Armi atomiche nel Mar Baltico come durante la guerra fredda: cosa sta succedendo in questi giorni

Luna Luciano

19 Febbraio 2023 - 08:02

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La flotta del Nord di Mosca muove nel Mar Baltico e a bordo avrebbe anche delle armi atomiche, come durante la guerra fredda. Ecco Cosa sta accadendo in questi giorni.

Armi atomiche nel Mar Baltico come durante la guerra fredda: cosa sta succedendo in questi giorni

Navi russe nel Mar Baltico equipaggiate di armi nucleari. È questo l’allarme lanciato dall’intelligence norvegese.

In questi giorni la flotta russa del Nord si sarebbe spostata nelle acque del mar Baltico, allarmando i paesi del nord Europa. Le tensioni tra la Russia e i Paesi Nato sembrano essere destinate ad aumentare, ricordando sempre più il periodo della guerra fredda e la conseguente strategia di deterrenza che per anni ha lasciato il mondo con il fiato sospeso. Infatti, durante quel periodo la presenza di armi atomiche nell’area strategica del Mar Baltico era considerata normale.

Oggi invece tale situazione non può che preoccupare esperti e forze politiche, in quanto vi è il timore che si possa incorrere in un “Misunderstanding” con conseguenze devastanti.

Intanto l’Ue ha deciso di presentare il decimo pacchetto di sanzioni per la Flotta del Nord, dal valore di ben 11 miliardi. Non solo. Per la prima volta l’Unione Europea ha deciso di allinearsi con il Pentagono, proponendo di sanzionare anche l’Iran, paese molto vicino a Mosca. Davanti a una simile situazione è quanto mai opportuno approfondire la notizia giunta dall’intelligence norvegese e cercare di capire quali sono i rischi. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Armi atomiche nel Mar Baltico come durante la guerra fredda: cosa sta accadendo e perché

Diventa sempre netta ed esibita la contrapposizione tra Nato e Federazione Russa nel Nord Europa, assumendo sempre più le caratteristiche della passata guerra fredda.

Secondo fonti dell’intelligence norvegese, la flotta russa del Nord avrebbe portato a bordo armi atomiche tattiche, testate nucleari che possono essere lanciate sia dai sommergibili che dagli incrociatori. È la prima volta in 30 anni che la Federazione Russa compie un passo simile.

Ai tempi dell’Unione Sovietica, infatti, la presenza di armi nucleari nel Mar Baltico, considerata un’importante area strategica, era del tutto “normale”. Una normalità che è stata interpretata come minaccia dai Paesi Nato che si affacciano sul Mar Baltico e che di fatto sostengono in modo diretto il governo di Kiev, inviando armi.

La mossa di Mosca ha ovviamente un preciso significato di deterrenza. Lo scopo di Mosca è quello, infatti, di scoraggiare il sostegno, tanto militare quanto politico ed economico, a Kiev. Eppure, i governi dei Paesi Nato non sembrano disposti a diminuire il loro impegno nel conflitto russo-ucraino. Anzi. L’Ue ha redatto il decimo pacchetto di sanzioni. Eppure, all’aumentare delle tensioni, aumentano i rischi per un possibile coinvolgimento diretto dei Paesi dell’Alleanza Atlantica nella guerra in corso in Ucraina.

Armi atomiche nel Mar Baltico come durante la guerra fredda: quali sono i rischi

I rischi sono quindi quelli di un coinvolgimento frontale. Gli esperti, infatti, temono la possibilità - che diventa ogni giorno più concreta - di scontri diretti tra la flotta navale e aerea russa da un lato, e navi e aerei Nato dall’altro.

Sicuramente la presenza di armi nucleari che si muovono a bordo si navi russe nel Mar Baltico non fa che aumentare le tensioni. I paesi del Nord insieme ai paesi europei confinanti con l’Ucraina sono diventate una vera polveriera e anche un solo passo falso, un incidente, può portare a conseguenze disastrose. Infatti, ciò che temono gli esperti è che si possano verificare dei Misunderstanding, ossia degli incidenti atomici per errori casuali, i quali possono facilmente sfuggire al controllo dei rispettivi comandi centrali.

È quello che accade nel 1983, quando la notte del 26 settembre, Stanislav Petrov, tenente colonnello dell’esercito sovietico, riceve dai satelliti il segnale di cinque missili intercontinentali partiti da una base nel Montana. L’episodio avrebbe potuto essere interpretato come attacco nucleare, e ciò avrebbe dovuto comportare la pronta risposta da Mosca sfociando in una terza guerra mondiale e atomica. Eppure il tenente non si scompose e valutò l’evento come un errore del satellite, come effettivamente si rivelò essere, evitando quindi uno scontro mondiale.

Ecco, quindi, che gli esperti raccomandano prudenza e massima attenzione. Solo negli ultimi giorni è accaduto che tre aerei militari russi, provenienti dalla enclave di Kaliningrad, abbiano “sfiorato” lo spazio aereo polacco, poi allontanati da due F-35 olandesi decollati dalla base polacca di Malbork. Questi episodi di tensione aumentano i timori di un errore umano che possa scatenare l’uso di quelle testate atomiche presenti nel Baltico, e stavolta non è sicuro che ci sarà un altro Stanislav Petrov.

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