Banca fallisce: cosa succede ai conti?

Caterina Gastaldi

17 Febbraio 2023 - 15:40

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Cosa succede al conto corrente se fallisce la banca in cui si trova? Entro certe somme, i correntisti non devono preoccuparsi.

Banca fallisce: cosa succede ai conti?

In caso di fallimento della banca cosa succede al conto corrente dei clienti? I risparmiatori devono pagare per evitare il fallimento della banca? Quali sono i diritti e i doveri dei correntisti?

Iniziamo dicendo che il fallimento di una banca nel sistema italiano è molto difficile e si tratta quindi di un’eventualità estremamente remota.

Nel caso in cui dovesse accadere, prima di andare a intaccare i conto correnti dei clienti, vengono chiamati in causa i soci, gli azionisti, e altre figure, fino ad arrivare ai correntisti comuni, in un ordine ben preciso in base al livello di responsabilità e importanza.

Ecco cosa succede ai conti correnti in caso di fallimento della banca in Italia.

La banca può fallire?

Il fallimento della banca, giuridicamente parlando, funziona in modo diverso rispetto a quello previsto per le piccole e medie imprese. Quando avviene si tratta di una crisi di liquidità, e si parla di “liquidazione coatta amministrativa”. In questo caso vengono limitati i danni e protetti i clienti della banca.

In generale però, per quanto teoricamente sia possibile, il fallimento della banca è molto difficile. Lo stesso Stato fa del suo meglio per evitare questa eventualità, fornendo prestiti e garanzie; dall’altro c’è la banca stessa, che nel momento in cui si trova in crisi solitamente si muove per dare il via a fusioni o incorporazioni in favore di altri istituti.

Quando avviene un’operazione del genere, i clienti non devono preoccuparsi, e non subiscono conseguenze. In caso di fallimento, invece, possono esserci dei rischi.

Cosa succede quando la banca fallisce

A gestire il fallimento della banca è un meccanismo europeo detto “bail-in”. Questo meccanismo prevede che diverse personalità interne alla banca si attivino per sopportare le perdite dell’istituto.

L’ordine in cui queste personalità sono ritenute responsabili è il seguente: per primi ci sono i soci, poi gli investitori (che hanno acquistato obbligazioni o azioni), e solo se le perdite della banca non venissero risolte con l’intervento di questi, toccherà anche ai clienti, ossia i correntisti.

Tuttavia, in questo caso, a dover intervenire saranno i correntisti con i conti con più di 100mila euro all’interno. Tutti gli altri invece non subiranno perdite, potendo anche contare su una garanzia che prevede la restituzione del denaro.
Inoltre anche chi ha più di 100mila euro nella banca fallente si troverà a perdere “solo” un massimo dell’8% dei suoi averi.

Una buona soluzione per evitare questa situazione è non avere più di 100mila euro sul conto, eventualmente aprendo un nuovo conto corrente in un’altra banca, visto che il conteggio dei 100mila euro minimi viene fatto tenendo in considerazione tutti i conti della singola persona.

In caso di conto corrente cointestato, il limite invece è di 200mila euro.

Cosa succede se si hanno più di 100mila euro sul conto

Chi ha meno di 100mila euro sul conto corrente non subisce conseguenze in caso di fallimento della banca.

Chi ha più di 100mila euro invece:

  • può perdere fino all’8% di quanto presente;
  • se invece il conto è cointestato, il limite è di 200.000 euro;
  • più conti nello stesso istituto, anche se singolarmente inferiori a 100.000 euro, se tra di loro arrivano alla somma richiesta verranno comunque utilizzata dalla banca per tamponare le perdite;
  • i depositi dei titoli e chi investe in polizze assicurative non concorrono nelle procedure di salvataggio.

Per proteggersi da questa remota eventualità, si possono aprire conti in istituti diversi.
Se la banca venisse incorporata con un altro istituto, non si subiranno perdite.

Cosa succede se fallisce la banca in cui si ha investito

Se a fallire è una banca di cui si è azionisti, si è partecipi del bail-in. Si dovrà quindi partecipare alla manovra di salvataggio.

L’ordine del bail-in, nello specifico, è:

  • soci;
  • azionisti;
  • detentori di altri titoli di capitale;
  • altre tipologie di creditori subordinati;
  • i creditori chirografari;
  • infine, i conti correnti con più di 100.000 euro.

La logica del bail-in inoltre prevede che venga prima ridotto o azzerato il capitale di chi sta più in alto nella scaletta precedente, per poi passare ai soggetti sottostanti.

Fallimento della banca e mutuo

Nel caso in cui si avesse un mutuo in una banca in fase di fallimento, possono accadere due cose.

La prima, è la fusione dell’istituto con un altro. In questo caso a chi ha il mutuo non cambia nulla, dovrà continuare a pagare quanto dovuto, e verrà avvisato del cambio di gestione. Avrà però il diritto di chiedere la portabilità del mutuo, trasferendosi in un altro istituto, se lo desidera.

Nel remoto caso in cui la banca dovesse fallire completamente, e non intervenisse nessuno per salvarla invece intervenire una procedura guidata del tribunale, che provvede comunque a recuperare i crediti. Quindi, anche in questo caso, il mutuatario dovrà comunque pagare i suoi debiti.

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