Viaggi Italia-estero, cosa cambia dal 16 maggio per tampone e quarantena

Fiammetta Rubini

14 Maggio 2021 - 15:25

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La nuova ordinanza di Speranza: dal 16 maggio stop a quarantena per chi entra in Italia dall’Ue. Richiesto solo un tampone negativo. Le regole per chi viaggia.

Viaggi Italia-estero, cosa cambia dal 16 maggio per tampone e quarantena

Cambiano le regole di viaggio su tampone e quarantena per chi arriva in Italia: dal 16 maggio all’ingresso dai Paesi membri UE e dell’area Shengen, oltre che da Gran Bretagna e Israele, non bisognerà più mettersi in quarantena per 5 giorni, ma basta avere il tampone negativo.

Lo ha stabilito il ministro della Salute Roberto Speranza con un’ordinanza in cui vengono anche prorogate le misure restrittive relative al Brasile. Con un’altra ordinanza si potenziano i voli Covid tested, con la sperimentazione che si estende anche agli aeroporti di Napoli e Venezia e a voli provenienti da Canada, Giappone ed Emirati Arabi Uniti.

Nel frattempo si attende l’arrivo del green pass nazionale, la misura annunciata da Mario Draghi per far ripartire il turismo, consentendo ai turisti stranieri di entrare in Italia evitando quarantena e tampone. Il green pass italiano dovrebbe anticipare il pass europeo operativo da giugno, e funzionerà come l’attuale certificazione verde per spostarsi tra regioni di colore diverso. Le condizioni sono sempre le stesse: vaccino, tampone negativo fatto entro 48 ore prima o guarigione da Covid-19.

Intanto, però, in tutti i Paesi vigono delle restrizioni di viaggio, che vanno dallo stop del traffico aereo al divieto di ingresso ai cittadini provenienti dalle aree più a rischio, fino all’obbligo di tampone e quarantena all’arrivo.

Qui un utile recap sulle regole per chi viaggia in Italia e all’estero.

Le regole dell’Italia sui viaggi da e per l’estero

In Italia le regole sugli spostamenti da e per l’estero sono contenute nel DPCM 2 marzo 2021, dove troviamo i Paesi divisi per elenchi per i quali sono previste differenti misure.

Nell’elenco A ci sono lo Stato del Vaticano e San Marino; nell’elenco B in cui si può andare senza alcuna regola non è compreso nessun Paese, mentre è nell’elenco C che si trovano i Paesi Ue e Schengen in cui si può andare per turismo, quindi senza necessità di motivazione.

In questa lista rientrano: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco, Israele.

Per il rientro in Italia da questi Stati bisogna compilare un’autodichiarazione, informare del proprio arrivo il Dipartimento di Prevenzione della ASL competente ed essere muniti di certificazione di tampone molecolare o antigenico negativo effettuato nelle 48 ore antecedenti all’ingresso in Italia. In caso di mancata attestazione, si è sottoposti a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria di 5 giorni, al termine dei quali è obbligatorio effettuare un secondo tampone.

Al decreto si sono aggiunte delle ordinanze emanate dal ministro della Salute Speranza per frenare l’avanzata dell’epidemia dall’estero, come quella firmata per bloccare la variante indiana.

Secondo la normativa attuale, è vietato l’ingresso in Italia a chi abbia soggiornato o transitato in Brasile, India, Bangladesh o Sri Lanka nei 14 giorni precedenti. Possono entrare solo le persone con residenza anagrafica italiana da prima del 29 aprile 2021; chi è autorizzato dal Ministero della Salute per motivi di necessità; chi deve raggiungere il domicilio, l’abitazione o la residenza dei figli minori, del coniuge o della parte di unione civile; i funzionari dell’Unione europea o di organizzazioni internazionali, diplomatici, impiegati consolari, personale militare compreso quello in rientro dalle missioni internazionali, Forze di Polizia, Vigili del fuoco nell’esercizio delle loro funzioni. Vige in ogni caso l’obbligo di tampone 48 ore prima dell’imbarco e 10 giorni di isolamento in Covid hotel, più un altro tampone al termine dell’isolamento.

Quarantena e tampone: cosa cambia dal 16 maggio

Fino al 15 maggio vige la regola per cui i turisti stranieri o chi torna in Italia da un viaggio all’estero in Europa per turismo devono mettersi in isolamento fiduciario per 5 giorni, al termine del quale bisogna fare un secondo tampone (antigenico o molecolare) di “fine quarantena”.

