Allarme siccità, ecco cosa serve per salvare l’estate

Chiara Esposito

19/02/2023

19/02/2023 - 19:33

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Assenza di precipitazioni nel Nord Italia: i meteorologi parlano dell’anticiclone subtropicale e dei rischi per l’estate 2023.

Allarme siccità, ecco cosa serve per salvare l’estate

Dopo un anno da dimenticare, scatta un nuovo allarme siccità in Italia e a soffrire non è solo il settore dell’agricoltura. Tutto il Nord è a secco e in Piemonte anche l’uso potabile è compromesso. In 7 Comuni della regione arrivano persino le autobotti e altre 70 amministrazioni locali sono ad oggi in stato di allerta. Più della metà del territorio versa insomma in una condizione di siccità estrema.

A scatenare l’assenza di precipitazioni, spiegano gli esperti, è l’anticiclone subtropicale. Questo fenomeno rischia infatti di aggravare una situazione già precaria; le risorse idriche superficiali e sotterranee (come falde, bacini, fiumi e laghi) sono ancora in difficoltà dall’ultima ondata di crisi idrica del 2022.

Interrogati sui prossimi sviluppi, i meteorologi spiegano quanto, in queste condizioni, sia difficile essere ottimisti in vista della bella stagione.

Allarme siccità: la situazione attuale

Il tema della siccità torna al centro del dibattito pubblico con dati preoccupanti per i grandi bacini idrici nazionali. Dalle ultime rilevazioni diffuse da ilMeteo.it sappiamo che il livello di riempimento del Lago di Garda, ad esempio, è ai minimi storici da 35 anni con circa il 34%. Nonostante il già pericoloso valore registrato nel 2022, quest’anno l’acqua è più bassa di 60 centimetri. Il livello di riempimento del Lago Maggiore invece è pari al 38% mentre Lago di Como e Lago d’Iseo presentano un valore del 20% e del 15%.

Si parla poi di un andamento irregolare da Nord a Sud. La criticità sulle Alpi è paragonabile a quella dell’anno scorso con un deficit del 50% di neve - che sale al 60% se si considera quella che insiste sul bacino idrografico del Po. Non a caso la drastica risposta degli agricoltori della Val Padana è stata il cambio delle colture, passando dal riso alla colza e all’orzo (che necessitano di meno acqua).

Minore intensità invece nel Centro Sud. Dottor Massimiliano Pasqui, climatologo e ricercatore del Cnr, ai microfoni del Corriere della Sera parla di deficit localizzati:

"Al Centro le cose stanno andando meglio. Dal punto di vista della siccità qui la sofferenza interessa alcune zone della Calabria, della Puglia e della Sicilia".

All’origine di tutto c’è l’anticiclone subtropicale di matrice africana e azzorriana. Un fenomeno di frequente espansione sull’Europa centro-occidentale che, secondo il meteorologo Edoardo Ferrara, ostacola l’ingresso delle piovose perturbazioni atlantiche anche sul Mediterraneo.

Che estate ci attende?

La capacità del sistema di soddisfare il fabbisogno idrico nazionale è stata messa a dura prova ed è difficile fare previsioni esatte sul lungo periodo. Le elevate temperature in arrivo destano preoccupazioni e il vero interrogativo saranno i prossimi rovesci.

Per pareggiare il bilancio del 2022, mancano all’appello almeno 500 millimetri a Nord Ovest e poco meno nel resto del Settentrione. Per mitigare le future ondate di calore occorrerebbe quindi una pioggia costante, ma non troppo intensa, per un lungo periodo. Un forte acquazzone infatti non permetterebbe all’acqua di infiltrarsi nel terreno e riempire le falde.

Per un vero e proprio ritorno allo normalità invece servirebbe quasi un miracolo:

«Considerando che un temporale di forte intensità in un’ora fa 15-20 millimetri ma che la metà di quest’acqua si perde nel ruscellamento, diciamo che servirebbero una cinquantina di giorni».

L’esperto infatti sottolinea come il deficit attuale sia stato acculato a partire dall’inverno 2020-2021 e che, pertanto, sembra improbabile la prospettiva di un recupero in pochi mesi:

"Dal punto di vista fisico è improbabile. Manca troppa acqua. Il ristoro può avvenire solo in un periodo molto più lungo. Serve almeno un anno per risanare le situazioni più estreme. Dobbiamo imparare a convivere con la siccità perché è probabile che queste situazioni siano frequenti".

In breve, si può solo arrivare a ridurre le criticità locali con interventi mirati e azioni di governo dell’acqua.

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