Il piano di crescita dell’esecutivo Truss, che sarà annunciato venerdì, potrebbe fornire ulteriore sostegno fiscale e contenere notizie rilevanti per le prospettive economiche, secondo la banca centrale. Per questo, “se le prospettive suggeriscono pressioni inflazionistiche più persistenti, anche da una domanda più forte, il comitato risponderebbe con forza, se necessario.”

Gli economisti hanno notato che questo segnalava l’intenzione della BoE di compensare gli effetti dei tagli alle tasse con un forte aumento delle aliquote alla riunione di novembre. Paul Dales, capo economista del Regno Unito presso Capital Economics, ha affermato che la dichiarazione della banca conteneva “un riferimento non così sottile” al mini-Budget di venerdì. In breve, “la Banca ha indicato che aumenterà ulteriormente i tassi per compensare parte della spinta alla domanda dai piani fiscali del Governo, ha sottolineato.

Sul fronte inflazione, l’IPC è vista raggiungere il picco di poco inferiore all’11% in ottobre, prima del previsto. Ma si attesterebbe ancora intorno al 10% per diversi mesi, e questo non sarebbe necessariamente sufficiente a fermare le aspettative di inflazione elevate che guidano il comportamento delle famiglie e delle imprese.

Da segnalare, inoltre, che cinque membri della commissione per la politica monetaria della Banca centrale d’Inghilterra hanno votato per l’aumento di 0,5 punti percentuali, mentre tre hanno optato per un rialzo di 0,75 punti percentuali, che molti si aspettavano. Un membro ha votato per un aumento di 0,25 punti percentuali. La decisione, quindi, è stata piuttosto divisiva.

La banca ha affermato che non ha un percorso prestabilito e che avrebbe continuato a valutare i dati per decidere l’entità, il ritmo e la tempistica dei futuri cambiamenti del tasso.

BoE riduce il bilancio

I responsabili politici della BoE hanno anche approvato all’unanimità i piani per iniziare a ridurre le mastodontiche partecipazioni in titoli di Stato accumulate dopo la crisi finanziaria di oltre un decennio fa.

Le vendite attive, le prime effettuate da una grande banca centrale, inizieranno il 3 ottobre e si aggireranno intorno ai 10 miliardi di sterline al trimestre. Aggiungendo l’impatto dei Gilt in scadenza, si aspetta che il suo stock totale, che ammonta ancora a quasi 850 miliardi di sterline, diminuirà a circa 758 miliardi di sterline nel primo anno.

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