La regola del doppio tampone e della quarantena di 5 giorni al rientro è prevista per chi ha soggiornato o è transitato nei 14 giorni precedenti in uno dei Paesi elencati di seguito:

  • Austria
  • Israele
  • Regno Unito
  • Belgio
  • Bulgaria
  • Cipro
  • Croazia
  • Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia)
  • Estonia
  • Finlandia
  • Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo)
  • Germania
  • Grecia
  • Irlanda
  • Lettonia
  • Lituania
  • Lussemburgo
  • Malta
  • Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo)
  • Polonia
  • Portogallo (incluse Azzorre e Madeira)
  • Repubblica Ceca
  • Romania
  • Slovacchia
  • Slovenia
  • Spagna (inclusi territori nel continente africano)
  • Svezia
  • Ungheria
  • Islanda
  • Norvegia
  • Liechtenstein
  • Svizzera
  • Andorra
  • Principato di Monaco

Dal 16 maggio non è più prevista la mini quarantena di 5 giorni con doppio tampone negativo per chi viene o torna in Italia per motivi di turismo dai paesi elencati sopra. Questo perché basterà avere il tampone negativo fatto 48 ore prima.

Ma attenzione: queste sono le regole per i turisti stranieri che vengono in Italia e per gli italiani che tornano dall’estero, ma le regole per gli italiani che vanno in vacanza all’estero dipendono dal Paese di destinazione. Per maggiori informazioni e i dettagli si consiglia di consultare la scheda dei singoli Paesi sul sito Viaggiare Sicuri.

Viaggi nel resto del mondo: dove si può andare e dove no

Nell’elenco di Paesi dove si può andare senza motivi comprovati di lavoro o necessità, quindi si può partire per una semplice vacanza, troviamo anche:

  • Australia
  • Nuova Zelanda
  • Repubblica di Corea
  • Singapore
  • Thailandia

Questi Stati, infatti, fanno parte dell’elenco D, per i quali la normativa italiana prevede all’arrivo o al rientro, la compilazione dell’autocertificazione, il test molecolare o antigenico da fare entro 48 ore prima e la quarantena di 10 giorni più secondo tampone al termine del periodo di isolamento. Questa regola è in vigore fino al 15 maggio e non sappiamo se verrà prorogata o revocata.

Tuttavia è bene tenere a mente che la rimozione delle limitazioni agli spostamenti dall’Italia verso alcuni Paesi non esclude che questi Paesi possano ancora porre dei limiti all’ingresso. Anzi, come chiarisce il sito del Ministero degli Esteri “Viaggiare Sicuri”, è sempre possibile che questi Paesi prevedano regole, come tampone obbligatorio o quarantena, o anche che decidano di blindare i confini. Insomma, viaggi dall’Italia all’estero sì, ma non è detto che si possa davvero partire per il Paese in cui vorremmo andare in vacanza.

Facciamo qualche esempio.

I turisti italiani non possono andare in Portogallo (elenco C), che ammette l’ingresso o il transito solamente per viaggi essenziali (motivi professionali, di studio, di ricongiungimento familiare, di salute o per ragioni umanitarie). I passeggeri in arrivo dall’Italia sono tenuti a presentare un test molecolare RT-PCR al Covid-19, con risultato negativo, realizzato entro le 72 ore precedenti il viaggio, in assenza del quale non potranno imbarcarsi.

Un altro caso di Paese in cui per il Dpcm sarebbe consentito fare le vacanze ma in realtà non è possibile è la Nuova Zelanda, le cui frontiere continuano a essere chiuse tranne che per i cittadini neozelandesi e gli stranieri residenti permanenti, che comunque devono rispettare 2 settimane di quarantena obbligatoria in strutture gestite dal governo locale. Idem l’Australia, che fino al 17 giugno ha imposto la chiusura dei confini internazionali sia in ingresso che in uscita, non solo per i viaggiatori e gli stranieri residenti permanenti ma anche per i cittadini australiani. Come chiarito su ViaggiareSicuri, “Vige l’obbligo rigorosissimo di quarantena di 14 giorni in strutture designate dalle Autorità locali (in genere hotel) per il limitato numero di persone a cui viene concessa l’esenzione, autorizzate caso per caso. L’adempimento della quarantena è obbligatorio anche se si è effettuata la vaccinazione ed è strettamente monitorato dalla polizia e dalle autorità sanitarie, su base quotidiana e senza eccezione alcuna”.

Anche a Singapore c’è il divieto d’ingresso per i viaggiatori a breve termine provenienti dall’Italia.

