Volkswagen affonda in Borsa, pesano gli strascichi del Dieselgate

Pierandrea Ferrari

30 Giugno 2021 - 15:17

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Il colosso dell’automotive tedesca Volkswagen continua a perdere quota a Francoforte. Negli Stati Uniti non si spegne la telenovela giudiziaria del Dieselgate.

Volkswagen affonda in Borsa, pesano gli strascichi del Dieselgate

Per il colosso dell’automotive tedesca Volkswagen si sta per chiudere un mese di pesanti storni. Il titolo, sul DAX30 della Borsa di Francoforte, è passato in poco meno di trenta giorni da un massimo di 240 euro alla quotazione corrente di 211 euro, per un rosso del 12%.

A zavorrare le azioni del Gruppo, anche oggi in flessione del 2,3% sul listino principale, c’è ancora il Dieselgate.

Volkswagen affonda in Borsa sotto i colpi del Dieselgate

La vicenda, deflagrata con il comunicato dell’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente del settembre 2015, fa riferimento all’installazione illegale da parte di Volkswagen e di altri marchi del Gruppo di software di manipolazione atti ad aggirare le normative ambientali in materia di emissioni di ossidi di azoto e di inquinamento da gasolio. La bufera, allora, aveva portato alle dimissioni dell’amministratore delegato del Gruppo, Martin Winterkorn, e tre anni dopo all’arresto del numero uno di Audi, Rupert Stadler.

Dopo anni di processi, azioni collettive e richieste di risarcimento, oggi – rivelano fonti USA – è stato scritto un nuovo capitolo, che potrebbe finire per aprire un’altra stagione di battaglie legali. La Corte suprema dello Stato dell’Ohio, infatti, ha stabilito che il procuratore generale potrà perseguire il Gruppo al di là delle sanzioni già concordate a livello federale. Dal suo canto, Volkswagen ha già annunciato che presenterà un ricorso alla Corte suprema, contestando quel “caos normativo” che quanto deciso dai magistrati potrebbe andare a generare.

A Volkswagen 11,2 milioni dall’ex ad

L’evoluzione del Dieselgate segue di poche settimane l’accordo raggiunto tra l’ex amministratore delegato del Gruppo, il già citato Winterkorn, e gli attuali vertici della casa automobilistica. Per il più grande scandalo della storia di Volkswagen, che è costato alle casse societarie (finora) circa 32 miliardi, senza contare i danni reputazionali per il fiore all’occhiello dell’automotive tedesca, il supervisory board ha chiesto e ottenuto da Winterkorn un risarcimento da 11,2 milioni. A pagare il conto, rispettivamente per 4,1, 1,5 e 1 milione, saranno anche gli ex top manager Rupert Stadler, Wolfgang Hatz e Stefan Knirsch.

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