Allarme siccità: «Salvare ogni litro di acqua potabile, le riserve sono finite»

Claudia Mustillo

28 Luglio 2022 - 12:11

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I danni per siccità e crisi idrica potrebbero arrivare a costare fino a sei miliardi di euro e ridurre del 10% il valore della produzione agricola nazionale.

Allarme siccità: «Salvare ogni litro di acqua potabile, le riserve sono finite»

Si torna a parlare di allarme siccità: «Dobbiamo salvare ogni litro di acqua potabile a disposizione, perché le riserve sono finite. L’acqua che sta scendendo oggi sui bacini idroelettrici è acqua glaciale, cioè che è dovuta purtroppo allo scioglimento dei ghiacciai per l’innalzamento dello zero termico, quindi non è una bella notizia: arriva acqua, ma stiamo perdendo le riserve». Queste le parole sulla situazione idrica del territorio piemontese dell’assessore all’Ambiente del Piemonte, Matteo Marnati.

Anche l’Emilia-Romagna è in sofferenza, l’allarme è per le acque sotterranee e, adesso, gli incendi peggiorano una situazione che è già sull’orlo del collasso. Arrivano i progetti per interventi chiave da parte di associazioni del settore, tra questi l’adozione di protocolli di gestione della siccità e strategia di riduzione dei consumi idrici. Anche Coldiretti e Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) hanno lanciato un Piano invasi e laghetti.

I danni per la siccità potrebbe arrivare a costare sei miliardi di euro con i dati di luglio (avevano superato i tre miliardi fino a giugno), e ridurre del 10% il valore della produzione agricola nazionale. Ecco perché è importante investire nel potenziamento della rete di invasi.

Le Regioni più a rischio per la siccità

La crisi idrica non si arresta e in molte Regioni sono tanti i danni. In Valle D’Aosta la siccità sta generando criticità in particolare sul foraggio, in calo dal 30 al 50%. La diminuzione del fieno, unita a una riduzione della produzione di latte, dovuta al caldo anomalo, mette a rischio la produzione della Fontina Dop, e costringe a lasciare gli alpeggi.

La siccità colpisce anche i frutteti e i vitigni: in Piemonte a rischio fino al 50% del mais, fino al 30% del grano, dal 30 al 100% del riso, in particolare nella zona di Novara dove la mancanza d’acqua è quasi totale. Secondo la Coldiretti regionale provoca, inoltre, un calo del 20-30% della produzione di latte, tipico durante l’estate ma non di questa entità.

In Lombardia il mais viene trinciato quando non ancora maturo e l’acqua per abbeverare gli animali non c’è quasi più. Frutta e verdura andata a male per l’alta temperatura ed è quasi azzerato il raccolto della patata di Oreno, una delle tipicità brianzole.

Anche in Liguria la produzione di foraggio è diminuita di un terzo rispetto a quella necessaria e si registra una forte mancanza di acqua per il bestiame. Ad essere colpito dalla siccità anche il basilico per il tradizionale pesto alla genovese che ha bisogno di continua irrigazione per poter crescere.

Infine, in Friuli Venezia Giulia le precipitazioni di fatto quasi inesistenti hanno messo in ginocchio le colture del mais e della soia, oltre che dell’erba medica. Nelle aree senza irrigazione le perdite arrivano fino al 100%.

Il piano di Coldiretti e Anbi per la siccità

Il piano invasi e laghetti, lanciato da Anbi e Coldiretti, prevede la realizzazione di 10mila invasi, medio piccoli e multifunzionali, entro il 2030. In particolare si tratterebbe di 223 progetti già cantierabili, quindi definitivi ed esecutivi, per un investimento di 3 miliardi di euro per un aumento «di quasi 435mila ettari nelle superfici irrigabili in tutta Italia”.

Stando alle stime i nuovi bacini produrrebbero un incremento, come riporta il Fatto Quotidiano, di»oltre il 60% l’attuale capacità complessiva dei 114 serbatoi esistenti e pari a poco più di un miliardo di metri cubi, contribuendo ad aumentare, in maniera significativa, la percentuale dell’11% di quantità di pioggia attualmente trattenuta al suolo”.

La maggior parte dei progetti cantierabili interessa l’Emilia-Romagna, circa 40, seguita dalla Toscana e dal Veneto. Al Sud, invece, il numero di progetti più alto riguarda la Calabria.

Il piano per l’acqua del Piemonte

Anche il Piemonte vuole mettere in campo un piano per l’acqua: «un Piano Marshall per l’acqua, con investimenti globali che fino al 2026 sfiorano il miliardo di euro», ha spiegato l’assessore Marnati.

«Oggi ci siamo voluti concentrare sulle perdite idriche, ma l’investimento globale sull’acqua è molto più ampio e c’è un piano da quasi 500 milioni solo per la ricerca idrica e per diminuire le perdite. Sono investimenti che è necessario far partire in tempi brevissimi. Finora in Piemonte sono stati fatti circa duemila interventi con le autobotti - ha spiegato - ma ora ci sono tanti turisti, e in alcune aree la situazione sta precipitando.»

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