Accettazione eredità con beneficio di inventario: come funziona, costi e tassazione

Simone Micocci

19/06/2018

19/06/2018 - 15:34

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Ci sono due tipologie di accettazione dell’eredità: la tradizionale e quella con beneficio di inventario. Quest’ultima è conveniente perché mette al riparo il proprio patrimonio da eventuali debitori del defunto.

Accettazione eredità con beneficio di inventario: come funziona, costi e tassazione

Cos’è e come funziona l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario? Questa è una domanda che spesso si pongono coloro che sono chiamati all’eredità di un parente, specialmente chi teme che il de cuius abbia più debiti che crediti.

Come noto, infatti, gli eredi - in caso di accettazione dell’eredità - diventano titolari di tutti i rapporti giuridici che il de cuius intratteneva prima della morte, sia che si tratti di debiti che di crediti.

Per questo motivo c’è il rischio che accettando l’eredità ci siano più debiti da pagare rispetto ai crediti di cui si entra effettivamente in possesso; a ciò poi bisogna aggiungere che c’è l’imposta di successione da pagare in base all’asse ereditario. Questo non è altro che la differenza che c’è tra l’attivo (beni mobili, immobili e azioni e partecipazioni in società) e il passivo (debiti, spese mediche sostenute in favore del de cuius nei 6 mesi precedenti al decesso e spese funebri) del defunto.

Quindi prima di accettare l’eredità ci sono delle considerazioni importanti da fare così da evitare che con la propria scelta si finisca per rimetterci.

A tal proposito una soluzione utile per evitare di dover pagare più debiti rispetto ai beni acquisiti è quella dell’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario; vediamo quindi come funziona, perché è utile farvi ricorso e quale tassazione si applica in questo caso.

Perché conviene accettare l’eredità ma con beneficio di inventario

L’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario è quello strumento che - come si legge sul sito del Ministero della Giustizia - “consente di distinguere il patrimonio del defunto da quello dell’erede”. Quindi, grazie a questo strumento gli eredi non rischiano di dover mettere mano al loro patrimonio per far fronte ad eventuali debiti maturati dal de cuius.

Per intenderci, in caso di debiti non pagati sia da parte del de cuius che degli eredi che hanno accettato con beneficio di inventario, i creditori potranno sì chiedere il pignoramento per soddisfare il proprio credito, ma solo nei confronti dei beni compresi nella successione e non verso quelli di proprietà degli eredi.

Come accettare l’eredità con beneficio di inventario

La convenienza di questo strumento quindi è ovvia: con il beneficio di inventario, infatti, si evita che l’eredità diventi un unicum con il proprio patrimonio personale. In quest’ultimo caso, infatti, l’erede per il mancato pagamento dei debiti maturati dal de cuius rischia di perdere anche il proprio patrimonio personale in seguito al pignoramento, cosa che invece non succede con l’accettazione con beneficio di inventario.

A tal proposito è importante capire in che modo questa deve essere richiesta. Nel dettaglio, deve essere l’interessato - quindi colui che viene chiamato alla successione - a comunicare al cancelliere di voler accettare l’eredità ma con beneficio di inventario. Sarà il cancelliere poi a redigere un verbale mettendo per iscritto le volontà dell’erede.

Dopodiché l’interessato avrà il dovere di presentare l’istanza per la redazione dell’inventario, ovvero di quell’atto necessario per accertare la consistenza dell’eredità.

I tempi per la presentazione di quest’ultima istanza variano a seconda della condizione in cui si trova l’erede. Infatti, qualora questo sia già entrato in possesso dei beni compresi nell’eredità (anche se solo di una parte) avrà il dovere di presentare la suddetta istanza entro il termine di 3 mesi. Qualora non lo faccia entro questo termine allora l’eredità si considera accettata, ma senza beneficio di inventario e di conseguenza il beneficiario della successione dovrà farsi carico anche di eventuali debiti maturati dal de cuius.

In caso contrario, quindi se l’erede non è ancora entrato in possesso dei beni compresi nell’eredità, allora ci sarà tempo 10 anni per decidere se rinunciare o accettare l’eredità, e se farlo con beneficio di inventario. A tal proposito l’inventario andrà prodotto entro 3 mesi dalla data della dichiarazione dell’accettazione.

Costi

Naturalmente l’accettazione con beneficio d’inventario richiede dei costi da sostenere. Nel dettaglio - come riportato dal Tribunale di Roma - per la richiesta bisogna presentare:

  • 2 marche da bollo da 16€;
  • 1 marca da bollo da 11,54€;
  • marca da 11,54€ per il rilascio entro 5 giorni della copia dell’atto, da 32,62€ per il rilascio a vista.

Subito dopo l’atto, poi, bisogna effettuare il versamento per trascrizione da 294€ con il modello F23 da ritirare in Banca o presso gli Uffici Postali.

Per la redazione dell’inventario, inoltre, ci sarà da pagare un contributo unificato di 98€, nonché una marca da bollo da 27€.

Come funziona il pagamento dell’imposta di successione?

Come anticipato l’imposta di successione si paga sull’asse ereditario, ovvero sull’attivo e il passivo del defunto. Per questo motivo è stato stabilito che in caso di accettazione con beneficio di inventario l’imposta di successione dovrà essere corrisposta una volta che tutta la procedura sia stata completata, così da poterne definire con certezza l’importo.

Ma quando la procedura può dirsi “conclusa”? Come confermato recentemente dalla Corte di Cassazione con la sentenza 11458/2018 ciò avviene solamente una volta che sono stati liquidati tutti i debiti ereditari.

Solo allora, infatti, sarà possibile verificare se è effettivamente presente un residuo (differenza tra attivo e passivo ereditario) sul quale pagare l’imposta di successione, per la quale ricordiamo l’aliquota (così come la franchigia) varia a seconda del grado di parentela.

Per maggiori informazioni in merito, ecco una guida al calcolo dell’imposta di successione, così da farsi un’idea dell’importo da pagare in caso di accettazione - con o senza beneficio di inventario - dell’eredità.

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