Per i Paesi dell’elenco E, in cui rientra anche il Giappone, ossia da/verso il resto del mondo, sono consentiti gli spostamenti da/verso l’Italia solo in presenza di precise motivazioni quali lavoro, motivi di salute o di studio, assoluta urgenza, rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Non sono ammessi viaggi per turismo. È comunque consentito l’ingresso in Italia a questi Paesi alle persone che hanno una relazione affettiva comprovata a stabile (anche se non conviventi) con cittadini italiani/UE, Schengen o con persone fisiche che siano legalmente residenti in Italia (soggiornanti di lungo periodo), che debbano raggiungere l’abitazione/domicilio/residenza del partner in Italia. È sempre obbligatorio sottoporsi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria per 14 giorni.

Restano invece chiusi i confini di Brasile e Stati Uniti: vietato l’ingresso negli USA per chi nei 14 giorni precedenti sia stato in un Paese dell’Area Schengen (Italia compresa), in Regno Unito, Brasile, Irlanda, Cina, Sud Africa e Iran.

Chi non ha l’obbligo di quarantena e tampone

Fatte salve le specifiche disposizioni adottate per Brasile, India, Bangladesh e Sri Lanka, sono previste alcune eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario, sorveglianza e o tampone per chi viaggia.

Ecco quando e per chi non si applicano le misure restrittive:

a) equipaggio dei mezzi di trasporto;

b) personale viaggiante;

c) spostamenti da e per gli Stati e territori di cui all’elenco A (Città del Vaticano e San Marino);

d) agli ingressi per motivi di lavoro regolati da speciali protocolli di sicurezza, approvati dalla competente autorità sanitaria;

e) agli ingressi per motivi di necessità e urgenza, previa autorizzazione del Ministero della salute e con obbligo di presentare al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli un’attestazione di essersi sottoposti, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo;

f) a chiunque fa ingresso in Italia per un periodo non superiore alle 120 ore per comprovate esigenze di lavoro, salute o assoluta urgenza, con l’obbligo, allo scadere di detto termine, di lasciare immediatamente il territorio nazionale o, in mancanza, di iniziare il periodo di sorveglianza e di isolamento fiduciario;

g) a chiunque transita, con mezzo privato, nel territorio italiano per un periodo non superiore a 36 ore, con l’obbligo, allo scadere di detto termine, di lasciare immediatamente il territorio nazionale o, in mancanza, di iniziare il periodo di sorveglianza e di isolamento fiduciario conformemente ai commi da 1 a 5;

h) ai cittadini e ai residenti degli Stati e territori di cui agli elenchi A, B, C e D che fanno ingresso in Italia per comprovati motivi di lavoro. Tuttavia, se nei 14 giorni precedenti l’ingresso in Italia c’è stato un soggiorno o un transito dai Paesi dell’Elenco C, il test molecolare o antigenico rimane d’obbligo.

i) al personale sanitario in ingresso in Italia per l’esercizio di qualifiche professionali sanitarie, incluso l’esercizio temporaneo;

l) ai lavoratori transfrontalieri in ingresso e in uscita dal territorio nazionale per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza, abitazione o dimora;

m) al personale di imprese ed enti aventi sede legale o secondaria in Italia per spostamenti all’estero per comprovate esigenze lavorative di durata non superiore a 120 ore;

n) ai funzionari e agli agenti, comunque denominati, dell’Unione europea o di organizzazioni internazionali, agli agenti diplomatici, al personale amministrativo e tecnico delle missioni diplomatiche, ai funzionari e agli impiegati consolari, al personale militare, compreso quello in rientro dalle missioni internazionali, e delle Forze di Polizia, al personale del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e dei Vigili del fuoco nell’esercizio delle loro funzioni;

o) agli alunni e agli studenti per la frequenza di un corso di studi in uno Stato diverso da quello di residenza, abitazione o dimora, nel quale ritornano ogni giorno o almeno una volta la settimana;

p) agli ingressi mediante voli “Covid-tested”;

q) per le partecipazioni a competizioni sportive è consentito (anche da Austria, Brasile e Regno Unito) l’ingresso in Italia ad atleti, tecnici, giudici e commissari di gara, rappresentanti della stampa estera e accompagnatori che nei 14 giorni precedenti hanno soggiornato o transitato in Paesi o territori esteri indicati agli elenchi B, C, D ed E dell’allegato 20, inclusi i Paesi dai quali è vietato l’ingresso in Italia, alle seguenti condizioni:

  • adempimento degli obblighi di dichiarazione di cui all’articolo 50
  • presentazione al vettore, all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli, della certificazione di essersi sottoposti, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, ad un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo;
  • svolgimento della competizione sportiva in conformità con lo specifico protocollo adottato dall’ente sportivo organizzatore dell’evento.

Ai fini dell’ingresso nel territorio nazionale, i bambini sotto i 2 anni sono esclusi dall’obbligo del test molecolare o antigenico.

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