Aumenti in busta paga, chi ci guadagna di più? Come cambiano gli stipendi in base al reddito

Rosaria Imparato

08/08/2022

10/08/2022 - 15:42

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Chi guadagna di più con gli aumenti in busta paga previsti dal dl Aiuti bis? Il bonus contributi è più ricco con l’aumentare del reddito.

Aumenti in busta paga, chi ci guadagna di più? Come cambiano gli stipendi in base al reddito

Chi ci guadagna di più dagli aumenti in busta paga del dl Aiuti bis? Il taglio del cuneo fiscale previsto dal provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri del 4 agosto è una delle misure più attese dai cittadini. C’è da dire, però, che gli aumenti di stipendio variano in base al reddito.

La misura consiste nell’esonero parziale dei contributi a carico dei lavoratori nella misura dell’1,2%. Questa percentuale si aggiunge al precedente taglio contributivo dello 0,8%, introdotto con la legge di Bilancio 2022 e in vigore per tutto l’anno. La sforbiciata complessiva, quindi, arriva al 2%, ma solo per il secondo semestre 2022. Il taglio contributivo si applica fino a 35mila euro di reddito.

Aumenti in busta paga col dl Aiuti bis: lo stipendio cambia in base al reddito

Di base, chi parte da un reddito basso avrà un aumento minimo in busta paga, mentre per chi guadagna di più c’è un vantaggio più corposo. La misura entra in vigore in modo retroattivo per la busta paga di luglio, ed è valida fino a dicembre (tredicesima compresa).

Gli aumenti in busta paga vanno da un minimo complessivo di 50 euro per chi ha un reddito di 10mila euro a un massimo di 127 euro per chi guadagna fino a 35mila euro. In media, quindi, c’è un aumento mensile per ogni lavoratore pari a 13 euro.

Per i redditi più bassi, 10mila euro all’anno, questa misura si traduce in un aumento di poco più di 7 euro netti al mese, mentre la fascia di reddito più alta (fino a 35mila) avrà in busta paga altri 18 euro netti. A fare i conti ci ha pensato il Sole24Ore. Nella tabella di seguito vediamo gli aumenti per fascia di reddito calcolati su 13 mensilità sia con lo sconto dello 0,8%, in vigore da gennaio a dicembre 2022, sia con il nuovo taglio del decreto Aiuti bis, che fa arrivare lo sgravio contributivo al 2%:

reddito annuo lordoreddito annuo nettostipendio mensile (netto) con sconto dello 0,8% reddito annuo lordo con sconto del 2%stipendio nettorisparmio II semestre 2022 + tredicesimabonus in busta paga da luglio a dicembre 2022
10.000,00 8.933,97 744,50 9.026,37 752,20 49,75 7,11
12.500,00 10.697,46 891,46 10.812,96 901,08 62,19 8,88
15.000,00 12.460,96 1.038,41 12.599,56 1.049,96 74,63 10,66
17.500,00 15.329,37 1.277,45 15.467,64 1.288,97 74,46 10,64
20.000,00 16.837,41 1.403,12 16.995,44 1.416,29 85,09 12,16
22.500,00 18.345,45 1.528,79 18.523,24 1.543,60 95,73 13,68
25.000,00 19.918,49 1.659,87 20.116,03 1.676,34 106,37 15,20
27.500,00 21.426,53 1.785,54 21.643,83 1.803,65 117,00 16,71
30.000,00 22.934,58 1.911,21 23.171,62 1.930,97 127,64 18,23
32.500,00 24.273,66 2.022,81 24.493,30 2.041,11 118,27 16,90
35.000,00 25.563,49 2.130,29 25.800,03 2.150,00 127,37 18,20

Questi aumenti valgono per i lavoratori dipendenti, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico.

Aumenti in busta paga: chi ci guadagna di più?

Dalla tabella appare evidente come questo sgravio contributivo non è stato pensato come misura a sostegno di chi guadagna poco. Per chi guadagna dai 10mila ai 20mila euro (corrispondente a uno stipendio medio mensile di circa 1.150 euro) il bonus percepito in busta paga va dai 7 ai 12 euro al mese. Per questa categoria, che poi corrisponde alla maggior parte dei contribuenti, tra luglio e dicembre 2022 ci sarà un aumento netto complessivo tra 50 euro e 85 euro.

A guadagnarci di più è chi guadagna dai 30mila euro all’anno. Per chi si trova in questa fascia ci sarà un risparmio sui contributi da versare (e quindi un aumento del netto in busta paga) pari a 18,23 euro al mese, corrispondenti a 127,37 euro su tutto il secondo semestre 2022.

Chi guadagna 32.500 euro all’anno ha un vantaggio mensile di 16,90 euro, per un bonus complessivo di 118,27 euro su sei mesi.

A conti fatti, non basta che questo sgravio contributivo si traduca in un aumento impercettibile in busta paga per la maggior parte dei lavoratori (considerando anche l’inflazione che affligge i prezzi di prodotti e servizi) ma c’è anche la beffa: il vantaggio maggiore spetta a chi ha già un reddito alto, in barba a qualsiasi principio di solidarietà sociale.

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