Eredità, come funziona l’azione di riduzione e perché è importante

Ilena D’Errico

5 Ottobre 2023 - 00:00

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L’azione di riduzione può essere esercitata dagli eredi legittimari che non hanno ricevuto l’intera quota spettante loro. Ecco come funziona e perché è importante per l’eredità.

Eredità, come funziona l’azione di riduzione e perché è importante

L’azione di riduzione dell’eredità è una tipologia di azione legale riservata agli eredi legittimari, che hanno richiedono di ottenere la quota intera riservata loro dal Codice civile che è stata, appunto ridotta, dal testamento oppure dalle donazioni effettuate dal defunto.

Si tratta sostanzialmente di un rimedio, posto a tutelare alcuni diritti successori e volto alla reintegrazione delle quote di legittima. In particolare, il coniuge e i figli del defunto (o in assenza dei figli gli ascendenti per ordine di grado) hanno diritto a una certa quota dell’eredità, la legittima, che non può esser loro negata nemmeno dal testamento.

Il problema è che nel caso in cui il defunto abbia effettuato in vita delle donazioni (anch’esse rilevanti nell’asse ereditario) o lasciato un testamento che ecceda la quota disponibile, gli eredi legittimari non possono autonomamente impedire la divisione dell’eredità. È necessario che questo compito sia eseguito dal giudice con i debiti calcoli, durante l’azione di riduzione. Si tratta quindi di un istituto molto importante.

Come funziona l’azione di riduzione dell’eredità e perché è importante

Come detto, l’azione di riduzione è volta a ripristinare le quote di legittima lese dal testamento o dalle donazioni. L’entità delle quote cambia al numero e al legame degli eredi legittimari, di seguito la tabella esemplificativa. Si ricorda che ciò che rimane del patrimonio ereditario sottraendo le quote di legittima rappresenta la quota disponibile, che il defunto può lasciare a chi preferisce.

L’azione di riduzione è importante perché si tratta dell’unico metodo a disposizione degli eredi legittimari per ottenere quanto garantito loro per legge. Si tratta anche dell’unica ipotesi in cui sia possibile contrastare le volontà espresse dal defunto, seppur in modo legittimo e valido.

Le quote di legittima: chi può esercitare l’azione di riduzione dell’eredità

Legittimari presenti Quota di legittima
Solo il coniuge 50%
Un figlio (senza coniuge) 50%
Più figli (senza coniuge) 2/3 da dividere in parti uguali
Coniuge e un figlio 1/3 l’uno
Coniuge e più figli 1/4 al coniuge e 1/3 ai figli diviso in parti uguali
Coniuge e ascendenti 1/2 al coniuge e 1/4 agli ascendenti più vicini
Solo ascendenti 1/3 da dividere in parti uguali

L’azione di riduzione può quindi essere esercitata da questi eredi, nell’ipotesi in cui ricevano meno della quota loro garantita. Questo può avvenire quando il testamento lascia loro una quota inferiore oppure quando le donazioni effettuate in vita dal defunto hanno sconfinato dalla quota disponibile.

Quando e come avviare l’azione di riduzione

L’azione di riduzione può essere avviata dagli aventi diritto entro 10 anni dall’apertura della successione, così come la giurisprudenza ha ormai consolidato. Gli eredi possono opporsi durante questo periodo in qualsiasi momento, sia prima che dopo la divisione ereditaria (infatti il testamento è applicato anche quando non conforme).

Si distingue quindi tra:

  • Azione di riduzione in senso stretto, con cui si chiede al giudice di proclamare l’inefficacia delle disposizioni testamentarie che violano la quota;
  • azione di restituzione contro i beneficiari, che permette ai legittimari di riavere i beni ottenuti impropriamente dagli altri eredi o donatari (o il loro valore);
  • azione di restituzione contro terzi acquirenti, rivolta ai soggetti terzi che hanno acquistato o ricevuto in donazione i beni ereditari spettanti agli eredi, naturalmente con la possibilità di rifarsi contro il venditore/donante.

Per esercitare l’azione di riduzione è comunque necessario presentare un atto di citazione, contenente tutte le informazioni necessarie, tra cui l’entità delle quote di legittima e della massa ereditaria e degli atti di cui si desidera la riduzione. Nel caso delle donazioni, si procede con quelle più vicine in ordine cronologico.

Secondo l’orientamento della Cassazione, l’onere probatorio ricade sugli eredi ricorrenti. È quindi fondamentale farsi assistere da un professionista, soprattutto se il patrimonio ereditario è piuttosto consistente o il quadro complesso (molti eredi, diverse donazioni).

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